L’uomo che massacra le aziende ma salva le banche
di Giorgio Cattaneo - 29/06/2012Fonte: libreidee
Questa scena è grottescamente impossibile se dirimpetto a Mario Monti immaginiamo una qualsiasi azienda italiana, un qualsiasi vostro omologo, 


| di: Mario Consoli |

“Saremo intransigenti con i forti”, aveva detto un paio di giorni fa Mario Monti, ma nessuno lo aveva preso sul serio. Per fortuna, sennò sai che delusione!
Ieri ho incontrato due vecchi amici. Ci siamo messi a parlare dei figli e della crisi che avvolge l'Italia. Mi hanno raccontato che il loro figlio che ora ha più di trent'anni si è messo in cooperativa con altri. Fanno pubblicità grafica e cose del genere. Mi hanno fatto capire che non guadagna quanto basterebbe per vivere. Naturalmente sono loro a soccorrerlo fino a quando potranno. Questa è la condizione della generazione dei biagizzati la legge che oramai da dieci anni ha di fatto abolito il contratto di lavoro a tempo indeterminato e l'obbligo a pagare una retribuzione dignitosa (come prescrive vanamente la Costituzione).
Pare strano per un milanese “doc”, ma tutto iniziò a Torino. Più di quarant’anni fa. La parabola del professor Mario Monti, da giovane e promettente docente di Economia a presidente del Consiglio di un’Italia commissariata e messa in svendita dalla finanza internazionale, prende infatti le mosse dall’arrivo del ventisettenne economista alla facoltà universitaria subalpina. 