mercoledì 4 luglio 2012

Sara Tommasi continua ad alimentare polemiche e scontri

Accuse di “coglioncomplottismo” e controaccuse di populismo

Marra contro Grillo: lingue e Bilderberg

http://rinascita.eu/index.php?action=news&id=15802

Le parti basse di Sara Tommasi continuano ad alimentare polemiche e scontri. Dopo il botta e risposta tra lei, il pornoregista Federico De Vincenzo e Gino Marra per il discusso film hard girato sotto presunto effetto di droghe e in seguito alle non meglio precisate imbeccate di misteriosi extraterrestri, scoppia la rissa tra l’avvocato calabrese e Beppe Grillo, per il video “Faccia di Banca”, in cui il volto del comico campeggia sui glutei della showgirl di Narni.


All’accusa di “coglion-complottismo” di Grillo, Marra ha replicato con una lunga lettera, invitandolo anche a riprendere la lotta al signoraggio e a smettere di “alzare le vele al vento fetido di un populismo in realtà di ispirazione bancaria”.
La prima “precisazione”, riguarda la scritta che appare sotto il sedere della Tommasi: “Dopo che Sara al porno non si era data per una vita, questi aguzzi apportatori di male ve l’hanno precipitata in un giorno: il giorno dopo aver girato questo video. Ciò perché si sono illusi di screditare così la lotta al signoraggio. Ma cosa c’è di più porno di una faccia di banca?”.
“Non intendo certo dire - scrive il teorico dello strategismo - che tu o 5 Stelle abbiate potuto commissionare una cosa simile. Intendo invece dire che è sufficiente che un vasto contesto abbia il desiderio che accada o non accada una cosa perché, o ne emergano subito gli esecutori materiali, o tutti colludano per evitarla”.
Poi un paragone destinato a far discutere: “Le torri gemelle, ad esempio, sono state abbattute perché l’azionariato planetario ha desiderato, nella vecchia logica della strategia della tensione, un fatto terroristico tale da indurre il mondo astringersi in difesa del capitalismo agonizzante; ed ecco che subito degli sciagurati accolsero l’istanza”.
Nel caso in questione, invece, il desiderio sociale discreditare la lotta al signoraggio viene “inconsciamente” raccolto dagli “innumerevoli autori di lazzi e frizzi in internet, come dai responsabili di questo porno”.
Una accusa, spiega Marra, che è diversa ma dello stesso ordine “di quella che faccio a te e ai tuoi rivoluzionari (Travaglio, Saviano, Santoro ecc.) quando dico che siete anche voi tra gli esecutori materiali del desiderio sociale di dirottare il vero cambiamento sul binario morto di un’impossibile ottimizzazione del regime”, utilizzando i soliti argomenti della mafia, della corruzione politica e imprenditoriale ed alzando le vele al fetido vento di un consenso non popolare ma populistico di ispirazione mediatico-bancaria, per distogliere la gente dal signoraggio e dagli altri crimini bancari.
Non so, si chiede ironicamente Gino Marra, se invece avete già commesso o commetterete quello che ha commesso Pannella, al quale, “dopo una vita passata a censurare di tutto fuorché le banche, l’avere un piede alla fossa non è bastato a pentirsi di avere addirittura formalizzato il suo rapporto con il Bilderberg attraverso l’iscrizione di Bonino in cambio della nomina, a suo tempo, a Commissario europeo, nonché dell’appoggio, anche economico, a Radio Radicale”. Tante bastonate, prima di una carezza: “In definitiva, amico mio, visto che così cattivo non sei, perché cavolo non lo riapri questo discorso sul signoraggio?”.
Per l’autore del discusso video, i primi a tradire il Beppe genovese saranno proprio i banchieri che vogliono passargli la palla “perché le banche stanno per scoppiargli in mano, sicché saranno proprio loro a volerle nazionalizzare; centrali o di credito che siano”.
Illusorio sarebbe anche il paventato passaggio alla democrazia diretta, “fallita 2.500 anni fa quando un tribunale di 500 ateniesi condannò a morte Socrate e la mente collettiva greca capì che bisognava creare la democrazia rappresentativa: direi una democrazia dei competenti”.
Stoccata finale per i ben noti rivoluzionari, le cui lingue, “consumate in leccamenti acrobatici, indiretti, di sponda e di carambola su sederi ben più irsuti e meno leggiadri di quello di Saretta si sono così accorciate che, quando leccano, si sentono i denti”.

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