MES ed Eurogendfor, il vero volto dell'Europa unita?
di Andrea Degl'Innocenti - 17/02/2012Fonte: il cambiamento
Prima l'istituzione della nuova gendarmeria europea, poi il Meccanismo europeo di stabilità, che si configura come un ente finanziario sovranazionale in grado di condizionare le politiche economiche dei paesi membri e salvare banche private. L'Europa unita mostra d'improvviso il suo vero volto, fatto di imposizioni finanziarie e sorveglianza militare.
L'Eurogendfor, la nuova gendarmeria europea, appare sempre più come il braccio armato di un potere finanziario sovranazionale
Esiste una politica sociale dell'Unione europea? Esistono normative che fissino un salario minimo, che tutelino i diritti dei lavoratori? La risposta a queste domande è no, non esistono. L'Europa unita, per come si presenta adesso, è solo un'unione di tipo finanziario, senza un briciolo di visione sociale condivisa.
Eppure, nonostante la sua ingerenza sulla nostra vita quotidiana divenga di giorno in giorno maggiore, tale da sovrastare oramai le decisioni prese dai singoli stati, nessuno si sente in diritto di pretendere alcunché dall'unione, a livello sociale, di diritti, di garanzie.
Così, approfittando di quel comune senso di gratitudine verso l'Europa, vista dai più come un ente portatore di progresso ed emancipazione, l'Unione ne approfitta per stringere ancora di più il cappio attorno al collo dei paesi membri. Dopo l'approvazione del Fiscal Compact, che obbliga al pareggio di bilancio e impone misure drastiche di riduzione del debito, ecco arrivare un altro pacchetto esplosivo.
Si chiama Mes, acronimo di Meccanismo europeo di stabilità. È una sorta di fondo salva-stati, che i paesi membri si impegnano a costituire versando una quota iniziale che varia da paese a paese (e quote successive decise ad insindacabile giudizio del consiglio dei governatori). Nel caso dell'Italia si tratta della terza quota per dimensioni (dopo Germania e Francia), pari a circa il 18 per cento del totale. Circa 126 miliardi di euro solo come quota iniziale, che se ne escono dalle nostre casse già stremate. Per finanziare cosa?
Leggiamo all'articolo 12, comma 1, che "Ove indispensabile per salvaguardare la stabilità finanziaria della zona euro nel suo complesso e dei suoi Stati membri, il MES può fornire a un proprio membro un sostegno alla stabilità, sulla base di condizioni rigorose commisurate allo strumento di assistenza finanziaria scelto. Tali condizioni possono spaziare da un programma di correzioni macroeconomiche al rispetto costante di condizioni di ammissibilità predefinite".
Nelle sue linee generali il Mes si configura come uno strumento per legittimare l'ingerenza europea nelle politiche economiche dei paesi membri.
Se poi andiamo a sbirciare fra le finalità dell'organismo, ci accorgiamo che le tipologie dei suoi interventi sono divise in due categorie: quelli di “assistenza precauzionale” di un paese membro in crisi, effettuata dopo un'accurata analisi in collaborazione con il Fmi (art.14); e quelli di “ricapitalizzazione delle istituzioni finanziarie di un membro del MES” (art.15).
Leggiamo meglio questo articolo 15: “Il consiglio dei governatori può decidere di concedere assistenza finanziaria a un membro del MES ricorrendo a prestiti con l'obiettivo specifico di ricapitalizzare le istituzioni finanziarie dello stesso membro del MES”.
In pratica il consiglio dei governatori del Mes, composto dai ministri delle finanze dei paesi membri, può decidere autonomamente di salvare una qualsiasi banca privata europea con i soldi pubblici forniti da tutti gli stati.
Se poi analizziamo il Mes nel contesto generale dei nuovi organi istituiti dall'Unione, il quadro si fa persino più cupo. Pensiamo all'istituzione della nuovaforza di gendarmeria europea: l'Eurogendfor.
Mes ed Eurogendfor hanno molte cose in comune. Si tratta in entrambi i casi di organismi sovrastatali, che agiscono autonomamente, i cui membri godono diimmunità totale e non devono rendere conto a nessuno degli stati membri delle decisioni prese. Uno è un organismo finanziario, l'altro militare.
È questo il senso dell'Europa unita voluta da illustri pensatori come Mazzini e Voltaire? Un'insieme di politiche finanziarie e di strumenti repressivi? Che significato ha dirsi orgogliosamente cittadini europei, se non esiste ancora un briciolo di politica comunitaria a tutela dei cittadini?
I segnali sono preoccupanti. Quel potere strisciante che per decenni si è nascosto nei meandri di una società liquida, ed ha anestetizzato i propri sudditi attraverso la cultura del benessere e dei consumi col mito della libertà, sembra aver cambiato strategia, ed essere intenzionato a venire alla luce del sole. È in corso un attacco frontale ai diritti dei cittadini d'Europa. Saremo in grado di rispondere?
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