giovedì 3 maggio 2012

Cile: il Crédito Corfo de Pregrado

www.resistenze.org - popoli resistenti - cile - 29-04-12 - n. 407
da Gioventù Comunista del Cile - www.jjcc.cl/wps/?p=1590
Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
Indebitamento o una nuova forma di schiavitù?
Camila Vallejo
Aprile 2012
 
In mezzo alla cinica retorica ufficiale che pretende di presentare, quasi fosse il teatro dell'assurdo, il Cile come il fiore all'occhiello in termini di diritti e libertà, appare alquanto triste l'iniezione di realtà riguardante la situazione disperata di un gruppo di nuovo truffato dal modello neoliberista.
 
Pochi giorni fa un gruppo di laureati ha rilasciato una dichiarazione (9 aprile 2012) in cui si presentava come "formato per la maggioranza da famiglie della classe media cilena, che non disponendo di sufficienti risorse economiche per finanziare l'istruzione superiore dei propri figli, trova come unica opzione per lo studio, quella dell'indebitamento diretto con la banca attraverso il Crédito Corfo de Pregrado".
 
Il Credito Corfo è un meccanismo di finanziamento implementato negli anni 90 che viene, insieme al CAE, del 2005, ad approfondire il modello neoliberale nell'educazione imposta durante la dittatura militare. Questo credito, che ha tassi di interesse dell' 8,5%, ha permesso alle banche di aprire un nuovo commercio a costo del sonno di migliaia di famiglie cilene, famiglie appartenenti alla classe media che volevano vedere i propri figli accedere all'istruzione superiore e che per il livello dei loro stipendi mensili non potevano pagare la retta in tutto o in parte. Per queste famiglie, al momento di accedere all'istruzione superiore, non c'è stata altra scelta che il Crédito Corfo de Pregrado. Questa è la grande libertà di scelta che garantisce il nostro modello.
 
Oggi il problema è che questa "gran trovata" per finanziare gli studi superiori, è stata molto redditizia per le banche che hanno generato miliardi di dollari in profitti, ma per niente positiva per le famiglie del ceto medio, costrette ad acquistare il credito nella prospettiva che un giorno, con questi studi, potessero migliorare le loro condizioni di vita.
 
In questo modo, la classe media, che non è quantificata nelle statistiche della povertà e non si trova al centro delle politiche di spesa sociale dello Stato, è quella che deve pagare per il diritto più elementare; è quella classe che a un certo punto ha creduto al discorso della "mobilità sociale", quella che sacrificandosi finanziariamente con un prestito per accedere all'istruzione superiore, raggiungerebbe il livello di qualifica sufficiente per essere in futuro più produttiva ed aumentare il proprio livello di remunerazione, secondo la "teoria del capitale umano".
 
Questa classe media è oggi rappresentata da più di 100mila famiglie che hanno urlato al cielo quando si sono rese conto che il credito è diventato impagabile in modo peggiore addirittura del credito al consumo o ipotecario. Molti hanno dovuto abbandonare lo studio ed inserirsi nel mondo del lavoro precario per pagare il debito, altri, già professionisti diplomati, si sono resi conto che non lo potranno mai pagare. Ma il danno è più grave quando ci sono casi di pignoramento, aste, minacce telefoniche di azione penale, veri e propri attacchi psicologici contro studenti o i loro garanti. Cioè al danno patrimoniale si aggiunge il danno all'integrità morale e psicologica dei giovani e delle loro famiglie.
 
Ci sono 100mila famiglie che, per evidenza empirica, non si ritrovano nel discorso ufficiale in materia di diritti. Sono quelli a cui la realtà ha detto che l'unica possibilità che hanno per esercitare il loro diritto all'istruzione è la firma di crediti milionari a tassi di interesse elevati (peculiare forma che il Cile neoliberale ha di garantire diritti); 100.000 famiglie sono oggi con il cappio al collo, vivono con la paura di essere schiavi di un debito che non potranno mai pagare, hanno capito che la tanto desiderata mobilità sociale si è trasformata in una vera e propria retrocessione e stagnazione economica.
 
Questo non è che un meccanismo ben pensato per approfondire o almeno mantenere, delle disuguaglianze, che condannando chi non poteva pagare in contanti, a pagare alla fine di più rispetto di quello che pagano i ricchi per la loro educazione, perdendo perfino la casa.
 
Questo non è altro che una nuova forma di schiavitù, quella del neo-liberismo. Le regole del mercato di cui siamo diventati dipendenti senza possibilità di sceglierle, sono quelle delle banche e degli interessi privati che ci guadagnano sempre.
 
Quando sarà che l'interesse pubblico sarà anteposto agli interessi economici privati?

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