La Banca per i Regolamenti InternazionaliTratto dal libro:“Massoneria e sette segrete: la faccia occulta della storia”
Inserire questa istituzione, classico ferro di lancia della Sinarchia europea, nella rete delle società riservate angloamericane può suonare atipico, ma è una collocazione giustificata dal suo ruolo e dalla presenza sempre più incisiva di figure eminenti del mondialismo anglosassone nel suo direttivo. Carroll Quigley, testimone eminente “dall’interno” del funzionamento del “Sistema”, introduce la Banca per i Regolamenti Internazionali con queste parole:
"(Dopo la prima guerra mondiale) i poteri del capitalismo finanziario avevano un altro obiettivo remoto, di creare nientemeno che un sistema mondiale di controllo finanziario concentrato in mani private, in grado di dominare il sistema politico di ciascun paese e l'economia mondiale. Questo sistema doveva essere controllato con criteri feudali dalle banche centrali del mondo, che agivano di concerto grazie ad accordi segreti ai quali pervenivano nel corso di frequenti incontri e conferenze private. Il vertice del sistema doveva essere la Banca per i Regolamenti Internazionali di Basilea, in Svizzera, una banca privata di proprietà e sotto il controllo di banche centrali mondiali, esse stesse società private di capitali (corporations).
Ciascuna banca centrale, nelle mani di uomini come Montagu Norman della Banca d'Inghilterra (della Pilgrims' Society), Benjamin Strong (segretario della Pilgrim’s) della Federal Reserve di New York, Charles Rist della Banca di Francia e Hjalmar Schacht della Reichsbank, cercavano di dominare i loro governi grazie alla loro capacità di controllo dei prestiti del Tesoro, di manipolare gli scambi con l'estero, di influenzare il livello dell'attività economica del paese e acquisire politici disposti a cooperare nel mondo degli affari dietro compensi economici".