lunedì 22 ottobre 2012

Tribunale fallimentare, 6 giudici indagati


L'INCHIESTA

Sezione fallimentare, 6 giudici indagati
L'ipotesi: corruzione, peculato e usura

Tra i nomi figurano il Franco Lucafò e Luigi Claudio
Savino: non ci sono ancora riferimenti specifici di reati

BARI - Sei i giudici del tribunale di Bari sono indagati dalla procura di Lecce (insieme con dieci imprenditori, avvocati e commercialisti) nell'ambito di una inchiesta su presunte irregolarità che sarebbero avvenute nel 2009 nella sezione fallimentare. Le ipotesi di reato sono corruzione per atto d'ufficio, peculato e usura. Ad agosto il pm inquirente, Antonio Negro, ha chiesto e ottenuto dal gip di Lecce Alcide Maritati la proroga per sei mesi delle indagini.
I NOMI - Tra gli indagati figurano l'attuale presidente della sezione fallimentare del tribunale, Franco Lucafò i suoi colleghi Enrico Scoditti e Anna De Simone. C’è poi il predecessore di Lucafò, il giudice Luigi Claudio, che ora guida la sezione Lavoro, nonché Maria Luisa Traversa, presidente della Terza sezione civile ed in precedenza addetta alle esecuzioni immobiliari. Ancora, il giudice Michele Monteleone, altro ex della Fallimentare barese che ora presiede la sezione Civile a Benevento. L’inchiesta della Procura di Lecce è partita lo scorso gennaio, dopo che a novembre 2011 Bari aveva trasmesso per competenza uno stralcio dell’indagine sull’avvocato Gaetano Vignola, indagato per peculato nell’ambito della sua attività di curatore fallimentare: i finanzieri, coordinati dal pm Ciro Angelillis, contestarono a Vignola di aver falsificato numerosissimi mandati di pagamento, con la presunta complicità di alcuni giudici e cancellieri.
LA REPLICA - Il presidente del tribunale di Bari, Vito Savino, interviene con una nota sulla notizia dell'inchiesta della Procura di Lecce nei confronti di alcuni giudici della Sezione Fallimentare del Tribunale precisando che «non è dato conoscere riferimenti specifici di reati ai singoli giudici, che si tratta di accertamenti in svolgimento, e che gli accertamenti sono derivati da denunzie puntuali presentate dagli stessi giudici (specificamente dal presidente della sezione Franco Lucafò in servizio alla sezione fallimentare da gennaio 2009)». Nella nota, Savino precisa, inoltre, che «senza imputazioni formali e in contesto di indicazioni approssimative e generiche, non è corretto pubblicare riferimenti titolati, tali da determinare pubblico discredito per l'attuale svolgimento della attività giurisdizionale dei magistrati facenti parte della sezione fallimentare da me apprezzata per competenza, professionalità e moralità, impegnati d'altronde nella gestione di complesse ed importanti procedure fallimentari e concordatarie».
L'ANM - «La divulgazione sulla stampa di notizie sommarie in merito a indagini doverosamente avviate a Lecce, su denuncia peraltro del Presidente della Sezione Fallimentare di Bari Franco Lucafò, e ancora in fase di approfondimento», rischia «di ingenerare ingiustificato discredito sull'operato di una intera importante Sezione del Tribunale di Bari». Lo afferma in una nota il presidente della sezione barese dell'Associazione nazionale magistrati, Salvatore Casciaro. L'Anm parla di «frettolose, incaute indicazioni giornalistiche in ordine a un possibile personale coinvolgimento di magistrati in servizio alla stessa sezione fallimentare, senza però alcuna precisazione di fatti e circostanze o imputazioni a loro carico». Secondo Casciaro, si «rischia di ingenerare ingiustificato discredito sull'operato di una intera importante Sezione del Tribunale di Bari, e sui magistrati alla stessa addetti, ledendone il prestigio e alimentando, com'è agevole intuire, falsi convincimenti nell'opinione pubblica».

1 commento:

  1. Gentile Redazione,

    nell'interesse del mio anziano genitore avv.Gaetano Vignola ( oggi 84 enne) ,con la presente chiedo,la rimozione di un articolo del 2012 ,invocando il legittimo diritto all'oblio per il tempo trascorso: http://pas-fermiamolebanche.blogspot.com/2012/10/tribunale-fallimentare-6-giudici.html

    Si precisa inoltre che tale richiesta è formulata nel “totale rispetto della lecità del diritto d’informazione per fini giornalistici “riguardo a fatti che hanno avuto sicuramente interesse pubblico e che si accetta fin d’ora che tali articoli vengano collocati all’interno dell’archivio storico della ’redazione Fermiamo le banche ” in modo che gli stessi risultino accessibili esclusivamente a chi li ricercasse, in maniera puntuale, attraverso gli appositi strumenti resi disponibili nell’ambito dell’archivio storico della testata.

    Resto in attesa di cortese riscontro e Nel ringraziarvi ,Vi porgo cordiali saluti.




    avv.Marco Vignola



    --

    RispondiElimina