Mario Borghezio: La necessità dell'abbandono dell'Euro
Nei sette anni da che è stata introdotta la moneta comune europea, la crescita del PIL pro-capite europeo è stata di un esangue 1% annuo, la metà di USA e Gran Bretagna; e la disoccupazione UE è al 9 %, contro il 4,5 % britannico.
Che l'euro sia almeno una causa di questa paralisi, è un sospetto che albeggia ormai anche nelle sedi ufficiali.
Avremmo bisogno di far calare drammaticamente il costo del denaro; invece l'euro ce l'ha apprezzato in modo rovinoso. A questo punto, si pone la domanda: conviene uscire dall'euro? E cosa accadrebbe?
Esaminiamo il caso storico del 1992: l'uscita della sterlina non dall'euro (che non c'era), ma dal "serpente monetario europeo", il sistema di cambi fissi precedenti. La sterlina si svalutò entro un mese del 10% sul marco tedesco; e la caduta fu accompagnata dal dimezzamento del tasso d'interesse: dal 12 % al 6 %. Tutti gli esperti predissero che la svalutazione avrebbe seriamente danneggiato l'economia britannica, producendo inflazione e aumentando il costo del debito per il rincaro degli interessi sui Buoni del Tesoro in sterline."Ciò che avvenne è esattamente il contrario"; dicono ora gli studi più attendibili. Le esportazioni britanniche crebbero di un 5 % in più rispetto alle importazioni negli anni seguenti.
Per l'Italia, l'uscita dall'euro e l'emissione di una "nuova Lira" avrebbe lo stesso significato:
svalutazione competitiva, e riduzione dei tassi d'interesse (costo del denaro) a breve, anche se qui lo spazio di manovra non è alto, dato che il tasso europeo è già un modesto 2 %. Ciò provocherebbe una maggiore spesa interna, accrescendo il PIL italiano, in modo "sostanziale". cioé pari al 2% dal secondo anno dall'introduzione della "nuova Lira".
Altro vantaggio: i BOT italiani non sarebbero nel "forte" euro moneta su cui non abbiamo alcun potere, ma nella "debole" Lira su cui avremmo un potere sovrano.Il che equivale ad un ripudio parziale del debito.Un'eventuale uscita dell'Italia dall'Euro, comporterebbe , come prime conseguenze:
- un consistente rialzo dei tassi di interesse e rendimenti dei Titoli di Stato inoltre,
- una svalutazione della valuta sostitutiva (chiamiamola Lira) rispetto al cambio originale di conversione pari a 1936,27 Lire per Euro.
Se dovessimo abbandonare l'Euro, infatti, la prima reazione dei mercati finanziari sarebbe di ridurre ulteriormente il rischio Italia nei portafogli, portando i rendimenti a livelli superiori a quelli attuali, almeno fino a quando incomincerà a manifestarsi il benefico vantaggio della svalutazione della nuova valuta di riferimento sull'esportazione e sulla crescita.
Spesso si liquida la questione dell'abbandono dell'Euro per il fatto che gli accordi stipulati non consentono alcuna forma di recesso e che, comunque, 'sarebbe troppo complicato ' pensare di ritornare alla Lira.
Ma è vero o non è vero che i mercati oggi stanno sottolineando l'illogicità e l'infondatezza della costruzione Euro e le fragilissime basi su cui si fonda l'Unione Europea?
L'euro ha solo 10 anni. Introdotto il primo gennaio 2002,l'euro sta passando uno dei momenti più difficili della sua storia.
Tanto che diversi economisti hanno già ventilato la sua scomparsa in nome di un salvifico ritorno alle valute nazionali. Il 10 novembre l'economista Usa Nouriel Roubini ha dichiarato sul Financial Times che l'unica medicina possibile, per l'Italia, era proprio quella di uscire dall'unione monetaria.
Sul "Point de vue" pubblicato su "le Monde" a fine dicembre 2011, molti economisti hanno sottoscritto un documento molto importante per sostenere la necessità dell'abbandono dell'Euro e quindi il ritorno alle monete nazionali.
Sul fronte degli euroscettici c'è anche l'economista italiana Loretta Napoleoni Per lei il ritorno alla nostra moneta originaria non è solo una speranza, ma una certezza: e infatti sostiene quanto segue "L'euro avrebbe ancora senso se funzionasse a due velocità. L'Italia deve ammettere con se stessa e con gli altri di rientrare nella fascia cosiddetta più lenta". Per questi economisti, specie i Paesi più deboli dovrebbero tornare tutti alle loro antiche monete.
In Italia, riportare in auge la lira farebbe aumentare l'inflazione favorendo le esportazioni e mettendo in moto quello che sembra un motore economico-produttivo totalmente arrugginito.
SU QUESTE PREMESSE, CONFORTATI DA QUESTI ILLUSTRI PARERI, CON LA NOSTRA DICHIARAZIONE SCRITTA, CHIEDIAMO: ALLA COMMISSIONE, AL CONSIGLIO E AI GOVERNI DI PRENDERE LE SEGUENTI DECISIONI:
1. ricreare monete nazionali in ogni Paese della zona euro, scambiando un euro esistente contro una unità di tale nuova moneta,
2. definire di comune accordo le parità monetarie delle nuove monete nazionali per ristabilire condizioni normali di scambio,
3. incoraggiare gli Stati membri a mantenere immutati al momento del passaggio i prezzi dei beni e servizi e i valori degli attivi e dei conti bancari,
4. stabilire una legge equivalente alla Glass-Steagall in vigore negli Stati Uniti che prevede la separazione tra banche di risparmio e banche di investimento;
Firmare questa dichiarazione scritta è un dovere verso i nostri popoli!
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