sabato 16 giugno 2012

Rothschild furioso: "Smuovo il Mossad per trovarlo"


Riciclaggio, via coi soldi dei cittadini: il banchiere Rotschild furioso: "Smuovo il Mossad per trovarlo"


Madoff della Maremma, l'inchiesta della procura e le intercettazioni sul caso finanziario

 
Un nuovo ordine di custodia cautelare per un 46enne latitante, dopo quello a Robert Da Ponte, finanziere californiano, uomo di fiducia del gruppo svizzero e ai vertici di Rothsinvest, società con sede a Grosseto

Nel riquadro, Robert Da Ponte, finanziere californiano
Nel riquadro, Robert Da Ponte, finanziere californiano

Firenze, 15 giugno 2012 - Seconda ordinanza di custodia cautelare a una persona ora latitante. E le ombre della camorra che incombono minacciose. Sono le novità e icolpi di scena dell'indagine svolta dalla procura di Firenze su riciclaggo e esercizio abusivo di attività finanziaria, con la sparizione di 250 milioni di euro che provenivano da pensioni e liquidazioni di semplici cittadini, che avevano investito i loro risparmi nella società Rothsinvest.
Paolo Poriniensi, 46 anni di Pordenone, abitante a Treviso, direttore esecutivo della societa' con sede in Svizzera e a Grosseto, non autorizzata a fare intermediazione finanziaria in Italia.
Il nome di Poriniensi era emerso nell'inchiesta di procura e Ros dei carabinieri di Firenze, ma solo con gli interrogatori di garanzia che il gip ha fatto sui quattro arrestati si e' chiarito il suo ruolo-chiave nei trasferimenti di denaro tra Svizzera e Montenegro, con cui teneva rapporti costanti. Di qui la richiesta degli inquirenti di arrestarlo in carcere.
Ma anche lui, come gia' il 'dominus' dell'organizzazione e uomo di fiducia del gruppo Rotschild, il californianoRobert Da Ponte, e' irreperibile.
L'americano Robert Da Ponte, il 'Madoff' della Maremma sparito con 250 milioni di euro raccolti in Italia avvalendosi del suo ruolo di dirigente di spicco del gruppo svizzero Rothschild, nelle settimane prima di diventare latitante ebbe un incontro in una sede di una banca fiorentina.
Sull'incontro, che per ora rimane 'misterioso' agli investigatori di procura e Ros dei carabinieri di Firenze, sono in corso indagini. E' Da Ponte stesso che, udito in conversazioni dai carabinieri, ne fa cenno parlando con un cliente che gli ha affidato i suoi capitali, un campano imprenditore a Fucecchio, titolare di un calzaturificio. L'incontro avuto da Da Ponte ci fu a meta' marzo e duro' circa tre ore.
POSSIBILI OMBRE DELLA CAMORRA?
Per ora sono solo ombre, ma le parentele di un arrestato con referenti di spicco della camorra stanno destando interesse tra gli inquirenti fiorentini, procura e Ros dei carabinieri, impegnati nell'inchiesta per riciclaggio relativa alla sparizione di oltre 250 milioni di euro transitati da banche della Svizzera tramite la societa' Rothsinvest.
Secondo quanto emerge, la famiglia di Salvatore Aria, arrestato in carcere ed uno dei piu' stretti collaboratori di Robert Da Ponte, il dirigente del gruppo Rothschild irreperibile con la famiglia da meta' maggio, era molto legata alla Nuova camorra organizzata (Nco), in particolare con Roberto Cutolo, figlio di Raffaele.
Gli investigatori del Ros rilevano i rapporti di Armando e Michele Aria, rispettivamente padre e fratello di Salvatore Aria, il promotore finanziario ora arrestato nel carcere di Sollicciano (Firenze), con la Nco. A Tradate, nel Varesotto, gli Aria si erano spostati da Teano (Caserta), citta' di origine.
Lo stesso Roberto Cutolo vi visse per un periodo, dovendo osservare un soggiorno obbligato, ed ebbe legami
con Michele Aria - i due furono anche arrestati per aver avviato attivita' criminali insieme nella zona -. A Tradate il figlio di Cutolo fu ucciso nel 1990 in un agguato.
Sempre dall'inchiesta fiorentina e' emerso che un collaboratore della Rothsinvest, Francesco Minunni, risulta imparentato con esponenti della camorra: per il Ros suo zio materno e' Gennaro De Angelis, uno dei maggiori esponenti del clan dei Casalesi.
Per le indagini Minunni sarebbe stato impegnato con il Consorzio Toscano Cooperative (Ctc) a reperire circa 200 mln di euro per far decollare il progetto Genius Mundi, parco a tema di estensione regionale ispirato a Leonardo da Vinci. Il parco, ipotizzato tra Firenze e Pisa, non e' mai nato ma Da Ponte e la Rothsinvest avrebbero dato al Ctc ed a Minunni assistenza finanziaria per realizzarlo.
''Mancano 150 milioni di euro, c'e' un casino che non ti immagini...150 milioni... c'e' gente che si dovra' impiccare. Io ho capito cosa e' successo... secondo me prendeva questi soldi (dei clienti della finanziaria Rothsinvest, ndr), se li prendeva lui, pero' continuava a pagare a tutti quanti gli interessi, quando gli hanno congelato i conti non ha potuto piu' far fronte a queste cose qui''.
Cosi' l'avvocato palermitano Alfredo Tortorici, adesso agli arresti nel carcere di Sollicciano (Firenze), parlava il 20 maggio scorso alla fidanzata inglese riferendosi al 'Madoff della Maremma', l'americano Robert Da Ponteche da qualche giorno era sparito con la famiglia rendendosi irreperibile e di cui e' stato uno dei piu' stretti collaboratori finanziari.
A Da Ponte erano stati congelati i conti correnti della societa' Rothsinvest il 12 aprile scorso dalle autorita' svizzere stimolate per un'inchiesta per riciclaggio partita dalla Spagna. ''Qualcuno che dobbiamo capire chi e' sicuramente l'avra' minacciato che non ha mandato i soldi'', diceva ancora Tortorici prima di essere arrestato. ''Sono stati fatti i conti e di fatto c'e' questo buco qua. Io domani mattina devo affrontare un signore che ha dato 40 milioni di euro. Gli posso dare una bella corda e gli dico: ''Impiccati!'''.
ROTHSCHILD INFURIATO: "CHIAMO IL MOSSAD"
Il banchiere svizzero Nathan Rothschild, della nota dinastia di finanzieri, rifiutava di credere che uno dei suoi dirigenti di fiducia, l'americano Robert Da Ponte, potesse esser scappato senza dare conto degli oltre 250 milioni raccolti in Italia.
Infuriato, in uno sfogo avrebbe anche paventato di ''ingaggiare tutto il Mossad per trovarlo''. E' quanto diceva alla fidanzata il 20 maggio scorso, prima di essere arrestato dal Ros di Firenze, l'avvocato palermitano Alfredo Tortorici, uno dei piu' stretti collaboratori del 'Madoff della Maremma', il californiano Robert Da Ponte, sparito da alcuni giorni con la famiglia.
''Con Nathan non ci si puo' parlare, lui non ci crede - diceva Tortorici - lui dice: 'Lo conosco da trent'anni, non me l'avrebbe mai fatta a me'. Sono tutti scioccati perche' se esce questo scandalo qua chiude la banca''.
Alla fidanzata che ipotizza una denuncia Tortorici risponde: ''No, che denuncia! Per ora devono capire (il gruppo Rothschild, ndr) come evitare gli scandali se no perdiamo tutti il posto, chiude la banca se scoppia lo scandalo''. Sempre riferendo del colloquio avuto con Nathan Rothschild, mettendolo al corrente dell'ammanco dai conti della Rothsinvest, Tortorici diceva anche che: ''Gli ho detto 'Nathan tu non ci credi ma i conti sono questi'... Nathan e' sotto shock... un ebreo sotto shock non e' una cosa bella, che poi si e' incazzato e ha detto 'Piglio tutti i soldi...ingaggio tutto il Mossad per trovarlo'''.
Ma secondo quanto diceva Tortorici alla fidanzata un ''preoccupatissimo'' Rothschild, ''che e' il capo di tutti gli ebrei svizzeri'', soprattutto per lo scandalo, diceva anche: 'Se esce una cosa del genere il Mossad mi viene ad ammazzare qua a me pure'''.
Con lo stesso Nathan Rothschild, Robert Da Ponte e' uno dei cinque dirigenti generali della Rothsinvest Asset Management, societa' che amministra beni personali degli stessi banchieri Rothschild.

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