giovedì 3 maggio 2012

I "diritti" dei lavoratori in Svizzera

www.resistenze.org - popoli resistenti - svizzera - 27-04-12 - n. 407
da Partito Comunista, sezione ticinese del Partito Svizzero del Lavoro - www.partitocomunista.ch
Massimiliano Ay, segretario politico - Leonardo Schmid, responsabile lavoro
Dichiarazione del Partito Comunista dal Canton Ticino (Svizzera) in occasione del 1° maggio 2012
 
Il Partito Comunista, in occasione della giornata dei lavoratori tiene ad esprimere la propria solidarietà e il proprio sostegno a chi fatica ogni giorno per arrivare alla fine del mese. All'alba del XXI secolo, in Svizzera, ancora non esiste un salario minimo per tutti i lavoratori e le lavoratrici, l'orario di lavoro legale è di 45 ore a settimana, non esiste una vera tutela contro i licenziamenti capricciosi di imprenditori che non vedono altro che i loro profitti e la disparità salariale tra uomini e donne è ancora mediamente superiore al 20%. Questo è il triste disegno, parziale, di un paese in cui ci sarebbe ricchezza a sufficienza per ripagare il debito pubblico di mezza Europa.
 
D'altra parte, è ormai più di un secolo che si festeggia il Primo di Maggioin tutto il mondo, ma anche in occidente i diritti dei lavoratori sono sotto attacco. Con l'appoggio di FMI e BCE, i governi europei stanno facendo pagare tutta la crisi a chi lavora, invece di andare a batter cassa dai monopoli. Se il pensionamento a 65 anni, in Svizzera è la regola da più di 60 anni, fino a poco tempo fa era l'eccezione in Europa. I contratti collettivi basati sulla *pace del lavoro* vengono imposti a tutti paesi UE direttamente da Bruxelles su consiglio dei dirigenti sindacali europei. La libertà di licenziare come e quando si vuole, alla pari di come si può fare da sempre nella amata Confederazione, negli ultimi mesi ha ispirato più di un ministro Goldman Sachs. Insomma, pare che siano più gli europei che diventino svizzero-compatibili che non il contrario, alla faccia di chi a sinistra diceva che entrare nell'UE avrebbe reso il nostro paese più sociale.
 
Una volta di più si dimostra quanto è marcio il sistema, e le soluzioni scelte dai potenti non faranno che peggiorare la situazione. La crisi sarà sempre più profonda e le tensioni sociali e geopolitiche si faranno sempre più forti, ma nonostante ciò il capitalismo non cadrà da solo. Tutti lo sanno, nessuno regala niente, per cui il Partito Comunista invita tutti i lavoratori e le lavoratrici a mobilitarsi per difendere e conquistare i propri diritti. Il Partito Comunista si unisce inoltre a coloro che in tutto il mondo rinnovano la lotta per una nuova società socialista ed invita i lavoratori e i popoli sfruttati a ribellarsi contro l'imperialismo e a difendere la pace.
 
In Ticino, il primo di maggio 2012, il partito comunista scenderà in piazza per chiedere :
 
- Un salario minimo di 4'000 fr al mese o 22 fr all'ora per tutti
 
- L'introduzione della giornata lavorativa di 8 ore (40 ore settimanali)
 
- L'introduzione delle penali contro i licenziamento (per ogni anno di lavoro in azienda deve essere versato un mese di salario)
 
- Una tassa dei milionari per finanziare le assicurazioni sociali, di cui una cassa malati unica e sociale e una super AVS.
 
- Il diritto di voto e di eleggibilità per i lavoratori stranieri con permesso B e C

Nessun commento:

Posta un commento