GIORGIO CREMASCHI – Dalla Grecia all’Europa, no al massacro socialehttp://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2012/02/13/giorgio-cremaschi-dalla-grecia-alleuropa-no-al-massacro-sociale/
Nel 1941 Manolis Glezos riuscì a togliere la bandiera nazista dall’Acropoli di Atene, occupata dai tedeschi. Divenne un capo e un eroe della Resistenza. Ieri notte Glezos, a 91 anni, era in piazza per lottare contro le misure imposte dall’Europa alla Grecia, è stato colpito dalla polizia ed è ricoverato in ospedale.
Se fossi stato in piazza Sintagma avrei anch’io applaudito i black block. Quello che si sta facendo alla Grecia è una violenza autoritaria senza precedenti per l’Europa occidentale, dal ‘45 ad oggi. Il solo paragone che viene a mente è quando nel 1938, a Monaco, le grandi potenze europee umiliarono la piccola Cecoslovacchia costringendola a cedere la regione dei Sudeti a Hitler. Allora si disse che l’Europa aveva scelto il disonore per evitare la guerra e avrebbe avuto entrambe. Oggi i governi europei e le banche scelgono il massacro sociale per evitare il fallimento e avranno entrambi.
Oramai è chiaro che è criminalità economica quella che viene imposta dalla Troika (Fondo monetario internazionale, Banca europea e Commissione europea), in alleanza con i governi di destra dell’Europa, da Merkel a Monti. Questa linea provoca terribili devastazioni ma non ha alcuna possibilità di rilanciare la tanto decantata crescita, in questo senso andrà a un clamoroso fallimento. Questa linea distrugge senza produrre alcunché, se non i guadagni grondanti di sangue delle Borse, che oggi festeggiano il massacro greco.
Pare che adesso, non contenti, i burocrati e governi europei chiederanno ai partiti greci di sottoscrivere gli impegni, votati da un parlamento totalmente delegittimato, anche per dopo le elezioni. E se il voto dovesse, come è quasi sicuro, cancellarli questi partiti servi dell’Europa delle banche? Allora cosa chiederà l’Europa, un governo tecnico dei colonnelli?
Le barricate greche sono il segno della sconfitta dell’Europa della finanza e delle banche, i loro stupidi guadagni hanno vita corta. Certo si vuole colpire la Grecia per far pensare agli italiani che in fondo la rinuncia all’articolo 18 è un prezzo tollerabile, visto quello che è successo in quel paese. E può darsi anche che in un parlamento italiano, asservito e delegittimato come quello greco, questa stupidaggine trovi largo consenso. Ma la sostanza è che la rivolta greca è solo l’annuncio della rivolta europea contro la dittatura finanziaria che sta distruggendo democrazia e stato sociale. E’ solo questione di tempo e la rivolta in Europa crescerà e travolgerà i governi tecnici e chi li sostiene.
Dobbiamo fermarli. Cominciamo ora.
Giorgio Cremaschi
(13 febbraio 2012)
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