La FED condanna a morte il Dollaro e le economie ad esso collegate
di Valerio Lo Monaco - 17/09/2012Fonte: il ribelle
Per capire appieno la portata della decisione della Federal Reserve di ieri sera c'è bisogno di considerare il significato del termine "illimitato" quando ci si riferisce ai mercati. Partiamo dalla fine: secondo alcuni commentatori - e noi concordiamo - il 13 settembre 2012 potrebbe esserericordato, in futuro, come la data cheindicherà storicamente il principio del processo che avrà portato alla finedel dollaro. E dunque del mondo finanziario che conosciamo.
Ci sono diversi indizi, come vedremo, che confermano tale tesi. Ma prima la spiegazione tecnica di quello che sta accadendo.
Dunque la Fed ha deciso di mettere in opera una nuova operazione diQuantitative Easing, come quelli fatti a suo tempo, con la essenziale e decisivadifferenza che questa volta si tratta di una operazione "open". Aperta eillimitata. Per ora è prevista la creazione - letteralmente: creazione - di moneta per un ammontare di 40 miliardi. Per ogni mese. Senza data di fine delleoperazioni. Questa somma servirà ad acquistare sia i Treasury Bond, cioè i titolidi Stato Usa che evidentemente nel mondo nessuno già vuole più e anche, attenzione, gli MBS (Mortgage-Backed Securities): si tratta delle obbligazioni garantite dai mutui ipotecari in mano alle Banche private. Se sentite puzza dibruciato avete ragione: questi ultimi titoli, spesso insistenti su situazioni diinsolvenza sono, al momento, praticamente senza mercato. Nessuno li vuolepiù. Le Banche ne sono piene e rischiano l'insolvenza. E il mercato immobiliareUSA non si riprende. Al momento i prezzi delle case sono stabilmente bassi, ma per evitare un loro ulteriore crollo si "rende necessaria" questa operazione della Fed.
Detto in sintesi: è una classica operazione "twist", ovvero la Fed si indebita ancora di più a breve (senza problemi, visto che può stampare a suo piacimento) per comprare debito pubblico federale a lunga scadenza. Cosa, quest'ultima, che ovviamente ha anche un valore elettorale, in prossimità dellePresidenzali 2012, e in merito al tema del tetto del debito pubblico USA ampiamente fuori controllo (qui ). Ma l'aspetto relativo alle elezioni in questo caso lo lasciamo da parte.
Torniamo all'economia. O meglio, alla finanza e ai suoi effetti.
Al momento, negli Stati Uniti, malgrado i richiami delle agenzie di rating, comequello di Moody's di qualche giorno addietro (qui ) che come avevamo scritto, eoggi si è confermato, era più che altro un avvertimento in prossimità delledecisioni di Ben Bernanke poi puntualmente arrivate, c'è l'assoluta mancanza diun vero dibattito serio sulla situazione del debito federale e di come fare per risolverlo. Il motivo è molto semplice: natura ed entità di quel debito sono talmente elevati che una soluzione non c'è. Senza l'intervento della Fed gli Stati Uniti sono in default. Ora, dopo questo intervento, prendono ancora una volta tempo prima di dichiararlo e, soprattutto, scaricano il rischio sulla comunità, evedremo a breve come. Questa monetizzazione del debito USA non avrà termine, in pratica, sino alla completa distruzione della fiducia nel dollaro (per chi ancora ne ha). Proprio a quest'ultimo riguardo, altro indizio fortementeindicativo, il valore dell'oro sta schizzando alle stelle. Come sappiamo, più decresce la fiducia nella moneta e più cresce quella nei metalli preziosi. Chi ha ancora fiducia nella moneta?
Pochi, pochissimi. O comunque solo chi è letteralmente costretto ad averla. Detenere dei titoli di Stato USA, al momento, equivale a detenere delleobbligazioni garantite dai mutui ipotecari stipulati dai cittadini statunitensi. Chesono sempre di più insolventi. E a questo riguardo ogni altro commento è superfluo.
Come è facile immaginare, proprio in questo momento gli USA sono stramaledetti in molte parti del mondo: i banchieri centrali cinesi, indiani ebrasiliani, per fare solo qualche esempio, staranno con molta probabilità pensando a creare delle nuove aree di scambio senza dollari. Tali zone con molta probabilità opereranno dalle parti della Russia e della Cina, ovvero dalleparti di chi è ormai già un pezzo che non teme più una eventuale reazionemilitare degli Stati Uniti, i quali ovviamente vedono la situazione come ildiavolo. Ricordiamo brevemente che fine hanno fatto Saddam Hussein eGheddafi (oltre a breve Ahmadinejad) nel momento in cui avevano paventato l'intenzione di iniziare a commerciare il petrolio in una valuta differente dal dollaro.
Il discorso in merito alla parola "illimitato" è peraltro diffuso. Non solo Bernankee la Fed, ma anche Draghi e la BCE, con la recente decisione di acquistare i titolidi Stato a medio termine senza limite, stanno sperimentando la cosa. E lo stesso stanno facendo, sebbene in modo differente, altre Banche centrali, comela Boj, la BoE e la PBOC (cinese). Per un motivo molto semplice: la situazione è fuori controllo e non c'è modo di tamponarla. Torna, sempre più pressantemente, la facile previsione di quei pochi che sin da tempi non sospettierano convinti di una fine del genere. Indicati al pubblico ludibrio da tutti gli altri, sono invece gli unici che avevano capito la situazione. E i loro lettori, se gli hanno creduto, gli unici a essersi aspettati una situazione del genere.
Uno degli elementi, in tutto il mondo, si badi bene, che ha spinto la Fed e lealtre Banche centrali a fare operazioni del genere è proprio la grande bolla speculativa sull'immobiliare. Problema che ha deflagrato all'inizio negli Stati Uniti ma che è scoppiato o sta per scoppiare altrove. Naturalmente Bernankegiustifica l'ultimo intervento con la volontà di ridurre la disoccupazione, ma contiamo vivamente che non vi sia, almeno tra i nostri lettori, nessuno chepossa credere alla cosa.
Il dato che emerge è che le Banche centrali di tutto il mondo stanno alzando la posta. Perché la posta è enormemente più alta di quanto non fosse all'inizio della crisi ed enormemente più fuori controllo malgrado tutte le inutili, dannosee inefficaci operazioni fatte teoricamente per uscirne. Oggi come oggi, senza la creazione di una bolla dietro l'altra - e il tentativo odierno è volto a cercare dirigonfiare proprio la bolla del settore immobiliare che invece è agonizzante - tutto sarebbe già finito. E anche in questo caso si riesce a salvaretemporaneamente il tutto dal crollo definitivo proprio per mezzo di una bolla ancora più grande. L'ultimo stimolo per il Pil USA e ancora di più per il rapporto debito/Pil è esattamente, al momento, far ripartire il motore del prodotto interno lordo statunitense, ovvero i prezzi delle case. Siccome però i disoccupati aumentano e quelli che lavorano non hanno più lavori degni di questo nome è facile immaginare quanto i cittadini statunitensi saranno in grado di ripagare i mutui ipotecari che hanno.
In termini numerici, l'operazione da 40 miliardi ogni mese equivale al 3% dell'intero debito pubblico USA. Il totale dei titoli di debito in seno alla Fed, al momento è di 2804 miliardi e con l'operazione attuale la Banca comprerà il 20% in più rispetto ai valori attuali e il 60% in più dei titoli legati ai mutui rispetto a quanto abbia fatto sino a ora. Beninteso, l'effetto sui mutui e sui prezzi dellecase nel breve periodo ci sarà eccome, ma siccome l'ondata inflattiva è dietro l'angolo (spieghiamo a breve) tali mutui sono destinati a diventare rapidamentecarta straccia.
Ma, si direbbe, se attraverso operazioni come queste il tutto tiene, perché preoccuparsi? Se alle Banche centrali basta creare moneta per non far crollare il castello, e questa operazione viene fatta, che problemi ci sono? Molti, a dire il vero. E devastanti.
La creazione di moneta dal nulla, nella migliore delle ipotesi è l'innesco per una ondata inflattiva senza precedenti. A confronto di quanto avvenuto nel 2007, l'operazione odierna ha portata enormemente superiore. Tutte le Banchecentrali sono entrate nella fase della inflazione a tutti i costi. Quando una operazione è illimitata, allora tutto lo è. I mercati continuano a speculare a più non posso - visti i dati di oggi che saranno strombazzati nei telegiornali distasera? - e il mercato sarà inflazionato per ottenere una situazione molto semplice: con più inflazione il debito si riduce. Elementare, Watson: se devi 100,e oggi 100 equivale a dieci anni di lavoro, ma tra poco 100 sarà il tuo stipendiodi un anno solo, allora il tuo debito risulterà fortemente ridotto.
Solo che l'inflazione ha, ovviamente, degli enormi effetti collaterali. Effetti chesaranno tanto più grandi quanto sarà stata gonfiata l'ondata inflattiva. Siccomequest'ultima si prevede senza precedenti, è facile immaginare come saranno talieffetti. Tutte le volte in cui effetti collaterali di tipo finanziario si abbattono sul mondo, è sin troppo facile rilevare come vi sia un 99% di persone che li paga sulla propria pelle e come vi sia invece il restante 1% che ne beneficia. Sinteticamente, potremmo definire il piano di Bernanke, Draghi & Company come: lasciamo i prezzi salire, i debiti ridursi e la gente impoverirsi.
Serve dire altro?
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