martedì 9 ottobre 2012

Intervista all'avv. Alberto Goffi

Dis - Equitalia - avvocato Alberto Goffi

dal blog di Grillo
dal

Dis - Equitalia
(15:00)
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"C’è questa tensione sociale nei confronti di Equitalia perché viene percepita l’ingiustizia. Perché per 50 anni non ci sono mai stati atti di violenza contro la Guardia di Finanza o l’Agenzia delle entrate? Perché tutto avviene nei confronti di Equitalia? Perché lo Stato non se l’è chiesto? Perché le istituzioni fanno finta di nulla su questo? Hanno fatto qualche spot presentando qualche atto in Parlamento, ma il risultato è stato scarsissimo, tant’è che la situazione di crisi di questi prossimi mesi si accentuerà e accentuerà ancora di più il problema della riscossione da parte di Equitalia, creando ulteriore tensione sociale." Alberto Goffi

Intervista ad Alberto Goffi, avvocato

In difesa della gente
Intanto ciao agli amici del blog di Beppe Grillo, grazie per avermi ospitato, questa è una battaglia sociale di giustizia, quindi essere qui oggi per me è sicuramente un grande onore. Mi occupo di questa battaglia contro Equitalia da ormai molti anni, ho scritto un libro lo scorso anno, con l’aiuto di Antonio Lubrano, è servito per aiutare con i ricavi le famiglie in difficoltà e le tante persone che hanno tentato i suicidi. Tanta disperazione l’abbiamo vista, l’abbiamo vista negli occhi e voglio raccontarla.
Intanto spieghiamo cos’è Equitalia. L’80% degli italiani la conoscono, nel 2010 su 24 milioni di famiglie, 18 milioni hanno ricevuto cartelle esattoriali. Equitalia è una società dello Stato che ha una partecipazione del 51% Agenzia delle entrate e 49% Inps, è presieduta da Attilio Befera che è anche a capo dell’Agenzia delle entrate e da Mastropasqua che è il Presidente dell’Inps e ha funzioni di vicePresidente di Equitalia. Equitalia è una società pertanto dello Stato, sostanzialmente deve andare a recuperare dei crediti dello Stato o degli enti locali, siano questi tasse rifiuti o sia invece Agenzia delle entrate. La norma è cambiata e dal primo gennaio 2013 i comuni e gli enti locali potranno riscuotere i tributi per conto proprio senza dover ricorrere a Equitalia. Questo è un dato importante perché sicuramente in questo blog ci saranno molti amministratori e bisogna fare in modo che tutti i comuni e tutte le amministrazioni si attivino per fare una riscossione in proprio, perché il rischio è altrimenti quello di andare a riaffidare a Equitalia dal primo gennaio un servizio che si è tolto per le storture e per le inefficienze che questa aveva provocato.
È importante spiegare le ragioni di questa battaglia. Molti mi accusano di essere il difensore degli evasori, sono un giovane avvocato torinese, figlio di un artigiano che ha vissuto queste storture. Mio padre era e è un piccolo imprenditore con due dipendenti che ha atteso 3 anni i pagamenti da parte dello Stato e si è trovato in difficoltà, a un certo momento ha pagato 3 volte la cifra che avrebbe dovuto pagare inizialmente allo Stato. Mi sono informato se la storia di mio padre fosse isolata, purtroppo ho trovato migliaia, anzi qualche milione di persone in Italia che vivono questa triste realtà e quindi gli evasori sono un’altra cosa. Arrivo da una famiglia in cui mio padre mi ha insegnato a rispettare le istituzioni, le regole e a essere un buon contribuente, ma quando uno Stato non ti paga per 3 anni e tu devi dare dei soldi allo Stato e sei un artigiano e non puoi pensare di fare da banca allo Stato, arriva Equitalia ti applica delle sanzioni, degli interessi che raddoppiano o triplicano addirittura il tuo debito iniziale.
L’evasore è colui che non dichiara e l’evasore che non dichiara in Italia è non solo tutelato, ma tutelatissimo, immaginiamo solo lo scudo fiscale, hanno consentito di pagare il 5% di interessi a persone che hanno portato i soldi mai dichiarati all’estero e li hanno fatti rientrare in Italia. Oggi c’è la possibilità per chi non dichiara di transare, ossia di andare all’Agenzia delle entrate e di fare il cosiddetto “Saldo e stralcio”. dovevo pagare 100, mi metto d’accordo e alla fine, se proprio andrà male, pagherò 50, mentre invece le persone che difendo io sono onesti contribuenti, perché hanno dichiarato tutto, ma nel momento in cui devono versare quanto regolarmente hanno dichiarato, sono in difficoltà o perché è intervenuta una malattia (molte persone avevano addirittura malattie invalidanti come la Sla) oppure è intervenuta la crisi economica. La crisi economica in Italia sembra che ce l’abbiano solo le banche. Tantissimi artigiani che, al momento in cui hanno dichiarato, pensavano di poter pagare quelle cifre, ma al momento non ci sono riusciti a causa della decurtazione dei loro fatturati, oppure perché aspettavano i soldi dallo Stato. I pagamenti della Pubblica amministrazione vanno dai 180 giorni ai 1.670 giorni e la Pubblica amministrazione da un lato non paga con regolarità e con puntualità e dall’altra pretende dai contribuenti che paghino entro 60 giorni. Se non pagano entro 60 giorni scattano sanzioni che vanno dal 40% al 100%. Questo non è uno Stato democratico, uno Stato che non capisce questo è uno Stato che è lontano anni luce dai cittadini e dalle persone che lavorano tutti i giorni.
Tensione sociale
Il principale problema di Equitalia, è che queste norme sono state scritte e sono stati affidati dei poteri invasivi. Basti pensare che per mettere l’ipoteca non si deve ricorrere a un giudice, si applica l’ipoteca quando il debito è di almeno 20 mila Euro, ma fino a 3 anni fa si mettevano ipoteche per debiti di 1.500 Euro. Mettere un’ipoteca su una casa per un piccolo imprenditore, vuole dire essere segnalato alla Centrale rischi e non avere più il credito bancario,
non avere nessuna possibilità di lavorare regolarmente perché quella segnalazione va a tutti i clienti, va alla pubblica amministrazione e va alle banche. Equitalia può mettere i fermi amministrativi, solo in Piemonte i fermi amministrativi sono il 20% del parco circolante, se si mette un fermo amministrativo su una macchina di un idraulico, quella macchina non viene utilizzata non produce reddito e quell’artigiano non riuscirà a pagare quanto è dovuto.
Oppure bloccare i conti correnti, fare il pignoramento presso terzi, vuole dire non solo non pagare più Equitalia, ma non pagare più i dipendenti, quindi il danno di un blocco di un conto corrente non è solo il danno al datore di lavoro, ma anche ai suoi dipendenti e a tutte le famiglie. Questo è un caso che capita solo, solo esclusivamente in Italia, basti pensare che in Francia c’è una distinzione netta tra l’evasore e la persona in difficoltà, cosa si fa quando si arriva davanti agli uffici della riscossione francese? Sei un evasore? Vuole dire che non hai dichiarato, bene se non hai dichiarato io ti applico le sanzioni complete e gli interessi massimi, se però dimostri che hai dichiarato ma non sei nelle condizioni di poter pagare perché hai avuto una condizione di oggettiva difficoltà, trattasi di situazione familiare oppure di uno stato di salute, oppure della difficoltà di quadrare i bilanci a causa della crisi economica, oppure addirittura lo Stato che non paga, difficile, perché in Francia lo Stato paga nei 30 giorni. Pensiamo che in Italia la Pubblica amministrazione ha un debito nei confronti dei fornitori che arriva a 90 miliardi. La somma del debito che tutti gli Stati Europei hanno nei confronti dei fornitori non raggiunge i 70 miliardi, siamo un caso unico al mondo, quantomeno certamente nell’Europa.
Per lo Stato francese se dimostro queste quattro condizioni vengono tolte immediatamente tutte le sanzioni che in Italia ricordiamo incidono dal 30% al 100% del debito e tolti tutti gli interessi e si mette il contribuente onesto, ma in difficoltà, nelle condizioni di pagare ratealmente e di riuscire, ovviamente a saldare, senza perdere l’azienda, senza perdere l’attività e senza far perdere il lavoro ai propri dipendenti.
Questa è una condizione di Stato moderno, di uno Stato civile, buona parte della politica questo non l’ha ancora compreso. C’è questa tensione sociale nei confronti di Equitalia perché viene percepita l’ingiustizia. Perché per 50 anni non ci sono mai stati atti di violenza contro la Guardia di Finanza o l’Agenzia delle entrate? Perché tutto avviene nei confronti di Equitalia? Perché lo Stato non se l’è chiesto? Perché le istituzioni fanno finta di nulla su questo? Hanno fatto qualche spot presentando qualche atto in Parlamento, ma il risultato è stato scarsissimo, tant’è che la situazione di crisi di questi prossimi mesi si accentuerà e accentuerà ancora di più il problema della riscossione da parte di Equitalia, creando ulteriore tensione sociale.
Quello che forse andrebbe fatto immediatamente è cercare di far rientrare tutto questo nei canoni di pari rapporto di diritto tra il cittadino e l’istituzione, tra il cittadino contribuente e gli enti di riscossione: 1) compensare debiti e crediti, perché se io ho un credito nei confronti dello Stato non lo posso compensare con un debito, ovviamente a parità di condizioni, non che tu mi applichi le sanzioni e gli interessi e io non ti posso chiedere neanche un Euro di interessi, a parità di condizione compensiamo debiti e crediti, invertiamo l’onere della prova, perché in Italia esiste il principio del solve e trepete, cioè prima paghi e poi fai contestazione, oggi peraltro per poter contestare quello che arriva a casa, si paga il 33% della somma richiesta, subito immediatamente altrimenti non si può neanche presentare ricorso.
Cominciamo a invertire l’onere della prova, se tu pensi che io sia un delinquente, tu Stato devi provarmelo, non che io devo provarti a tutti i costi anche quando si tratta di cartelle pazze che non hanno nessun fondamento, questo non è un principio di uguaglianza e di pari dignità tra il cittadino e lo Stato.
Ci deve essere una proporzionalità tra la pena inflitta dallo Stato e la colpa del contribuente. Che proporzionalità c’è nel mettere un’ipoteca e fare chiudere un’azienda quando si ha un debito di 20 mila Euro e la casa vale molto di più? Bisognerebbe introdurre com’è stato fatto in Austria, lo sportello del contribuente. Oggi il contribuente deve iniziare una lunga coda negli uffici per scovare gli errori, per risolverli da solo questi errori e sperare che poi vengano anche tolti o stralciati da parte di Equitalia o da parte dell’Agenzia delle entrate. in Austria non funziona così, ci si presenta a uno, si fa presente che c’è un errore nella Pubblica amministrazione e l’addetto dello Stato risolve il problema e dà l’appuntamento dopo 15 giorni per consegnare le pratiche con l’errore tolto.
La lievitazione del proprio debito
Quando ho iniziato questa battaglia ho allestito una macchina che è stata ridicolizzata da parte di molti, c’era scritto “Ufficio mobile, consigli a domicilio” e ho cominciato a girare con un numero verde su queste fiancate e davo delle consulenze gratuite come avvocato a tutte le persone che non avevano la possibilità o di pagare un avvocato o un commercialista. Ho percorso in questi anni 30 mila chilometri, andando proprio non dico a casa, ma sicuramente in azienda e ho potuto raccontare e raccogliere oltre 4 mila storie.
Di queste alcune mi hanno colpito tantissimo, ne ricordo una per tutti, di un piccolo imprenditore che per 30 anni è stato un onesto contribuente, non ha mai avuto pendenze con il fisco, non ha mai avuto ritardi con i pagamenti, a un certo punto si ammala di Sla, non può più andare nel suo magazzino, comincia a avere difficoltà a muoversi e cominciano anche i primi debiti.
Nel momento in cui iniziano i primi debiti arriva anche Equitalia, questa persona si presenta a Equitalia e fa vedere un certificato medico e dice: “Ho una malattia invalidante, sono nella difficoltà di poter venire e saldare il vostro debito perché non mi trovo nelle condizioni”, la risposta è stata: “Non siamo noi le persone a cui lei deve rivolgersi perché noi siamo qui per recuperare il suo credito”. Il suo capannone viene messo all’asta il 16 gennaio di quest’anno, grazie a una catena di solidarietà siamo riusciti, tra tante persone a pagare e rinviare questa data dell’asta, ma questa è una storia che mi è rimasta nel cuore perché ho visto la sofferenza di questa persona, ho visto la sofferenza della sua famiglia dopo una vita intera spesa per creare un piccolo capannone, per dare lavoro a 3 persone e per in qualche modo fare anche un po’ la ricchezza del Piemonte.
Questa persona aveva un debito con l’Inps perché, pur avendo dichiarato regolarmente i contributi dei dipendenti, si è trovato nell’impossibilità di versare.
I contributi dell’Inps se non si versano entro 60 giorni raddoppiano. Pensate come sia assurdo questo paese, se una persona dichiara 10 mila Euro di contributi e deve versare 10 mila Euro e ha difficoltà nel versare questi 10 mila Euro pur avendoli dichiarati, come può pensare lo Stato che dopo 60 giorni sia nelle condizione di versarne 20 mila? Questi 20 mila poi vengono transitati a Equitalia che applica un aggio, all’epoca era del 9%, adesso si dice che si abbasserà, (l’aggio è il guadagno che ha Equitalia) e poi ci sono gli interessi di mora che sono interessi che vengono calcolati dal giorno in cui lui avrebbe dovuto versare questi contributi e poi ci sono gli interessi di rateizzazione, il risultato è che il suo debito è passato da 40 mila Euro a 130 mila Euro, quindi è diventato un debito insormontabile e oggi grazie alla solidarietà che fortunatamente esiste ancora in questo paese, molte persone hanno messo non solo la mano sul cuore ma anche sul portafoglio e forse si riuscirà a salvare la sua azienda, però certo che la solidarietà tra le persone non può risolvere un problema così diffuso, occorre una nuova classe politica, occorre una classe politica che abbia il desiderio di cambiare questo paese.

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