di Byoblu
Quando l'anno scorso il Parlamento azzerò le commissioni bancarie, come risultato di un mezza frase infilata in un emendamento che evidentemente la maggioranza aveva votato senza leggerlo bene, Federico Ghizzoni (AD di Unicredito) parlò di"incidente che non si doveva più ripetere" e Mussari, dopo avere finto le dimissioni da presidente Abi, si fece il giro di tutte le segreterie di partito per chiedere l'immediata cancellazione di una norma che prevedeva (pensate) anche i conti correnti gratuiti ai pensionati con una pensione inferiore ai 1500€.
Gianfranco Polillo disse che le misure sui conti correnti gratis per i soggetti titolari di trattamenti pensionistici fino a 1.500 euro "comportano un notevole danno per le banche" e l'azzeramento delle commissioni "si risolve in una riduzione dei ricavi per le banche con effetti indiretti anche sul gettito fiscale", per cui "il Governo si riserva di intervenire". La Finocchiaro disse che il PD era favorevole all'eliminazione della norma. Ma anche Alfano disse che il PDL era favorevole all'eliminazione della norma. Il Governo (quello delle banche) disse che per quanto lo riguardava, chiaramente, vedeva con favore l'eliminazione della norma.Tutti a 90 gradi, cittadini compresi che non ci capivano niente, perché la faccenda era ingarbugliata come il cavetto degli auricolari di un telefonino. L'unico che urlava ero io.
Cominciò immediatamente la corsa contro il tempo per accontentare Mussari e ripristinare le commissioni bancarie. Se fosse entrata in vigore, avrebbe scatenato l'inferno. Secondo l'Abi: 10 miliardi di perdite per le banche. Non fa niente che le banche ci costano e ci sono costate molto di più. I tempi tecnici erano strettissimi. Mentirono. Anche in quel caso, mi risposero che non era vero che avrebbero obbedito alle banche. Paola De Micheli (PD), a L'Ultima Parola, mi disse testualmente "non è che domani mattina quella norma viene cancellata". Infatti l’indomani mattina esatta, il 24 marzo 2012, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, “ritenuta la straordinaria necessita` ed urgenza di modificare talune disposizioni […] concernenti la nullità di clausole nei contratti bancari”, su proposta nientedimeno che del presidente del Consiglio Mario Monti - quello che si gonfiava il petto con lo stesso emendamento che non era neppure suo -, emana il Decreto-legge 24 marzo 2012, n. 29, il quale all’articolo 1 annulla gli effetti dell’emendamento della discordia, quello che avrebbe stralciato tout court le commissioni bancarie. E per non far sembrare che emanano un decreto legge ad Mussari, ci aggiungono anche la creazione di un Osservatorio sull’erogazione del credito da parte delle banche alle imprese. Leggete bene quello che successe e quello che dissi e scrissi io. E a proposito, qualcuno sa che fine ha fatto l'Osservatorio?
Per tagliarsi gli stipendi non è bastata l'istituzione di una commissione apposita e non sono bastati mesi di necessarie, esiziali indagini transnazionali, al termine delle quali il presidente Istat si dimise perchè l'incarico era troppo difficile. Per ripristinare le commissioni bancarie, invece, ci sono voluti solo pochi giorni e la collaborazione istantanea e assoluta di tutti, specialmente del presidente del Consiglio e a quello della Repubblica.
Ora, dopo quasi un anno, guardando agli intrecci che emergono tra il Partito Democratico e Monte dei Paschi di Siena, alla longa manus delle Fondazioni Bancarie sulle nomine negli istituti di credito, al 30% che, addirittura per regolamento (articolo 28), i nominati avrebbero dovuto versare nelle casse del partito dal loro stipendio, alle donazioni ingenti di Mussari (quasi 700mila euro), si capisce forse meglio il perché di quella corsa frenetica ad azzerare il provvedimento che annullava le commissioni bancarie (le più alte in assoluto in tutta Europa) per i cittadini italiani.
Ora, se il PD vuole almeno provare ad avere titolo per rivendicare un po' di credibilità, deve fornire l'elenco di tutti i mutui a tasso agevolato, di tutti i finanziamenti e i prestiti in sofferenza ottenuti da nominati, dirigenti ed eletti, unitamente all'elenco di tutte le contribuzioni di nominati e dirigenti del Monte dei Paschi di Siena, insieme alle donazioni degli stessi, spontanee o meno. In fondo, tutto questo ci è costato 4 miliardi di euro almeno: abbiamo il diritto di sapere e il diritto di mandarli tutti a casa.
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