sabato 15 settembre 2012

La grande retata di cui l'Italia ha bisogno

L'INTERVISTA di Lettera43

Qui Marra ci cova

L'avvocato-filosofo racconta la sua professione.

di Enzo Ciaccio

Ammette che con Vittorio Sgarbi esiste una «evidente affinità di idee» che lo potrebbe indurre - il condizionale è d'obbligo - a candidarsi con il Partito della Rivoluzione alle prossime elezioni politiche. E ammette anche di aver guadagnato, grazie anche alle migliaia di pignoramenti strappati allo Stato nei 40 anni di professione forense, «più e meglio della media dei colleghi avvocati».
UNA VITA CONTRO IL SIGNORAGGIO. 
Eppure Alfonso Luigi Marra, 62 anni, calabrese di san Giovanni in Fiore, avvocato cassazionista, filosofo e scrittore nonché pigmalione della show girl Sara Tommasi e teorico della battaglia contro il signoraggio bancario, assicura aLettera43.it «di non aver mai conservato un euro» ma di aver «sempre investito i guadagni in costose iniziative politico-culturali» utili alle sue battaglie civili.
Cura gratis a Napoli una seguitissima rubrica su Radio Marte, possiede uno studio al Centro direzionale e un altro a Roma, con una cinquantina di dipendenti (in maggioranza donne).
SPAURACCHIO DELLA PA. Dagli Anni 90, prima e dopo la legge Pinto che regola la materia degli indennizzi pagati dallo Stato alle vittime dei processi troppo lenti, Marra è lo spauracchio della pubblica amministrazione che - causa dopo causa - ha dovuto rimborsare a suon di euro i danni provocati dai processi lumaca. Solo nel 2011 lo Stato italiano ha speso più di 200 milioni in indennizzi: un vero salasso, per le casse pubbliche. Una manna dal cielo, per il portafoglio di vittime e avvocati. Non è un caso che il governo Monti abbia modificato a giugno 2012 la legge Pinto, ritenuta «sprecona e troppo permissiva».



DOMANDA. L’accusano di essere diventato ricco - più di altri avvocati - grazie alle migliaia di cause vinte contro lo Stato.
RISPOSTA. Non sono ricco. Ma che vuole che siano per lo Stato italiano 200 milioni di indennizzi rispetto alle enormi iniquità dei processi eterni?
D. Il governo Monti però ha modificato la legge Pinto. Che ne pensa?
R. I politici legati alle grandi banche sono riusciti ad annientare le vittime della giustizia al rallentatore.
D. Quindi?
R. Dopo le modifiche, non sarà più conveniente presentare i ricorsi.
D. Addio agli indennizzi facili. E alle parcelle d’oro...
R. Sì, ma scomparirà anche ogni tutela per le vittime della giustizia lenta.
D. Cioè?
R. I tempi medi di attesa torneranno a essere di sette anni e non di un anno e mezzo. Un giudice deciderà se un ricorso è ammissibile o no. Senza parlare del limite massimo del rimborso, che è diventato ridicolo.
D. La legge Pinto, dicono, era diventata un business insostenibile.
R. Insostenibili, per me, sono i ritardi della giustizia.
D. In 40 anni di carriera, quanti pignoramenti ha ottenuto dallo Stato?
R. Decine di migliaia.
D. Ora anche lei dovrà stringere la cinghia?
R. Da tempo avevo abbandonato le cause collettive di risarcimento.
D. Perché?
R. Troppe persecuzioni nei miei confronti.
D. Da uno a 10: lei quanto è diventato ricco?
R. Sarei ricco se avessi messo da parte i soldi guadagnati.
D. Invece?
R. Ho investito tutto nelle mie battaglie civili.
D. Sarà ricco comunque. O no?
R. Per finanziare idee innovative e spot sui canali Rai non basterebbero i soldi di Silvio Berlusconi.
D. Lei è contro le tasse. Ma le paga?
R. Se fosse per me, non pagherei un euro.
D. Perché?
R. Le tasse sono un illecito da abolire.
D. Davvero?
R. Tra poco Sara Tommasi girerà uno spot vestita in cui chiederà alla magistratura di intervenire.
D. Avvocato però non ha risposto. Le tasse le paga o no?
R. Sono costretto a pagarle, per colpa della ritenuta d’acconto.
D. Ha contenziosi aperti con il fisco?
R. Certo che sì, visto come la penso.
D. Com’è la sua dichiarazione dei redditi?
R. Risulto tra i maggiori contribuenti della Campania.
D. Dunque, è un uomo ricco.
R. Ripeto: lo sarei se non avessi investito in…
D. A Chiusdino, provincia di Siena, lei però ha una splendida tenuta in cui va a caccia di cinghiali.
R. Sì. Ma manco da un anno.
D. Dicono anche che la distesa di boschi sia tanto fitta ed estesa che serve il fuoristrada per visitarla.
R. Ho vissuto nella tenuta per un po’, lì ho riscoperto l’istrice e il tasso.
D. E adesso?
R. Ci vado di rado, è troppo impegnativo.
D. Che pensa degli animalisti anti-caccia?
R. Mi annoiano i lamenti sugli uccellini ammazzati mentre le temperature si innalzano, le sorgenti scompaiono, il mondo sta finendo.
D. Non è un cacciatore pentito?
R. Gli animali selvatici sono troppi: vanno abbattuti.
D. Potrebbe diventare anche questa una battaglia politica. A proposito, si candiderà o no alle Politiche con Sgarbi?
R. Le affinità determinano le alleanze.
D. Il problema numero uno?
R. Riuscire a presentare la lista: servono nomi forti e credibili.
D. Di che cosa ha bisogno l’Italia?
R. Di una grande retata che tolga di mezzo per un po’ politici, banchieri e sindacalisti.
Mercoledì, 12 Settembre 2012

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