“Faccio la prostituta perché le banche non mi danno il mutuo”. Volevo fare la tassista
7 ottobre 2012
http://difesautentibancari.com/2012/10/07/faccio-la-prostituta-perche-le-banche-non-mi-danno-il-mutuo-volevo-fare-la-tassista/
http://difesautentibancari.com/2012/10/07/faccio-la-prostituta-perche-le-banche-non-mi-danno-il-mutuo-volevo-fare-la-tassista/
Rimini, 7 ottobre 2012 – Ci ha provato in tutti i modi, dice lei. Ha bussato alla porta di banche e fiduciarie, cercando di ottenere quel finanziamento che le avrebbe permesso di avviare una nuova attività e non essere più disoccupata. Alla fine ha deciso: “Visto che non volete darmi il mutuo, adesso comincio a prostituirmi per ottenere i soldi che mi servono”. Una storia di rabbia e disperazione, quella di Marta (la chiameremo così), 39enne che ha deciso di ‘lavorare’ sul marciapiede pur di non restare disoccupata e racimolare abbastanza denaro per rilevare la licenza di un taxi, che le era stata offerta a prezzo vantaggioso.
Marta (che non è originaria di Rimini) qualche mese fa si è rivolta speranzosa a numerosi istituti di credito, sia riminesi che della sua città d’origine. “Sono senza lavoro da tempo, io e mio marito paghiamo già un sostanzioso mutuo sulla casa. Quando mi è capitata l’occasione di rilevare una licenza taxi (auto inclusa), mi sono messa subito a cercare i soldi per poterla acquistare”. La donna ha iniziato a girare per banche, finanziarie e associazioni di categoria, cercando di farsi dare un mutuo ed eventuali contributi previsti per l’imprenditoria femminile, ma capisce subito che “la strada non è facile. A quanto pare il valore della licenza e dell’auto che potrei acquistare non basta come garanzia alle banche”. La donna va a parlare con la direzione di una banca locale riminese, e ottiene la medesima risposta: niente da fare. “Senza garanzie, il finanziamento non possiamo darlo”. Ed essendo la casa di proprietà già ipotecata (per il mutuo), Marta si trova in un vicolo cieco. “E’ stato a quel punto — racconta — che ho deciso di prostituirmi, per racimolare i soldi necessari”. La donna inizia il suo nuovo ‘lavoro’ – naturalmente all’insaputa del marito – ma dura poco: “Troppo umiliante, troppo degradante”. “All’inizio ho pensato che potevo abbassarmi anche a fare una cosa del genere, invece no: non ne sono capace”.
Marta (che non è originaria di Rimini) qualche mese fa si è rivolta speranzosa a numerosi istituti di credito, sia riminesi che della sua città d’origine. “Sono senza lavoro da tempo, io e mio marito paghiamo già un sostanzioso mutuo sulla casa. Quando mi è capitata l’occasione di rilevare una licenza taxi (auto inclusa), mi sono messa subito a cercare i soldi per poterla acquistare”. La donna ha iniziato a girare per banche, finanziarie e associazioni di categoria, cercando di farsi dare un mutuo ed eventuali contributi previsti per l’imprenditoria femminile, ma capisce subito che “la strada non è facile. A quanto pare il valore della licenza e dell’auto che potrei acquistare non basta come garanzia alle banche”. La donna va a parlare con la direzione di una banca locale riminese, e ottiene la medesima risposta: niente da fare. “Senza garanzie, il finanziamento non possiamo darlo”. Ed essendo la casa di proprietà già ipotecata (per il mutuo), Marta si trova in un vicolo cieco. “E’ stato a quel punto — racconta — che ho deciso di prostituirmi, per racimolare i soldi necessari”. La donna inizia il suo nuovo ‘lavoro’ – naturalmente all’insaputa del marito – ma dura poco: “Troppo umiliante, troppo degradante”. “All’inizio ho pensato che potevo abbassarmi anche a fare una cosa del genere, invece no: non ne sono capace”.
A quel punto la donna è tornata, qualche settimana fa, a contattare una delle banche riminesi a cui aveva chiesto invano un finanziamento per comprare la licenza del taxi. “Adesso ditemi voi cosa devo fare, perché io non so più dove sbattere la testa”.
Nessun commento:
Posta un commento