Indagati ex vertici Carife: stanziati 143 milioni di euro per palazzi mai realizzati
La cifra è stata stanziata nel 2005 a favore della ditta campana di costruzioni dei fratelli Siano. Ma a fine 2010, gli inquilini che avevano già pagato la casa erano ancora senza un tetto. L'ex presidente Santini si difende: "Che amarezza, ho sempre agito per il bene della Cassa di Risparmio di Ferrara"
di Marco Zavagli | 9 dicembre 2011
Tre avvisi di garanzia arrivati da Milano scuotono il mondo bancario che per anni ha dominato la scena finanziaria ferrarese. La procura ambrosiana ha indagato per truffa l’ex presidente della Cassa di Risparmio di Ferrara Alfredo Santini, l’ex direttore generale Gennaro Murolo e l’ex vice dg Giorgio Tomasi.
L’indagine, chiusa dal pm Gaetano Ruta, verte sulla vicenda Vegagest-Santa Monica e sui fondi immobiliari di Segrate. Al vaglio della magistratura sarebbero le erogazioni deliberate dai passati vertici della Carife, 143 milioni di euro, a vantaggio del gruppo dei fratelli Siano, costruttori campani con base su Cernusco sul Naviglio. Sono loro che dovevano realizzare a Santa Monica un maxi progetto di edilizia residenziale per centinaia di famiglie e giovani coppie. Questo grazie a una convenzione firmata nel 2005 dall’amministrazione comunale di Segrate con Vegagest sgr, società di gestione del risparmio di cui la Cassa di Risparmio di Ferrara è azionista di riferimento con oltre il 30% delle quote. Le altre quote sono ripartite tra Cassa di Risparmio di San Miniato (22,5%), Cattolica Assicurazioni (17%), Banca Popolare di Bari (10,8%), Cassa di Risparmio di Cento (8,1%), Banca Apulia (4,5%), altri investitori (6,6%).
Ma qualcosa in quel progetto andò storto. E a fine 2010, a distanza di quattro anni, gli inquilini – pur avendo già versato i propri risparmi (fino anche a 80mila euro) – non avevano ancora un tetto.
Alla notizia del recapito del 415 bis, gli avvocati di Santini, Filippo Sgubbi di Bologna e Marco Linguerri del foro di Ferrara, hanno precisato che quell’avviso di garanzia “è palesemente un atto dovuto. Da una prima lettura delle carte riteniamo, inoltre, che la sua posizione possa essere agevolmente chiarita e per questo motivo abbiamo già inoltrato richiesta al pm per un interrogatorio che, su nostra istanza, venga effettuato personalmente dal magistrato”.
In attesa dell’interrogatorio, che dovrebbe avvenire – calendario alla mano – all’inizio di gennaio, è lo stesso Santini a voler chiarire di persona la sua posizione. “Dopo oltre 40 anni dedicati, a vario titolo, a perseguire il bene della Cassa di Risparmio di Ferrara – interviene l’ex presidente storico di Corso Giovecca – ho appreso, con enorme amarezza, la notizia del mio coinvolgimento in una vicenda in relazione alla quale, garantisco, di non avere nessuna responsabilità”.
Santini tiene innanzitutto a precisare “di non avere mai avuto, e a nessun titolo, alcun contatto, né di conoscenza né di relazione, con le altre persone raggiunte dal medesimo avviso di garanzia che ho ricevuto io ad eccezione, ovviamente, dei dirigenti Carife”.
Nella sua autodifesa Santini sottolinea poi come le decisioni prese nel corso del suo mandato decennale siano sempre state avvallate o ratificate dal cda di Carife. Operazioni che comunque “ho sempre avuto ragione di ritenere, alla luce delle informazioni che mi venivano fornite, assolutamente regolari”.
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