Adesso basta. Dopo Bologna si dà fuoco un operaio a Verona. E gli imprenditori suicidi ormai aumentano giorno dopo giorno.
Pubblicato il29 marzo 2012
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Monti ha capito di aver fatto un passo falso e,nella sua lettera di oggi al Corriere della Sera, dice la stessa cosa che diceva in questi casi Berlusconi: che lo hanno frainteso e che in realtà voleva dire il contrario di quello che ha detto. Scrive anche che i cittadini italiani sono pronti a sopportare grandi sacrifici purché distribuiti con equità. Ha ragione. Peccato che di equità nelle sue riforme non ce ne sia nemmeno l’ombra.
Si riparla molto, in giro, di capitalismo. Per quanto strano possa sembrare Marx non usò mai questo nome. 

Dopo l’ultima inesauriente risposta del Commissario Olli Rehn sulla natura giuridica della proprietà dell’euro, il parlamentare europeo Marco Scurria ha deciso di andare fino in fondo presentando una nuova interrogazione per chiarire una vicenda che, senza alcuna esagerazione, potrebbe rimettere in discussione l’intero sistema.
Quello che il mondo chiama “crisi”, per loro è il paradiso: “loro” sono quelli che moltiplicano favolosi profitti, proprio mentre noi stiamo affondando. Mai come oggi la casta finanziaria del pianeta ha realizzato guadagni stellari, puntualmente sorretta dalla Federal Reserve che negli Stati Uniti ha pompato dollari nei serbatoi di Wall Street salvando dalla bancarotta tecnica la contabilità speculativa delle super-lobby.
Il governo del liberista Monti vara la riforma Fornero, che ridotta all’osso vuol dire licenziamenti più facili e una regolamentazione del precariato, che però continuerà a esistere seppur in una forma meno caotica. Questa è anche la sensazione dei precari, gli schiavi moderni dell’economia globale.
La domanda alla quale vogliamo tentare di rispondere in questa circostanza è la seguente: ha ancora senso lavorare? Ancora meglio: è ancora utile farlo? Beninteso, stiamo parlando, ovviamente, del lavoro salariato,e possiamo anche restringereancora di più il quesito, cercando di trovare una linea di confine al di sotto della quale la risposta potrebbe non essere così scontata come invece a prima vista la maggioranza dell'opinione pubblica crede.
Notiamo evidenti convergenze tra le strategie recessive del governo Monti e la strategia autolesionistica di certe banche e industrie. I due fenomeni si illuminano a vicenda.