sabato 22 settembre 2012

Italiani suicidi per la crisi: 68 casi nel 2012

Italiani suicidi per la crisi: 68 casi nel 2012, otto al mese


La maggior parte sono imprenditori del Nord Est, schiacciati dai debiti. Tra i disoccupati numerosi tentativi di togliersi la vita

TMNews CNN
Roma, 20 set. (TMNews) - Dall'inizio dell'anno sono 68 le persone che in Italia, sull'orlo del fallimento a causa della crisi economica e schiacciate dai debiti, hanno deciso di togliersi la vita.
Una media di quasi 8 suicidi al mese. A questo numero si devono aggiungere 20 tentativi di suicidio registrati tra i mesi di gennaio e settembre del 2012. La maggior parte dei suicidi si è registrata nel nord e in particolare nel nord est e a uccidersi sono soprattutto imprenditori, mentre i tentati suicidi si verificano soprattutto tra disoccupati. L'analisi dei dati, effettuata dalla Link Campus University con gli ultimi dati disponibili sul fenomeno del suicidio in Italia, ha permesso di contare 66 uomini e 2 donne che dall'inizio dell'anno si sono tolti la vita. I numeri, benchè alti, evidenziano però un'inversione di tendenza: dopo il notevole incremento registrato tra gli anni 2007 e 2009, si assiste oggi ad un calo dei suicidi per ragioni economiche. I 68 suicidi per motivi economici individuati in Italia nei primi 9 mesi dell'anno 2012 sembrano confermare un andamento opposto a quello registrato fino a due anni fa.

Maggio è il mese con il più alto numero di suicidi: 20 sui 68 rilevati da gennaio a settembre del 2012; a seguire il mese di aprile con 13 suicidi, gennaio con 12 e marzo con 9. Le vittime di suicidio hanno un'età media di 52 anni. La fascia di età maggiormente interessata è quella che va dai 45 ai 54 anni con un'incidenza del 48,5%, seguita dalla fascia 55-64 anni (25%).

I dati ancora una volta sottolineano le gravi difficoltà di un segmento della popolazione, quello dai 45 ai 64 anni, "che raccoglie un significativo numero di imprenditori e artigiani che maggiormente soffrono la variabilità del mercato". In questa fascia ci sono, inoltre, i cosiddetti esodati, ovvero i lavoratori espulsi dal mercato del lavoro ma non ancora in possesso dei requisiti per accedere al trattamento pensionistico e, in generale, tutti quei disoccupati per i quali il reinserimento lavorativo si rende difficoltoso non soltanto per la carenza di programmi ed incentivi a favore delle imprese ma anche a causa della difficile congiuntura economica.

L'area geografica maggiormente colpita dal fenomeno è il Nord con 24 suicidi, oltre il 35% dei suicidi censiti in Italia dall'inizio dell'anno; di questi 17 registrati nel solo Nord Est, ovvero il 25% del totale. In questa triste classifica seguono il Centro con il 32,4% degli episodi di suicidio, le Isole con il 19,1% e il Sud con il 13,2%. L'analisi del dettaglio per regione, inoltre, mette in evidenza il disperato primato del Veneto con 15 suicidi dall'inizio dell'anno, vale a dire il 22,1% dei suicidi che l'Italia conta da gennaio a settembre 2012. A seguire la Campania con 9 suicidi registrati, la Sicilia con 8 vittime e la Puglia con 7. Il Nord-Est conta anche il numero più elevato di tentativi di suicidio, ben 8 sui 20 registrati dall'inizio dell'anno in tutta Italia e di cui 5 solo nel Veneto.

Il numero più alto dei suicidi si è registrato tra gli imprenditori, tra i disoccupati invece il numero più alto dei tentati suicidi. *Il numero degli imprenditori e degli artigiani che si sono tolti la vita dall'inizio dell'anno è molto elevato. L'analisi della rassegna stampa - spiega Link Campus University - ha permesso di individuare 39 suicidi, circa il 57,4% dei suicidi registrati da gennaio a settembre del 2012. Le vittime sono accomunate da un senso di vergogna per essere costretti a chiudere o veder fallire i sacrifici di una vita intera, ma anche dalla pressante responsabilità nei confronti dei propri collaboratori o dipendenti il cui posto di lavoro è stato messo in discussione a causa della difficile situazione economica. Seguono i disoccupati (29,4%), mentre molto esigua è la percentuale dei suicidi segnalati tra i lavoratori dipendenti (8,8%) e tra i pensionati (4,4%)". Tra i tentati suicidi si registra, invece, un numero più elevato di disoccupati, nello specifico 11; a seguire 8 imprenditori e un solo lavoratore dipendente.

Le gravi difficoltà economiche e finanziarie appaiono la motivazione prevalente tra quanti hanno deciso di togliersi la vita; il 45,6% dei suicidi dall'inizio dell'anno è stato determinato dalla incapacità delle vittime di fronteggiare la precaria situazione economica personale, della famiglia, della propria azienda o attività commerciale. La perdita del posto di lavoro, recente o di lunga data, rappresenta la seconda motivazione che ha spinto 19 persone al suicidio (27,9%); seguono ancora la difficoltà di saldare i debiti verso l'erario(16,2%) ed infine il ritardo dei pagamenti da parte dei committenti che hanno portato le aziende in una situazione di liquidità insufficiente per poter proseguire la propria attività (10,3%).

La problematica situazione economica risulta la motivazione principale anche per i tentati suicidi; sono infatti 12 le persone che dall'inizio dell'anno hanno cercato di uccidersi perché oberate dai debiti o perché non sono riuscite a risollevare le sorti della propria azienda. Sono 7 i tentativi di suicidio registrati a causa della perdita del lavoro, mentre una sola persona ha cercato invece di togliersi la vita per i debiti accumulati verso l'erario.

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