lunedì 15 ottobre 2012

Report-Rai3 su Cassa Depositi e Prestiti


UN TESORO DI CASSA
Dove vanno a finire i soldi versati alle Poste sui libretti e sui buoni fruttiferi da 24 milioni di pensionati, giovani e famiglie? Se li prende la Cdp, la Cassa Depositi e prestiti. Che animale è la Cdp?
Loro si sentono un centauro pubblico-privato, che investe soldi dei risparmiatori ma con finalità pubbliche. Può essere il mutuo di 30mila euro al piccolo comune per sistemare la strada interpoderale piuttosto che l’assegno da 1 miliardo per rilevare quote di aziende di Finmeccanica, al fine di salvaguardarne “l’italianità”. O ancora, 18 miliardi la Cdp li ha girati alle banche per bypassare la strozzatura del credito e ne hanno beneficiato finora 53 mila piccole medie imprese. Ma c’è ancora spazio per aumentare i suoi impieghi e per forzare il passo allo sviluppo del Paese, che ne avrebbe tanto bisogno: dalla banda larga ai servizi pubblici locali, all’energia. La Cassa ha un arsenale di 224 miliardi e per i ministri del Tesoro che l’hanno voluta così com’è oggi, da Tremonti a Grilli, la Cdp è l’arma non convenzionale adatta ai tempi. Basti pensare che le sue mosse non vanno ad aumentare il debito pubblico, per cui è l’ideale per i nostri politici sempre affamati di infrastrutture e desiderosi di salvare aziende, anche se il debito è solo spostato in un angolo sotto il tappetino. Allo stato attuale la Cassa è sana e il risparmio postale è al calduccio, anche perché il rimborso è garantito dallo Stato, ma fuori girano personaggi che ad ogni piè sospinto propongono: “facciamolo fare alla Cdp!”, mentre dentro la Cassa ci sono personaggi influenti, impegnati a disegnare “l’economia sociale di mercato”. E chi decide che cos’è per lo sviluppo? Dal presidente Franco Bassanini, all’amministratore delegato Giovanni Gorno Tempini, ai singoli consiglieri e amministratori dei Fondi, vediamo chi sono gli uomini che governano i 224 miliardi del risparmio degli Italiani, chi li ha messi al comando e a quali logiche rispondono e con quali risultati. C’è anche il rischio che il risparmio postale venga usato per garantire affari ai soliti noti, perché la “finalità sociale” chi la controlla e come si misura?


Un tesoro di Cassa

STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO

I 920 abitanti di Pigna, nel Ponente ligure, vorrebbero far la loro parte per la riduzione
del debito pubblico, se solo riuscissero a vendere questa ex caserma.
STEFANIA RIMINI
Comunque questa era la caserma militare, e rimetterla a posto costerebbe?
IMPIEGATA COMUNE DI PIGNA
Sui 6-7 milioni, se bastano.
STEFANIA RIMINI
6-7 milioni, quindi è difficile venderla.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
I pavimenti e i muri sono sani ma dove li trova un comune così piccolo 6-7 milioni per
ristrutturare? Anche il comune di Andora nel savonese si ritrova in possesso di una
caserma, in centro sul lungomare.
FRANCO FLORIS - SINDACO COMUNE DI ANDORA E PRES. COMMISSIONE
FINANZE LOCALE ANCI
Questo immobile, oggi è la caserma dei carabinieri. Noi vogliamo alienarla per
trasformarla in un albergo. E’ un’operazione molto interessante, ma è difficilissimo.
STEFANIA RIMINI
A meno che non entri la Cassa Depositi e Prestiti.
FRANCO FLORIS - SINDACO COMUNE DI ANDORA E PRES. COMMISSIONE
FINANZE LOCALE ANCI
A meno che non subentri la Cassa Depositi e Prestiti che potrebbe darci questa grande
opportunità.
STEFANIA RIMINI
Cioè cosa dovrebbe fare?
FRANCO FLORIS - SINDACO COMUNE DI ANDORA E PRES. COMMISSIONE
FINANZE LOCALE ANCI
Dovrebbe, come dire, valorizzarla, metterla in vendita e se nessuno la compra,
acquisirla lei dandoci i soldi per fare l’albergo che poi un domani potrà essere gestito,
un albergo ben gestito ha bisogno minimo di 20 persone.
STEFANIA RIMINI
E poi la Cassa Depositi e Prestiti...
FRANCO FLORIS - SINDACO COMUNE DI ANDORA E PRES. COMMISSIONE
FINANZE LOCALE ANCI
Col tempo.....
STEFANIA RIMINI
La venderebbe quand’è il miglior momento..
FRANCO FLORIS - SINDACO COMUNE DI ANDORA E PRES. COMMISSIONE
FINANZE LOCALE ANCI
Perché questo non è il momento migliore...
STEFANIA RIMINI
Ma se la Cassa Depositi e Prestiti non potesse fare questa operazione con voi come
con altri N comuni?
FRANCO FLORIS - SINDACO COMUNE DI ANDORA E PRES. COMMISSIONE
FINANZE LOCALE ANCI
Questa operazione non si può fare.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
Sono gli ultimi soldi rimasti in Italia: 223 miliardi che 24 milioni di Italiani tengono in
Posta, sul libretto o investiti in buoni fruttiferi. E dove vanno a finire? Alla Cassa
Depositi e Prestiti, per gli amici Cdp. Ma quanti sanno che cos’è?
PACO SANNINO
Lei è un risparmiatore presso la Posta? Ha un libretto postale oppure dei buoni
fruttiferi?
RISPARMIATORE POSTALE
No, solo il libretto postale.
PACO SANNINO
Ed è contento dell’interesse che prende?
RISPARMIATORE POSTALE
Fondamentalmente si.
PACO SANNINO
Lo sa quant’è?
RISPARMIATORE POSTALE
Il 3... 4 per certo.
PACO SANNINO
Sa che cos’è la Cassa Depositi e Prestiti?
RISPARMIATORE POSTALE
No, assolutamente no.
DAVIDE FONDA
Lei ha mai investito in buoni della Posta, buoni fruttiferi?
RISPARMIATORE POSTALE
Quasi sempre perché sono una cliente della Posta
DAVIDE FONDA
Sa dove vanno a finire questi soldi?
RISPARMIATORE POSTALE
Beh, questo proprio non me lo sono mai chiesto, sinceramente.
RISPARMIATORE POSTALE
Questo non lo sapevo.
DAVIDE FONDA
Se le parlo della Cassa Depositi e Prestiti?
RISPARMIATORE POSTALE
Qualcosa, però di sicuro non ti direi nulla di preciso.
IMPIEGATA POSTALE
Sono di proprietà della Cassa Depositi e Prestiti che poi si impegna a rendere gli
interessi al cittadino.
DAVIDE FONDA
Dove investe la Cassa depositi e Prestiti?
RISPARMIATORE POSTALE
Questo non glielo so dire con precisione.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
La Cdp dal 1850 usa i soldi dei risparmiatori per finanziare gli enti pubblici e dal 2006
finanzia anche i soggetti privati.
DAVIDE FONDA
Crea sviluppo forse nel paese.
RISPARMIATORE POSTALE
Si spera, ce n’è tanto bisogno.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
Ma non è tutto. 2 miliardi li ha fatti arrivare alle imprese per saldare le fatture
arretrate della Pubblica Amministrazione. 4 miliardi li destina a sostenere le aziende
esportatrici, 18 miliardi alle banche perché altrimenti non aprivano i rubinetti del
credito a 53mila piccole e medie imprese. Ogni tanto si sveglia qualcuno e pronuncia
la formula magica: “Cassa Depositi e Prestiti”. L’ultima è stata Susanna Camusso, il
segretario della Cgil, che ha proposto di usare i soldi dei risparmiatori postali per
salvare le aziende in crisi.
RISPARMIATORE POSTALE
Ah questo si, mi farebbe piacere. Conosco parecchie persone che stanno in difficoltà
oggi, tutti disoccupati. Non ce ne sta uno che non sta in disoccupatezza.
MARIA TERESA SALVEMINI – EX DIRETTORE GENERALE CASSA DEPOSITI E
PRESTITI
Il guaio vede, che quello che uno legge, sente, qualunque cosa la può fare la Cassa
Depositi e Prestiti. Non sia mai, non sia mai.
STEFANIA RIMINI
Adesso....
MARIA TERESA SALVEMINI – EX DIRETTORE GENERALE CASSA DEPOSITI E
PRESTITI
Non sia mai.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
Alla Cassa Depositi e Prestiti loro si vedono come un centauro che usa il denaro
privato ma per finalità pubbliche. E infatti al comando siedono un ex ministro, Franco
Bassanini ed un banchiere, Giovanni Gorno Tempini. Con loro la vecchia signora Cdp si
è aperta a nuovi impieghi del risparmio postale. Non lo fa per piacer suo, ma per dare
uno sviluppo a noi.
LUIGI ZINGALES – ECONOMISTA UNIVERSITÀ DI CHICAGO
Questa partnership tra pubblico-privato che nella versione ideale dovrebbe avere i fini
sociali del pubblico e l’efficienza del privato. In realtà tende ad avere i fini sociali del
privato e l’efficienza del pubblico. La Cassa Depositi e Prestiti è l’ultimo esempio di
questa idea dove si pensa di fare qualcosa con fini sociali in realtà si fanno le cose
sotto la pressione di lobbies molto potenti.
MILENA GABANELLI IN STUDIO
Buonasera, sono 223 miliardi che provengono dai depositi postali e dai risparmi
investiti in buoni fruttiferi. Tanti soldi nelle mani di pochi, e non è che la Cassa faccia
campagne informative per dire: vorremmo usare i vostri soldi per fare questo o
quello, anzi sembra che meno se ne parla e se ne capisce meglio è. Comunque il loro
motto è aiutare l’Italia a crescere e il modello è l’economia sociale di mercato. Cosa
vuol dire? Vuol dire che la Cassa interviene nel mercato ma non con l’obiettivo di
raggiungere il massimo profitto, bensì aiutare a crescere. Può dare una mano ai
comuni con dei mutui per esempio agevolati per ristrutturare le scuole, può prendere
delle partecipazioni. Aiutare lo Stato a ridurre il debito pubblico prendendosi,
comprandosi gli immobili del demanio per esempio, o dei pezzi dell’Ansaldo. Il regista
è un politico di lungo corso Bassanini, braccio destro Gorno Tempini, mondo Banca
Intesa e insieme prendono le decisioni, dicono, per il nostro bene. Ma qual è il nostro
bene? E qui si entra nella zona grigia, nel regno della discrezionalità. Cominciamo con
i clienti, quelli che euro su euro hanno messo insieme i 223 miliardi. Stefania Rimini
CRISTINA PROVENZANO
Quanto le rende il suo libretto?
DAVIDE FERRARI – RISPARMIATORE POSTALE
Il rendimento giallo quello normale 1,10%, il rendimento oro 1,60%. Dal 2009 a oggi
è variato di un sacco, mi ricordo 2% all’inizio quando l’ho aperto, nel 2010 secondo
me siamo arrivati a 0,3% e adesso 1 e qualcosa, è da un po’ che non lo guardo.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
Chi decide quanto deve guadagnare il risparmiatore postale è la Cassa, d’accordo con
il Tesoro.
MARIA TERESA SALVEMINI – EX DIRETTORE GENERALE CASSA DEPOSITI E
PRESTITI
Non è che poi, siccome i risparmiatori postali sono meno scaltri li paghi di meno, no
devi più o meno tenere i tassi a livello di mercato.
SILVIA OGNIBENE – RISPARMIATRICE POSTALE
Ho 4 buoni fruttiferi postali, avevo chiesto informazione ai miei genitori e loro mi
avevano consigliato questo tipo d’investimento perché secondo loro era molto sicuro,
perché poteva essere una cosa tranquilla.
CRISTINA PROVENZANO
Quanto rendono questi buoni, lei lo sa?
SILVIA OGNIBENE – RISPARMIATRICE POSTALE
I miei in 5 anni, poco.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
Però li può liquidare quando vuole e il rimborso è garantito dallo Stato perché il grosso
viene prestato al Tesoro per il suo fabbisogno. Dopodiché 94 miliardi la Cassa li ha
prestati agli enti pubblici. Tra i maggiori beneficiari: la Regione Sicilia e la Regione
Lazio e i Comuni di Roma, Milano e Napoli. Ma un piccolo mutuo non si nega quasi a
nessuno.
MAURO LITTARDI - SINDACO COMUNE DI PIGNA
Abbiamo un mutuo per l’ampliamento di un museo, abbiamo un mutuo per la
manutenzione straordinaria di un parcheggio, un mutuo per la pavimentazione di una
strada interpoderale, poi c’è ancora un mutuo per la ristrutturazione della casa di
riposo.
STEFANIA RIMINI
Ve li da subito i soldi?
MAURO LITTARDI - SINDACO COMUNE DI PIGNA
Nell’ultimo mutuo che abbiamo chiesto che è quello di 33 mila euro dovremmo avere
la risposta comunque è già un po’ di tempo che ci siamo dietro...
STEFANIA RIMINI
Quanto?
MAURO LITTARDI - SINDACO COMUNE DI PIGNA
5-6 mesi comunque...
STEFANIA RIMINI
Quindi se non arriva questo ok, voi magari ci rimettete con la ditta che deve fare i
lavori?
MAURO LITTARDI - SINDACO COMUNE DI PIGNA
...speriamo di no.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
I tempi di istruttoria dichiarati dalla Cassa sono 12 giorni e mezzo. Per l’associazione
dei comuni, l'Anci, un po’ di più.
FRANCO FLORIS – SINDACO COMUNE DI ANDORA E PRESIDENTE
COMMISSIONE FINANZE LOCALI ANCI
Lei pensi che per avere un mutuo dalla Cassa Depositi e Prestiti ci vogliono dai 6 agli 8
mesi, se va bene...
STEFANIA RIMINI
E prima quant’era?
FRANCO FLORIS – SINDACO COMUNE DI ANDORA E PRESIDENTE
COMMISSIONE FINANZE LOCALI ANCI
... poi ci va un anno devi fare la gara, poi devi fare il lavoro, insomma passa mezzo
mandato per fare un’opera. Poi comunque teniamo conto che la Cassa Depositi e
Prestiti è diventata più rigida, si comporta come una banca privata qualunque, dunque
ti chiede degli interessi assolutamente importanti, in questa fase siamo sul 5%, ma ci
sono state fasi dove c’han chiesto anche di più, dipende dal costo del denaro. Dunque
loro si comportano come una banca normale, non è che fanno dei favori a qualcuno.
Poi c’è l’altra cosa gravissima che è incredibile, ci sono comuni che hanno i soldi, che
vogliono togliersi il mutuo pagando immediatamente e loro ti chiedono la penale. Noi
per togliere dei mutui in questi ultimi anni abbiamo speso 656 mila euro.
STEFANIA RIMINI
Di penale?
FRANCO FLORIS – SINDACO COMUNE
COMMISSIONE FINANZE LOCALI ANCI
Di penale.
DI
ANDORA
E
PRESIDENTE
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
Il Comune di Castelvittorio, 430 abitanti, avrebbe urgente bisogno di fare un
parcheggio a raso e di allargare la strada e ha chiesto alla Cassa un mutuo di 250mila
euro.
STEFANIA RIMINI
E ve lo danno?
GIANSTEFANO ORENGO – SINDACO COMUNE DI CASTELVITTORIO
Non abbiamo ancora avuto la risposta e chiaramente siamo preoccupati.
STEFANIA RIMINI
Ma quanto è passato?
GIANSTEFANO ORENGO – SINDACO COMUNE DI CASTELVITTORIO
E’ passato già 6 mesi penso. E comunque il discorso è che è sempre in evoluzione,
perché cambiano sempre le normative da parte dello Stato, per cui siamo molto molto
preoccupati.
STEFANIA RIMINI
Cioè nel vostro caso cosa vuol dire?
GIANSTEFANO ORENGO – SINDACO COMUNE DI CASTELVITTORIO
Nel nostro caso vuol dire che in questo momento noi possiamo accendere o avere
acceso mutui fino al 8% delle nostre spese correnti, nell’anno prossimo il 6, nel 2014
il 4 quindi praticamente c’hanno azzerato qualsiasi possibilità di accendere mutui.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
I mutui agli enti locali sono calati ma non per colpa della Cassa. E’ il patto di stabilità
che dobbiamo incolpare per i marciapiedi scassati. Chi sfora non può contrarre mutui.
Al Comune di Bolano in provincia di La Spezia si erano accorti che l’asilo e le
elementari non avrebbero retto a un terremoto. Per costruire le scuole nuove hanno
sforato il patto di stabilità e si sono beccati una sanzione di 200mila euro.
FRANCO RICCIARDI GIANNONI – SINDACO COMUNE DI BOLANO
Che è il colmo.
STEFANIA RIMINI
Comunque nel periodo in cui voi eravate fuori patto, tra virgolette, non avreste avuto
accesso a mutui della Cassa Depositi e Prestiti neanche per altre opere?
FRANCO RICCIARDI GIANNONI – SINDACO COMUNE DI BOLANO
Ma non solo della Cassa Depositi e Prestiti nemmeno di altri istituti di credito.
FRANCO FLORIS – SINDACO COMUNE DI ANDORA E PRESIDENTE
COMMISSIONE FINANZE LOCALI ANCI
Il patto di stabilità ha fallito tutti gli obiettivi, che era quello di abbattere il debito
pubblico dello Stato, ma dal prossimo anno vale anche per i comuni sotto i 5mila
abitanti.
STEFANIA RIMINI
Quindi anche i piccolini....
FRANCO FLORIS – SINDACO COMUNE DI ANDORA E PRESIDENTE
COMMISSIONE FINANZE LOCALI ANCI
Anche i piccolini sotto i 5mila abitanti, che peraltro hanno un grosso problema, non
hanno entrate loro, non hanno risorse loro, beh li andiamo a mettere dentro il patto di
stabilità.
STEFANIA RIMINI
Questo vuol dire?
FRANCO FLORIS – SINDACO COMUNE
COMMISSIONE FINANZE LOCALI ANCI
Vogliono obbligare i comuni a non fare mutui.
DI
ANDORA
E
PRESIDENTE
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
Fino a dieci anni fa era l’esatto contrario.
MARIA TERESA SALVEMINI – EX DIRETTORE GENERALE CASSA DEPOSITI E
PRESTITI
Tutto quello che mi domandavano per fare investimenti pubblici io glielo davo, questo
era il principio, e quello che mi avanzava lo mettevo in tesoreria. Anzi ero ben
contenta di facilitare, ho fatto di tutto per finanziare le università, perché mi
sembravano cose che era giusto fare, ecco.
STEFANIA RIMINI
Quando lei era direttore era possibile per la Cassa Depositi e Prestiti anche finanziare
dei privati con dei mutui?
MARIA TERESA SALVEMINI – EX DIRETTORE GENERALE CASSA DEPOSITI E
PRESTITI
No, no, è questo il punto, che non era possibile.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
Il vero passaggio è stato usare il risparmio postale per finanziare i privati in operazioni
di interesse pubblico. Il processo di mutazione genetica della Cassa si deve al governo
Berlusconi, che nel 2003 la trasforma in una società per azioni. Una delle prime
decisioni del Consiglio d’Amministrazione va a favore dei Benetton e dei Gavio.
GIANFRANCO VIESTI – EX CONSIGLIERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI
Io poi mi sono alla fine astenuto, è stato quando è stato concesso un finanziamento a
tasso molto agevolato alla società Autostrade. Lì il punto è che la Cassa finanziava
anche privati a tassi agevolati per nuove opere d’infrastrutturazione. Io ritenevo che
quell’opera d’infrastrutturazione, credo fosse un pezzo della terza corsia sull’Adriatica,
fosse già prevista dagli accordi che la società aveva col concessionario.
STEFANIA RIMINI
Quindi secondo lei non era opportuno che la Cassa Depositi...?
GIANFRANCO VIESTI – EX CONSIGLIERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI
La mia valutazione era contraria a quell’operazione.
STEFANIA RIMINI
Anche perché li sono soldi grossi....questi finanziamenti.
GIANFRANCO VIESTI – EX CONSIGLIERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI
Questo di Autostrade credo fosse un miliardo di euro. E naturalmente è un problema
di tasso agevolato quindi l’eventuale vantaggio è nella percentuale del tasso
d’interesse.
STEFANIA RIMINI
Però era già capitato in una seduta precedente?
GIANFRANCO VIESTI – EX CONSIGLIERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI
Si, io non c’ero, è stata l’unica seduta in cui sono mancato. Era capitato col gruppo
Gavio.
STEFANIA RIMINI
Cioè cos’era capitato?
GIANFRANCO VIESTI – EX CONSIGLIERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI
La stessa cosa, un finanziamento a tasso agevolato per un investimento autostradale.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
1 miliardo ai Benetton, 450 milioni ai Gavio per le autostrade del nord ovest. La Cdp
precisa che in seguito la società Autostrade ha preferito non avvalersi di quel prestito
e che la Cassa non applica tassi agevolati. Però erano convenienti secondo il
Consigliere. Fatto sta che sono passati 4 anni e sulla terza corsia Rimini-Ancona i
lavori non sono ancora finiti.
CAMIONISTA
Si può dire tranquillamente mezzo bordello? É un mezzo bordello. Per noi girare è un
disastro: noi dovremmo fare delle ore di guida, 4 ore e mezzo di guida e poi dopo
quelle 4 ore e mezzo fermarci per 45 minuti; non c’è la possibilità di farlo anche
perché altrimenti non arrivi nella zona di scarico, i clienti ti si lamentano e noi siamo
costretti per forza di cose ad andare.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
Tra gli imprenditori delle autostrade beneficiati dal prestito della Cdp, alcuni sono gli
stessi della cordata patriottica, chiamata a suo tempo a salvare Alitalia. Magari non
c’entra niente, ma di fatto chi governa la Cassa ha la possibilità di giocare su così tanti
tavoli che neanche il polpo Paul riuscirebbe a prevedere. Non a caso appena scade il
cda della Cassa ogni ministro del Tesoro mette dentro i suoi.
STEFANIA RIMINI
Nel caso vostro siete stati mandati a casa tutti quanti?
GIANFRANCO VIESTI – EX CONSIGLIERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI
Quasi tutti, sì. Essendo noi nominati da Padoa Schioppa, Tremonti ha ritenuto di
nominare altre persone.
STEFANIA RIMINI
E chi ha nominato al posto vostro?
GIANFRANCO VIESTI – EX CONSIGLIERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI
Dunque, al mio posto mi ha colpito che c’è stato un consigliere comunale della Lega in
un paese lombardo, poi il rappresentante delle regioni era, quando c’ero io, un
rappresentante della Campania ed è diventato un rappresentante della Lombardia. Se
non ricordo male il rappresentante delle province adesso è il presidente della provincia
di Milano.
STEFANIA RIMINI
E quindi c’è stato un processo di “leghistizzazione” e “nordizzazione”?
GIANFRANCO VIESTI – EX CONSIGLIERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI
Beh, di “tremontizzazione” sì, si!
MARCO BERSANI – ATTAC ITALIA
La Cassa Depositi e Prestiti finanzierà la Brebemi che è un’autostrada assurda che si
chiama Brebemi cioè Brescia-Bergamo-Milano, ma in realtà andrà a cementare
l’ultima fascia agricola del territorio diciamo intorno a Milano. Ora: l’interesse generale
della Brebemi è stato stabilito da chi? A mio avviso forse c’entra il fatto che Guido
Podestà che è il presidente della provincia di Milano è anche membro del consiglio di
amministrazione di Cassa Depositi e Prestiti.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
Tra i consiglieri della Cdp c’è Christian Chizzoli, ex sindaco leghista di Capergnanica;
Ettore Gotti Tedeschi, ex presidente dello Ior la banca del Vaticano; Romano Colozzi,
assessore al bilancio della Regione Lombardia. Sono loro che approvano i
finanziamenti più consistenti, come quello al Mose di Venezia. Ma la Cassa si è anche
lanciata in una campagna acquisti da 1 miliardo tra le ex municipalizzate del Nord, a
partire dal 6% di Hera.
MARCO BERSANI – ATTAC ITALIA
L’anno scorso i cittadini con i referendum hanno detto basta con le privatizzazioni e
noi oggi ci ritroviamo che la Cassa Depositi e Prestiti con i soldi dei cittadini sta invece
favorendo i processi di privatizzazione. Ecco: noi pensiamo questa contraddizione...
STEFANIA RIMINI
Dei servizi pubblici locali?
MARCO BERSANI – ATTAC ITALIA
Dei servizi pubblici locali. Noi pensiamo che questa contraddizione vada superata e la
si supera se chi mette i soldi nella Posta e nella Cassa Depositi e Prestiti è anche in
grado, messo nelle condizioni, di poter decidere che destinazione vorrebbe per quei
soldi.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
Tuttavia se si prova a chiedere ai risparmiatori che destinazione vorrebbero per quei
223 miliardi, viene fuori tutto e il suo contrario.
MATTEO DI CALISTO
A lei sta bene che vengano utilizzati i suoi soldi per concedere mutui...?
RISPARMIATORE POSTALE
Assolutamente no, assolutamente no.
PACO SANNINO
E per pagare i debiti della Pubblica Amministrazione?
RISPARMIATORE POSTALE
No, assolutamente no.
PACO SANNINO
Per investire in aziende private, oppure in grandi aziende?
RISPARMIATORE POSTALE
Eh, su questo insomma qualche perplessità ce l’avrei insomma...
PACO SANNINO
...e li mettono a disposizione degli enti locali, del Comune, della Provincia che li può
usare per fare opere pubbliche.
RISPARMIATORE POSTALE
E quando è il momento che mi servono soldi miei me li ridanno indietro, o servono per
fare le opere pubbliche?
PACO SANNINO
No, no glieli ridanno con gli interessi chiaramente.
RISPARMIATORE POSTALE
Dovrebbero mettere più bancomat, perché non ce ne sono a Napoli.
RISPARMIATORE POSTALE
Io spero vengono comprati i nostri Bot del nostro debito nazionale, lo spero con tutto
il cuore.
PACO SANNINO
Se con questi soldi ci migliorano la rete del gas, la rete elettrica...?
RISPARMIATORE POSTALE
Sarebbe meglio, meglio.
PASQUALE SANNINO
Meglio?
RISPARMIATORE POSTALE
Sì.
RISPARMIATORE POSTALE
Preferirei che venissero investiti in altre cose: nell’istruzione, nell’università, in
brevetti, in qualcosa che crea denaro.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
Ma la gestione della Cassa non è in democrazia diretta e all’interno si è ben radicata
una oligarchia, da quando Tremonti otto anni fa ha aperto le porte alle fondazioni di
origine bancaria. Ma che cosa sono?
GIUSEPPE GUZZETTI – PRESIDENTE ASSOCIAZIONE FONDAZIONI E CASSE DI
RISPARMIO ACRI
Una fondazione è una cosa di una semplicità estrema, un patrimonio investito dà un
rendimento, si tolgono le tasse e le spese di funzionamento, il resto viene erogato.
Cioè io devo erogare fino all’ultima lira di quello che mi rimane al netto dopo tasse e
spese.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
In pratica, chi sta dentro una fondazione può permettersi di distribuire i soldi altrui,
cioè il patrimonio delle ex casse di risparmio pubbliche. Un’invenzione di Giuliano
Amato che ha in qualche modo perpetuato il pentapartito. Giuseppe Guzzetti,
presidente della Fondazione Cariplo da 12 anni, era il presidente democristiano della
Regione Lombardia. Emmanuele Emanuele , presidente della Fondazione di Roma da
22 anni, è anche presidente onorario del Partito Socialdemocratico. Alla Fondazione di
Ravenna è tra i soci Antonio Patuelli, ex vicesegretario del Partito Liberale, mentre alla
Fondazione di Venezia è presidente da 17 anni il socialista Giuliano Segre.
Le Fondazioni controllano il 30% della Cassa Depositi e Prestiti e hanno indicato come
presidente l’ex ministro Franco Bassanini, ex socialista. É stato imbarcato anche l’ex
ministro socialista Gianni De Michelis uomo d’esperienza e che in più non si fa pagare.
Peccato che abbia una condanna per corruzione. Anche Giuliano Segre è stato
condannato in appello a 4 anni per bancarotta nel fallimento dell’azienda Trevitex , il
che non ha impedito ai consiglieri della Fondazione di Venezia di riconfermarlo al suo
posto. Con il voto favorevole di Franco Bassanini, che siede anche nel consiglio della
Fondazione di Venezia a casa di Segre, mentre Segre siede anche nel comitato di
indirizzo della Cassa, a casa di Bassanini.
RICCARDO CALIMANI – CONSIGLIERE FONDAZIONE DI VENEZIA
Non voglio parlare della Fondazione di Venezia io sono critico su molti aspetti e sono
in minoranza nella Fondazione di Venezia.
STEFANIA RIMINI
Però ci può dare un commento, cioè cosa ne pensa di queste strutture le fondazioni?
RICCARDO CALIMANI – CONSIGLIERE FONDAZIONE DI VENEZIA
Ma vede: sono circa 88, hanno 88 consigli di amministrazione, hanno 88 consigli
generali, sono autoreferenziali, sono dei fortini chiusi che hanno alzato i ponti levatoi,
oggi con la situazione generale dell’economia italiana, queste fondazioni che
capitalizzavano 50miliardi di euro.. 40-50miliardi di euro... ne capitalizzano forse 2. Io
credo che sia una finanziaria che il governo potrebbe fare a costo zero.
STEFANIA RIMINI
Cosa intende finanziaria a costo zero? É un sogno.
RICCARDO CALIMANI – CONSIGLIERE FONDAZIONE DI VENEZIA
No, guardi che questo capitale nasce come capitale dei cittadini non è un capitale
privato.
STEFANIA RIMINI
Cioè quello delle fondazioni di origine bancaria?
RICCARDO CALIMANI – CONSIGLIERE FONDAZIONE DI VENEZIA
Esattamente. E questo capitale dei cittadini può ritornare ai cittadini e magari alle
fondazioni si può dare qualche sostegno, le fondazioni fanno anche cose egregie, però
non tutte e non sempre. E quindi si può riprendere questo capitale, fare un fondo....
Ma ci sono economisti più bravi di me che possono sbizzarrirsi meglio, però il
problema va posto con forza.
ROBERTO PEROTTI – ECONOMISTA UNIVERSITÀ BOCCONI
Perché le fondazioni sono il refugium peccatorum dei politici che non sono stati rieletti,
dei notabili locali, degli amici dei politici locali, etc etc. É esattamente dove si crea
questo sottobosco e si alimenta questo sottobosco, questo inciucio tra politica ed
economia che è uno dei grandi disastri della società italiana. Questo è il motivo
principale per cui andrebbero eliminate.
GIUSEPPE GUZZETTI – PRESIDENTE ASSOCIAZIONE FONDAZIONI E CASSE DI
RISPARMIO ACRI
Nei nostri organi d’indirizzo la parte pubblica pesa solo per il 29% che smentisce
questo fatto che la politica e gli enti pubblici comandano nelle fondazioni.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
Nel 2003 le fondazioni entrarono nella Cassa con uno status privilegiato e a un prezzo
vantaggioso.
STEFANIA RIMINI
In questi anni le fondazioni in Cassa Depositi e Prestiti, hanno avuto un adeguato
rendimento?
MARIA LEDDI – SEGRETARIO COMMISSIONE FINANZE SENATO
Perbacco, ritengo di poter dire che il rendimento medio è stato intorno al 12,85%. É
un rendimento...
STEFANIA RIMINI
È un signor rendimento!
MARIA LEDDI – SEGRETARIO COMMISSIONE FINANZE SENATO
È un signor rendimento! Credo che a oggi, l’investimento che fecero allora, di poco
superiore al miliardo di euro, sia stato già tutto ripagato.
STEFANIA RIMINI
In che senso ripagato?
MARIA LEDDI – SEGRETARIO COMMISSIONE FINANZE SENATO
Ripagato, nel senso che complessivamente di dividendi questa cifra credo che se la
siano già portata a casa tutta.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
Adesso i privilegi sono scaduti e se le Fondazioni vogliono restare dentro, entro la fine
dell’anno devono versare tutto quello che non hanno pagato prima. Il conguaglio è di
4miliardi.
MILENA GABANELLI STUDIO
Avete presente la chiesa restaurata con il contributo della fondazione? O il convegno,
o la mostra sponsorizzata grazie alla fondazione? Piuttosto che l’ambulanza con su
scritto “comprata con il contributo della fondazione tal del tali”? Bene. Questi sono
soldi che provengono dalle ex casse di risparmio pubbliche e al territorio devono
tornare. Le fondazioni sono questo; sono 88, devono erogare, i criteri li decidono loro
e sono sempre gli stessi da una ventina d’anni. Cosa c’entrano con la Cassa Depositi e
Prestiti? Bene: nel 2003, Tremonti apre le porte ai privati. Quali sono i privati che
entrano? Le fondazioni che di privato hanno solo lo status perché comanda la politica
insieme alle lobby locali, che sempre alla politica rispondono. E Tremonti dice “datemi
un miliardo, vi do il 30%, poi vediamo come vanno le azioni nei prossimi anni e,
eventualmente, faremo un conguaglio. In questi anni le fondazioni si sono portate a
casa un rendimento medio del 12%. E adesso siamo al conguaglio, quindi o sborsano
oppure se ne vanno. Il Tesoro chiede 4 miliardi; loro ne vogliono dare 1. Se la
spuntano, i 3 ce li rimettiamo noi, e poi per trovarli ci aumentano l’iva di un punto.
Ora, ci si chiede: ma perché il ministro Grilli non dice alle fondazioni “grazie e
arrivederci” e fa entrare i privati veri? Diciamo sempre: “fuori la politica dalle banche”,
dovrebbe valere anche per la Cassa. La questione è che Grilli, è comunque un uomo
delle banche e sulle banche le fondazioni hanno una grande influenza; quindi la partita
di potere è gigantesca e non è escluso che la Cassa possa prendersi anche dei pezzi di
banche .
RENATO CAMBURSANO – EX CONSIGLIERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI
Io credo che non debba essere quello del credito, un settore nel quale Cassa Depositi
e Prestiti debba intervenire.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
Invece lo è, perché il risparmio postale può essere impiegato anche per acquisire
partecipazioni in società di interesse nazionale, purché sane e con buone prospettive.
Ora come ora il Tesoro sta passando alla Cdp tre società pubbliche, Sace, Simest e
Fintecna. “Compramele tu cara Cassa, che dalle statistiche sei considerata un
“soggetto di mercato” e con i 10 miliardi che mi dai, io abbatto il debito pubblico”. E il
trucco è fatto.
ROBERTO PEROTTI – ECONOMISTA UNIVERSITÀ BOCCONI
Esattamente come in una famiglia: se il padre ha 100 euro di debito, vende dei mobili
alla madre, la madre s’indebita per fare questo, il debito del padre si riduce di 10
euro, il debito della madre aumenta di 10 euro, dal punto di vista dei figli non cambia
niente. Però il debito del padre che magari è quello a cui guardano gli uffici di
statistica è diminuito di 10 euro, ma solo perché è spostato il debito alla madre che
non viene monitorata dagli uffici di statistica.
STEFANIA RIMINI
Quindi se qualcuna delle attività della Cassa Depositi e Prestiti va male, chi paga alla
fine?
ROBERTO PEROTTI – ECONOMISTA UNIVERSITÀ BOCCONI
La Cassa Depositi e Prestiti non potrà mai fallire, quindi paghiamo noi.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
Lo conferma il fatto che l’agenzia Moody’s assegna alla Cassa lo stesso rating della
Repubblica Italiana, proprio perché, se si dovesse metter male, il Governo
ricorrerebbe ai nostri soldi per salvarla. Già stanno usando la Cassa per aiutare la
Fincantieri.
UGO ARRIGO - ECONOMIA PUBBLICA UNIVERSITÀ MILANO BICOCCA
Con l’ultimo riordino delle partecipazioni pubbliche, Fincantieri è controllata da
Fintecna, Fintecna viene ceduta dal Tesoro a Cassa Depositi e Prestiti, quindi Cassa
Depositi e Prestiti tra le numerose cose che fa e che ha iniziato a fare col passare del
tempo farà anche il costruttore di navi. Ho qualche dubbio che la Cassa abbia le
competenze industriali per gestire questo tipo di partecipazioni.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
La Fincantieri però fatica a reggere la concorrenza che le fanno i Coreani e allora la
Cassa sta finanziando i suoi clienti. Ha prestato 830 milioni al gigante delle crociere
Carnival, perché si comprasse due navi prodotte dalla Fincantieri, garantendo così
lavoro a 3mila addetti. Un’operazione di sistema o un costoso tappabuchi?
UGO ARRIGO - ECONOMIA PUBBLICA UNIVERSITÀ MILANO BICOCCA
Il rischio qual è? Che tra qualche mese abbiamo problemi di finanza pubblica, di
contenimento del debito pubblico, lo Stato potrebbe essere tentato di dare a Cassa
Depositi tutto il resto delle sue partecipazioni.
STEFANIA RIMINI
C’è un problema...
UGO ARRIGO - ECONOMIA PUBBLICA UNIVERSITÀ MILANO BICOCCA
C’è bisogno di recuperare 10, 20 miliardi di euro cosa fa lo Stato?
STEFANIA RIMINI
Diamo qualcosa alla Cassa Depositi e Prestiti...
UGO ARRIGO - ECONOMIA PUBBLICA UNIVERSITÀ MILANO BICOCCA
Usa la Cassa Depositi e Prestiti e dice”comprami le Poste, le Ferrovie, l’Enel, la
Finmeccanica”
STEFANIA RIMINI
Con quali soldi?
UGO ARRIGO - ECONOMIA PUBBLICA UNIVERSITÀ MILANO BICOCCA
Quelli dei pensionati italiani che riscuotono la pensione negli uffici rurali. Ma con
qualche sforzo Cassa Depositi potrebbe comprarsi l’Alitalia.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
Se così fosse, l’Alitalia prima pubblica poi privata, tornerebbe sostanzialmente
pubblica, a parte il fatto che il contribuente sarebbe molto più povero che all’inizio.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
La Cassa Depositi e Prestiti contribuisce anche a ridurre il debito pubblico. Ha messo
sul piatto 1 miliardo per acquistare, valorizzare e dismettere il patrimonio immobiliare
degli enti locali. Come l’ex Caserma Sani che occupa 11 ettari del quartiere Navile di
Bologna: ci sono dentro 26 edifici e l’Agenzia del Demanio non riesce a venderla.
CITTADINO 1 QUARTIERE NAVILE
Sono state fatte partire tre aste solo che non sono andate a buon fine.
CITTADINO 2 QUARTIERE NAVILE
Si, se salviamo il debito pubblico è la prima cosa, così dormiamo tranquilli la notte e lo
spread finisce. Prima che ci tagliano pensioni e stipendi.
CITTADINO 1 QUARTIERE NAVILE
Che lui è un ex inquilino ad esempio, un maresciallo in pensione. Sono comunque
entrati ad occupare le case che ancora... con la gente che ci viveva dentro.
CITTADINO 2 QUARTIERE NAVILE
Hanno sfondato la porta e occupato.
CITTADINO 1 QUARTIERE NAVILE
Hanno dormito nei loro letti, mangiato quello che c’era in frigo, perché dalla parte di
dietro c’è un piccolo cancelletto che è sempre aperto, di là entrano.
CITTADINO 1 QUARTIERE NAVILE
E’ un peccato, eh...
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
Nella lista dei beni da vendere c’è anche l’ex magazzino militare di via del Porto
Fluviale a Roma, che però è occupato dal 2003.
EMANUELA - OCCUPANTE PORTO FLUVIALE
Questa è l’ex caserma di via del Porto Fluviale ed era un magazzino. L’abbiamo
occupato e siamo circa cento famiglie. Era tutto un enorme spazio, non diviso. Le
rotaie facevano una curva dal montacarichi e giravano tutto intorno all’edificio
insomma.
ETTE - OCCUPANTE PORTO FLUVIALE
Abbiamo pensato di occupare questo posto per... con la speranza di avere in futuro
una casa popolare.
MATTEO DI CALISTO FUORI CAMPO
E in quanti vivete in questa casa?
ETTE - OCCUPANTE PORTO FLUVIALE
Quattro, io, mio marito e due bambini piccoli... lo sto aspettando. Non si trova lavoro
poi se anche trovi il lavoro per affittare un appartamento minimo devi pagare 800
euro, 900 quindi un po’ la situazione è critica.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
Il ministro del Tesoro Grilli sta pensando di far comprare questi beni demaniali alla
Cassa Depositi e Prestiti, in attesa di tempi migliori. Finora la Cassa ha solo investito
nell’ “edilizia privata sociale” , cioè case da affittare a canone calmierato e da vendere
a prezzi convenzionati.
DAVIDE FONDA FUORI CAMPO
C’era richiesta di case a Parma? C’era richiesta di tutti questi alloggi?
FILIPPO ADORNI - RETE DIRITTI IN CASA
Secondo me, per quanto riguarda alloggi in vendita proprio di richiesta non ce n’è.
Infatti tantissimi altri progetti di edilizia convenzionata che non sono finanziati dal
pubblico comunque sono rimasti vuoti.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
A Parma la Cdpi ha investito 25 milioni per edificare 852 alloggi, gran parte dei quali
vengono messi in vendita a 2000 euro circa al metro quadrato, mentre una quota
viene assegnata in affitto.
FILIPPO ADORNI - RETE DIRITTI IN CASA
La famiglia che si merita l’assegnazione deve avere uno stipendio minimo di 1300
euro al mese e questo esclude moltissime persone, moltissimi lavoratori precari,
moltissime persone che hanno subito la crisi, subendo licenziamenti, cassa
integrazione, eccetera eccetera. Tra l’ altro un grosso problema è legato al fatto che
questo tipo di edilizia, quindi edilizia fatta insieme ai privati, sta praticamente
soppiantando tutta la vecchia edilizia residenziale pubblica che erano le case popolari.
Noi riteniamo che questo progetto serva principalmente ai costruttori che si sono visti
comunque ridurre le commesse e puntano molto sul pubblico per il sostegno e per
ridurre i rischi di impresa.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
Il motto della Cassa depositi e prestiti è “facciamo crescere l’Italia”, ma uno dei tanti
motivi per cui l’Italia non cresce è che costa troppo l’energia.
FRANCESCO SARMIENTO - UTENTE ENEL
Verso la fine di giugno sono venuti due operatori della Enel dicendo che mi dovevano
cambiare il contatore perché non andava bene, non si leggeva bene. Hanno cambiato
il contatore, “firmate qua” e se ne sono andati. A distanza di una ventina di giorni mi
arriva la bolletta di un conguaglio di mille e trecento e rotti euro. Io da una pensione
misera, figuratevi a togliere 150, 160...
PACO SANNINO
Posso sapere di quanto è questa pensione?
FRANCESCO SARMIENTO - UTENTE ENEL
Sì: otto e quaranta compresi gli assegni di mia moglie. Dopo trent’anni di lavoro
all’Alfa Romeo.
PACO SANNINO
Ma non ha mai pensato di cambiare il gestore?
FRANCESCO SARMIENTO - UTENTE ENEL
No eh... che cambiamo? Stiamo là..
PACO SANNINO
Non cambia niente secondo lei
FRANCESCO SARMIENTO - UTENTE ENEL
Siamo alla Camera dei Deputati; lei mi capisce che voglio dire...
ANNA GATTA - UTENTE ENI
Devo pagare milleduecento e più euro!
PACO SANNINO
Ma non ha mai pensato di cambiare il gestore a questo punto?
ANNA GATTA - UTENTE ENI
Di cambiare gestore? Quale gestore? Tolgo l’Eni? E dove mi metto?
MARIANO GHERARDINI – EX UTENTE ITALGAS
Dunque, qui le faccio vedere che si sente puzza di gas perché abbiamo delle tubazioni
molto vecchie.
STEFANIA RIMINI
Ma perché non ve l’hanno messe a posto?
MARIANO GHERARDINI – EX UTENTE ITALGAS
Perché hanno detto che non hanno i soldi per farlo.
STEFANIA RIMINI
Dieci anni fa?
MARIANO GHERARDINI – EX UTENTE ITALGAS
Almeno dieci anni fa, anche più!
STEFANIA RIMINI
Ed è ancora così?
MARIANO GHERARDINI – EX UTENTE ITALGAS
È ancora così; è la ruggine che tiene il gas!
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
Investimenti in ritardo, bollette stratosferiche, ma le tariffe dell’elettricità sono salite
meno di quelle del gas, come mai? Anche qui c’è lo zampino della Cassa Depositi e
Prestiti.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
Cioè i prezzi del gas sono cresciuti più...
CARLO STAGNARO – ISTITUTO BRUNO LEONI
...più velocemente dell’inflazione.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
Mentre quelli dell’ elettricità no?
CARLO STAGNARO – ISTITUTO BRUNO LEONI
Mentre quelli dell’elettricità sono stati in linea con l’inflazione. Quindi in termini reali
sostanzialmente sono rimasti stabili.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
Quindi secondo lei questo è collegabile anche al discorso delle reti?
CARLO STAGNARO – ISTITUTO BRUNO LEONI
Questo è collegabile al fatto che sul mercato elettrico c’è più concorrenza rispetto al
mercato gas e sul mercato elettrico c’è più concorrenza per tante ragioni, ma una
delle ragioni, probabilmente una delle principali, è che dal 2005 il gestore della rete
cioè Terna è cugino alla lontana dell’operatore dominante cioè Enel.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
La rete degli elettrodotti, Terna è controllata dalla Cassa Depositi e Prestiti mentre
l’Enel è controllato dal Tesoro. Questo garantisce la neutralità della rete, per cui si
incoraggia l’arrivo di nuovi operatori che cercano di far concorrenza sul prezzo all’Enel
facendo delle offerte a noi utenti. Invece nel caso del gas fino ad oggi la rete dei
gasdotti della Snam era controllata dall’Eni, che è anche il principale venditore di gas.
Ora il controllo dei gasdotti della Snam lo stanno passando alla Cassa Depositi e
Prestiti. Questo ci garantirà la neutralità della rete del gas?
CARLO STAGNARO – ISTITUTO BRUNO LEONI
No, con l’operazione Snam avremo sia Eni sia Snam entrambi controllati dalla Cassa
Depositi e Prestiti. Cioè non sarebbero cugini, ma fratelli e come dire in una logica in
cui...
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
Tra fratelli ci si aiuta...
CARLO STAGNARO – ISTITUTO BRUNO LEONI
Ci si aiuta di più che tra cugini
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
Questo significa che i prezzi del gas tendenzialmente non diminuiranno in Italia?
CARLO STAGNARO – ISTITUTO BRUNO LEONI
Questo significa che.. se diminuiranno i prezzi diminuiranno meno di quanto avrebbero
potuto diminuire, molto probabilmente non scenderanno, sicuramente saranno più alti
di quanto potrebbero essere.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
Alla fine il cuoco è sempre il Governo di turno che decide qual è il cibo da servire al
Paese malato, cioè la ” politica industriale”.
MILENA GABANELLI IN STUDIO
Perché per noi utenti è meglio che chi gestisce i tubi che portano il gas verso il fornello
di casa non sia parente di quello che il gas lo vende? Perché insieme possono fare un
gioco di squadra e ostacolare magari un concorrente che potrebbe farci un prezzo
migliore. Per questo l’Eni ha dovuto cedere la Snam. Chi se l’è comprata? La Cassa
Depositi e Prestiti. Allora: se prima la situazione era che Snam era figlio e Eni il papà,
adesso Eni e Snam sono fratelli perché hanno sopra la mamma che è la Cassa
Depositi e Prestiti che controlla sia Eni che Snam e sopra il Tesoro, che sono i
maggiori azionisti di tutti e due e quindi quale interesse mai avranno a favorire una
concorrenza che poi alla fine dovrebbe far diminuire le nostre bollette del gas? Ora, i
vertici di Cassa Depositi e Prestiti potranno dire “ma noi siamo autonomi!”; è vero,
però le carte le da il Ministero del Tesoro e se si mettono troppo di traverso, il ministro
di turno può sempre alla prima occasione mandarli a casa. Dopo la pubblicità vediamo
in quali altre aziende sta entrando la Cassa.
MILENA GABANELLI IN STUDIO
Parliamo di Cassa Depositi e Prestiti che vuol dire 223 miliardi di risparmi postali
gestiti da un gruppo di notabili che stanno al potere da quando eravamo piccoli.
Dicono di investirli per finalità sociale e di sviluppo, per questo danno poco di
interessi. Ma dove investono? Il Ministro dello Sviluppo Passera dichiara che “bisogna
razionalizzare gli aeroporti” e guarda caso, la Cassa Depositi e Prestiti aveva giusto
investito in un fondo che rileva aeroporti. Quindi indirettamente sarà la Cassa a dirci
per esempio, dove potremmo trovare una compagnia low cost e dove avere la banda
larga. Cominciamo con gli aeroporti.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
Alcuni Comuni hanno sprecato milioni per dare contributi alle compagnie low cost e
ora sono in crisi. L’aeroporto di Rimini un anno fa ha fatto un accordo con la Windjet
per sottrarre collegamenti al vicino aeroporto di Forlì. Dopodiché la Windjet ad agosto
ha lasciato tutti a terra.
UTENTE 1 WINDJET
Allora dovevo andare a Catania, avevo un volo prenotato per l’una però è stato
annullato.
MATTEO DI CALISTO FUORI CAMPO
Che compagnia aerea è?
UTENTE 1 WINDJET
Windjet.
UTENTE 2 WINDJET
Siamo rimasti a terra in poche parole, non si sa che succede se si parte oppure no,
stiamo facendo avanti indietro e nessuno sa dirci nulla.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
Il livello del servizio in generale non è sempre quello che un viaggiatore si
aspetterebbe.
VIAGGIATRICE 1
E intanto i collegamenti da e verso l’aeroporto sono un po’ diciamo... lasciano un po’ il
tempo che trovano. I treni sono abbastanza lenti; non c’è garanzia della puntualità.
VIAGGIATRICE 2
Anche in particolare nel ritiro bagagli qualcosa di spettacolare, sì, il ritiro bagagli
insomma non c’è orario ecco di ritardo.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
C’entra anche il fatto che le cooperative che forniscono in appalto i servizi aeroportuali
sono in difficoltà.
GIORGIO NICOLA - LAVORATORE AEROPORTO MALPENSA
Noi siamo in cassa integrazione in deroga; c’è gente che addirittura ha avuto lo sfratto
esecutivo, dormono in macchina. A me è capitato che mi hanno staccato la corrente
perché non potevo pagarla in nessun modo.
STEFANIA RIMINI
E perché non poteva?
GIORGIO NICOLA - LAVORATORE AEROPORTO MALPENSA
Non potevo pagarla perché non mi arrivavano i soldi non mi arrivavano, questi
miserabili 730 euro. Questa purtroppo è la situazione delle cooperative.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
Gli aeroporti bisogna razionalizzarli, l’ha detto anche il Ministro dello sviluppo Passera,
ma i Comuni a chi dovrebbero vendere i loro scali? I lavoratori sono preoccupati.
STEFANIA RIMINI
Ma scusi, magari arriva uno bravissimo che mette a posto tutto e assume anche gente
CARMELO FOTIA - SINDACALISTA USB SEA MALPENSA
Guardi, negli ultimi periodi si è trattato sempre di intervenire sul costo del lavoro e
quindi sul taglio occupazionale.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
Il privato che si è comprato il 29% di Linate e Malpensa dal Comune di Milano è il
fondo F2i, già proprietario del 70% dell’aeroporto di Napoli Capodichino. Da chi è
sponsorizzato? Dalla Cassa Depositi e Prestiti, che ha messo 150 milioni per
contribuire alla sua creazione. Il presidente di F2i è Vito Gamberale. Quando era
amministratore delegato di Autostrade per l’Italia con il meccanismo di fissazione dei
pedaggi, nelle casse del gruppo entravano extraprofitti monopolistici, cioè ci stavano
straguadagnando. Gamberale più tardi se ne è andato e ha aperto il fondo F2i, che
investe anche nella banda larga. E chi meglio di lui poteva scegliere la Cassa Depositi
e Prestiti per colmare il nostro ritardo digitale? Stiamo parlando di Metroweb, la
società del fondo F2i che intende portare la fibra ottica super veloce nelle 30 principali
città italiane entro il 2015. La Cassa Depositi e Prestiti investirà dentro Metroweb fino
a 500 milioni. Perché con internet al momento siamo messi così.
MARCELLA POMPEI - DIRETTRICE CENTRO ANZIANI TRIGORIA
Questo è il centro anziani Benedetto Rossi ha bisogno proprio con gran velocità di un
ADSL.
PACO SANNINO
Ma come mai non ce l’avete?
MARCELLA POMPEI - DIRETTRICE CENTRO ANZIANI TRIGORIA
Non ce l’abbiamo perché ci hanno sempre detto che non c’era il posto e io gli devo
dare la chiavetta per inserirsi ed è costoso.
LICIA CIONI
Hanno riconfermato che il mio numero era coperto, che potevamo mettere l’ADSL;
abbiamo di nuovo fatto il contratto telefonico ma l’ADSL non è ancora stato attivato,
perché non è possibile: è un continuo di guasti telefonici. Devo fare un’email...
insomma, a un certo punto ho i miei impegni fuori; mi scrivono la posta elettronica e
io devo andarla a vedere...
Pronto? ...Muto!
CRISTINA PROVENZANO
E di quante persone stiamo parlando che non possono essere coperte dal servizio?
MONICA AMICI - SINDACO GUIGLIA
Stiamo parlando di circa almeno la metà delle persone residenti nel Comune di
Guiglia, quindi saranno sui 2000, 2000 persone.
PIETRO BALLIBANI
Perchè internet funziona, quando funziona, in rarissimi casi, veramente con velocità
che sono del tutto inaccettabili.
CARLO ALBERTO BALDONI – TITOLARE TABACCHERIA
La nostra connessione è rimasta ferma a 640Kb praticamente, quindi è molto obsoleta
in confronto a quella che c’è adesso. Anche perché io conduco un’attività, quindi ho
bisogno di inviare mail, fatture e cose del genere quindi c’è proprio questa difficoltà
operativa.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
Ma perché in Italia l’adsl funziona così male?
DINO BORTOLOTTO – PRESIDENTE ASSOPROVIDER
Non conta assolutamente essere in città o in paese: gli utenti in funzione della
distanza che hanno tra loro e la centrale riceveranno un servizio, per intenderci un
utente che si trovi a 6 km di distanza, non riesce a raggiungere di sicuro i 7 megabit,
mentre ci riesce uno che si trova a 3 km di distanza.
STEFANIA RIMINI
E non c’è niente da fare, quindi?
DINO BORTOLOTTO – PRESIDENTE ASSOPROVIDER
E non c’è nulla da fare.
STEFANIA RIMINI
Anche se io compro un servizio per 7 megabit dopo me lo ritroverò...
DINO BORTOLOTTO – PRESIDENTE ASSOPROVIDER
Me lo ritroverò lentissimo.
STEFANIA RIMINI
Però lo pago come da 7 megabit.
DINO BORTOLOTTO – PRESIDENTE ASSOPROVIDER
Certo perché la velocità massima è nominale, cioè la capacità trasmissiva massima in
condizioni ottimali.
STEFANIA RIMINI
Quindi tutti incavolati perché l’adsl non va veloce come vorrebbero, però basta che
piova?
DINO BORTOLOTTO – PRESIDENTE ASSOPROVIDER
Basta che piova, basta che sono molto distante dalla centrale...
STEFANIA RIMINI
della Telecom...
DINO BORTOLOTTO – PRESIDENTE ASSOPROVIDER
Poi può accadere che la centrale abbia esaurito i doppini, quindi da quel momento in
poi non è possibile aggiungere una sola adsl, un solo ulteriore servizio in quella zona.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
La Telecom ha 30 miliardi di debiti e le farebbe comodo che la Cassa Depositi e Prestiti
si accollasse la vecchia rete telefonica in rame, quella che dà tutti i problemi che
abbiamo visto.
CARLO SCARPA – ECONOMIA E POLITICA INDUSTRIALE UNIVERSITÀ DI
BRESCIA
Se si acquisisce la rete di Telecom Italia a un valore ragionevole, attenzione, si
acquisisce il diritto a lavorarci dentro e a sostituirla con la rete nuova, questo è il
grosso vantaggio direi.
STEFANIA RIMINI
Se la Cassa prende la rete di Telecom, prende una cosa, il rame, che nel momento in
cui viene la banda larga non vale più niente?
CARLO SCARPA – ECONOMIA E POLITICA INDUSTRIALE UNIVERSITÀ DI
BRESCIA
Si tratta di vedere quanto costa. Peraltro la valutazione di un bene di questo genere è
estremamente difficile.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
Pare che la Telecom cederebbe la rete in rame per 15 miliardi mentre la Cassa
sarebbe disposta a pagarne 9. Si stanno però mettendo d’accordo per cablare insieme
a Metroweb altre 100 città.
STEFANIA RIMINI
Ma voi come la vedete?
DINO BORTOLOTTO – PRESIDENTE ASSOPROVIDER
Noi siamo totalmente contrari al riconoscimento di qualsiasi importo per il rame, per
noi il rame vale niente.
STEFANIA RIMINI
Perché?
DINO BORTOLOTTO – PRESIDENTE ASSOPROVIDER
Perché quel rame, con la fibra a casa dell’utente non c’entra nulla. Se un operatore
privato vuole portare della fibra a casa degli utenti è liberissimo di farlo purché lo
faccia coi soldi suoi, non con i soldi della collettività, perché allora mi domando perché
non vengano dati a me quei soldi perché con tutti quei soldi son capacissimo anch’io
di portare la fibra in tutte le case previste da quel piano.
STEFANIA RIMINI
Invece con Metroweb abbiamo un soggetto...
DINO BORTOLOTTO – PRESIDENTE ASSOPROVIDER
Metroweb lo farà solo e soltanto dove gli conviene e tutti i cittadini e saranno molti,
che staranno in zone ritenute non remunerative verranno totalmente ignorati.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
Un sistema alternativo per dotarci della rete internet ultraveloce ci sarebbe. Gruppi di
Comuni o anche singoli quartieri cittadini si potrebbero consorziare e si potrebbero
tirare la loro fibra ottica, riutilizzando i cavidotti già esistenti. Così si taglierebbe fuori
la Telecom e il suo monopolio sul filo di rame che va dalla centrale a casa dell’utente,
perché ognuno sarebbe il padrone del suo pezzo di fibra, che diventerebbe una
pertinenza dell’edificio.
ALFREDO BREGNI - CONSULENTE DI DIREZIONE AZIENDALE
Verrebbe a costare a tutti 600 euro, per tutti e l’avremmo anche tutti. E’ una cosa che
si può fare credo in 3, 4.... 5 anni. Potremmo tirare una fibra che non solo è super
veloce perché passa da 1, 2... 10 megabit teoricamente fino a 2 gigabit.
STEFANIA RIMINI
E si riesce a vedere i film...
ALFREDO BREGNI - CONSULENTE DI DIREZIONE AZIENDALE
Ci si fa qualunque cosa, cioè un’azienda con 2 gigabit ci fa qualunque cosa senza
apparati particolari. Il bello di questa iniziativa è che se i cittadini decidono di farlo
tutti insieme i 600 euro si fanno medi per tutti, quindi dove costa 200 si paga 600
tanto son soldi che comunque si spenderebbero e dove costa 1000, 1200 costa ancora
600 perché i cittadini potrebbero mettersi d’accordo in questo senso.
STEFANIA RIMINI
Però prima che mettiamo d’accordo tutta l’Italia... si potrebbe partire solo in un
momento in cui sono d’accordo tutti?
ALFREDO BREGNI - CONSULENTE DI DIREZIONE AZIENDALE
No, allora: si può partire anche perché se si decide che.... il quartiere Prati decide di
farlo, son 75mila persone decidono di cablarsi la loro fibra e lo possono fare. Perché
alla fine quello che costa non è il cavo in sé, quello che costa è il cavidotto, quindi
scavare. Quindi alla fine tutte le cifre tornano a patto di voler riutilizzare una parte di
cavidotti: ci sono quelli dell’illuminazione pubblica, ci sono le fognature, c’è il gas, c’è
la luce oltre che i telefoni.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
Ma 600 euro da anticipare per un utente non sono pochi, ne vale la pena?
ALFREDO BREGNI - CONSULENTE DI DIREZIONE AZIENDALE
L’operatore farà pagare un canone per l’investimento che ha fatto, e noi continueremo
a pagare il canone a Metroweb invece che a Telecom. Non si capisce perché non
affrancarsi una volta per tutte da questo canone.
MILENA GABANELLI IN STUDIO
Si calcola che se avessimo la connessione che permette di scambiare velocemente dati
e in Italia c’è solo in pochissime zone, il nostro Pil aumenterebbe di un punto e ci
toglieremmo di mezzo un po’ di antenne che inquinano non poco. Per realizzare
questa infrastruttura ci sono tante strade: una è quella di dire ai comuni: utilizzate i
buchi che avete già, la Cassa contribuisce, fate passare i cavi con dentro la fibra e alla
fine il proprietario rimane il cittadino; oppure mettere tutto nelle mani di uno. La
Cassa ha preferito questa seconda strada: ha messo tutto nelle mani di Metroweb, che
alla fine rimarrà monopolista e si sta anche mettendo d’accordo con Telecom per
acquisire la sua rete in rame, che col tempo varrà sempre di meno. Vien da pensarla
così: un aiutino a Telecom, che è indebitata con Intesa che ha i suoi uomini, come
vedremo, dentro la Cassa. Tutto questo per connettere le 30 città e alla fine, chi
abita a Velletri piuttosto che a Comacchio, a Carate Brianza o a Lentini, peggio per lui.
Dentro alla Cassa però c’è il Fondo Strategico, che attinge sempre dai soldi dei
risparmiatori postali. Che cos’è questo Fondo Strategico?
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
É come un missile patriot pronto a difendere l’italianità: se arriva un altro missile tu lo
spari e il patriot lo intercetta. Tremonti l’ha messo in piedi per difendere la Parmalat
dai francesi di Lactalis, ma non ha fatto in tempo. I settori che oggi può “proteggere”
il Fondo, spaziano dalla difesa alle assicurazioni, dai trasporti all’alta tecnologia.
STEFANIA RIMINI
E’ stata un’innovazione positiva quella che hanno introdotto il ministro Tremonti
all’epoca?
VINCENZO COMITO – FINANZA AZIENDALE UNIVERSITÀ DI URBINO
Si, nel gran mare dei disastri che Tremonti ha fatto durante la sua gestione, questa
sembra essere quasi l’unica nota positiva: quella di aver avviato verso nuovi lidi la
Cassa Depositi e Prestiti peraltro in realtà secondo me bisognerebbe mettere altri
settori.
STEFANIA RIMINI
Tipo?
VINCENZO COMITO – FINANZA AZIENDALE UNIVERSITÀ DI URBINO
Turismo, beni culturali, agroalimentare, porti... che possono avere un grandissimo
impatto sull’economia italiana, sull’occupazione. Però hanno stanziato pochi soldi, mi
sembra 4, 5 miliardi di euro
STEFANIA RIMINI
Non è molto...
VINCENZO COMITO – FINANZA AZIENDALE UNIVERSITÀ DI URBINO
E c’è spazio per aumentare ancora di 50-100 miliardi
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
In pratica oggi la Cassa è sempre più simile a una banca d’investimento e quindi
personale e stipendi sono quelli delle grandi banche. L’amministratore delegato
Giovanni Gorno Tempini lavorava alla Mittel con Giovanni Bazoli, che è il dominus di
Banca Intesa. Lo stipendio di Gorno Tempini è di 952mila euro all’anno, mentre il suo
predecessore Massimo Varazzani, che è rimasto alla Cdp solo un anno e mezzo, ha
percepito anche “l’indennità per mancato rinnovo della carica”.
GIOVANNA BOURSIER
Quanto aveva preso?
MASSIMO VARAZZANI – EX AMMINISTRATORE DELEGATO CASSA DEPOSITI E
PRESTITI
Alla Cassa mi davano 750 mila euro all'anno.
GIOVANNA BOURSIER
Quindi le hanno dato 750 mila euro...
MASSIMO VARAZZANI – EX AMMINISTRATORE DELEGATO CASSA DEPOSITI E
PRESTITI
No: più un anno e mezzo, quindi 1 milione e quello che l’è.
GIOVANNA BOURSIER
Come una liquidazione quello che l’è.
MASSIMO VARAZZANI – EX AMMINISTRATORE DELEGATO CASSA DEPOSITI E
PRESTITI
Siccome sei un amministratore e non sei dipendente, se non ti rinnovo... ti do un
minimo... non c’è liquidazione, il costo di un amministratore è molto meno di quello di
un dipendente perché non ha i contributi, non ha la tredicesima..
GIOVANNA BOURSIER
Però insomma quando si parla di 1 milione l'anno, no?
MASSIMO VARAZZANI – EX AMMINISTRATORE DELEGATO CASSA DEPOSITI E
PRESTITI
Guardi io 750 veramente, forse volevano che prendessi di più, sono io che ho detto,
no, no va bene così.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
Inoltre la Cassa per il suo Fondo Strategico ha ingaggiato Maurizio Tamagnini, che
quando era il capo di Merrill Lynch in Italia, la sua banca era accusata di truffa
aggravata alla Regione Puglia.
Da Report del 24 maggio 2009
MICHELE PELILLO – ASSESSORE BILANCIO REGIONE PUGLIA
Noi non possiamo... non abbiamo nessuno strumento per opporci.
STEFANIA RIMINI
Cioè se la Merrill Lynch investe su un titolo che a voi non va....
MICHELE PELILLO – ASSESSORE BILANCIO REGIONE PUGLIA
Se la Merrill Lynch impazzisce e nell’ambito del paniere concordato a suo tempo
investe tutti i nostri soldi su un titolo sbagliato, noi non abbiamo nessuno strumento
per impedirlo.
Da Report del 25 ottobre 2009
ANTONIO LAUDATI – PROCURATORE CAPO DI BARI
Complessivamente il danno della Regione al momento in cui siamo intervenuti è di
circa 100 milioni, 103 milioni.
STEFANIA RIMINI
Ma questi soldi li recupera la Regione?
ANTONIO LAUDATI – PROCURATORE CAPO DI BARI
Noi li abbiamo sequestrati e quindi il sequestro è un sequestro preventivo, finalizzato
alla restituzione alla Regione di questo denaro.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
A febbraio scorso il contratto della Regione Puglia è stato sanato con una transazione,
ma la Merrill Lynch aveva siglato un contratto del genere anche con la Regione
Lombardia, che è costato alle casse regionali 95 milioni più del dovuto, secondo una
perizia per cui adesso sono in causa. Dov’era Tamagnini mentre i suoi funzionari
trattavano con gli assessori? Intanto per mollare Merrill Lynch si fa pagare dalla Cassa
600mila euro all’anno.
Delle 180 aziende che si sono rivolte al Fondo, finora è stata accolta la Kedrion,
l’azienda biofarmaceutica del senatore del PD Andrea Marcucci. Adesso si stanno
muovendo per rilevare le quote di due grandi aziende che Finmeccanica è costretta a
cedere: Ansaldo Energia, che produce centrali elettriche e Avio, che produce il motore
dell’Eurofighter e il lanciatore satellitare Vega.
AL TELEFONO MICHELE NONES – DIRETTORE PROGRAMMA SICUREZZA E
DIFESA IAI, ISTITUTO AFFARI INTERNAZIONALI
E’ più un’esigenza di Finmeccanica, che se Finmeccanica non avesse i problemi che ha
e non fosse alla disperata ricerca di liquidità...tenga conto che Finmeccanica
dall’operazione può ricavare circa diciamo 200 milioni.
STEFANIA RIMINI
Infatti, quindi è indicato l’intervento del Fondo Strategico?
AL TELEFONO MICHELE NONES – DIRETTORE PROGRAMMA SICUREZZA E
DIFESA IAI, ISTITUTO AFFARI INTERNAZIONALI
Si, torno a ripetere, se lei non ha altri strumenti.
STEFANIA RIMINI
Gli altri strumenti sarebbero diciamo preferibili, no?
AL TELEFONO MICHELE NONES – DIRETTORE PROGRAMMA SICUREZZA E
DIFESA IAI, ISTITUTO AFFARI INTERNAZIONALI
Si certo.
STEFANIA RIMINI
Ma perché?
AL TELEFONO MICHELE NONES – DIRETTORE PROGRAMMA SICUREZZA E
DIFESA IAI, ISTITUTO AFFARI INTERNAZIONALI
Tanto per cominciare non deve metterci i soldi.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
Basterebbe applicare quel decreto che impone a qualunque investitore estero
interessato alle nostre aziende di chiedere prima al Governo: “Scusa, me la vorrei
comprare hai problemi? Se no, non comincio nemmeno”. Invece si preferisce far
firmare l’assegno alla Cassa Depositi e Prestiti. Il punto è: si tratta solo di un
parcheggio temporaneo o tutte queste aziende la Cassa se le vorrà tenere? Perché
rischiamo di tornare alle partecipazioni statali come quando c’era l’Iri.
STEFANIA RIMINI
Lei comunque ha avuto anche un’esperienza in IRI?
VINCENZO COMITO – FINANZA AZIENDALE UNIVERSITÀ DI URBINO
Sì, la mia prima esperienza di lavoro molti decenni fa è stata proprio nel gruppo IRI e
proprio in una società che entrava nel capitale di piccole medie imprese meritevoli.
STEFANIA RIMINI
Ah si? Che era?
VINCENZO COMITO – FINANZA AZIENDALE UNIVERSITÀ DI URBINO
Si chiamava Isap, poi è andata a finire un po’ male. Cosa è successo, a un certo punto
arriva Fanfani e bisogna finanziare lo zuccherificio nella sua zona elettorale dove non
c’erano le barbabietole, poi arriva Visentini e bisogna finanziare la Saimp una società
meccanica che era di nuovo dalle sue parti e così via...
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
Sono passati sessant’anni e ci riproviamo con il Fondo Italiano d’Investimento, che ha
raccolto 1 miliardo e 200 milioni tra varie banche, tra cui la Cassa Depositi e Prestiti
che contribuisce con il 21%. Se sei una piccola impresa e lo convinci che puoi
diventare grande e farai strada, il Fondo ti mette nuove risorse nel motore. Ma
l’azienda dopo andrà a generare ricchezza in Italia o all’estero o solo nelle tasche dei
proprietari? In inglese si chiama private equity, ma che tipo di mestiere è?
ANNA GERVASONI – DIRETTORE AIFI, ASSOCIAZIONE ITALIANA DEL
PRIVATE EQUITY E VENTURE CAPITAL
Il private equity e il venture capital fa il socio delle imprese, entra nel capitale di
rischio, quindi deve avere anche una chimica positiva con l’imprenditore, valutarlo,
vedere se quell’impresa è giusta, se il business plan è un business plan che ha
potenziale, a quel punto i soldi li mette più che volentieri.
STEFANIA RIMINI
Per chi fa private equity quant’è la percentuale di investimenti che si azzerano?
ANNA GERVASONI – DIRETTORE AIFI,
PRIVATE EQUITY E VENTURE CAPITAL
Parliamo del 10%.
ASSOCIAZIONE ITALIANA DEL
ASSOCIAZIONE ITALIANA DEL
ANNA GERVASONI – DIRETTORE AIFI, ASSOCIAZIONE ITALIANA DEL
  PRIVATE EQUITY E VENTURE CAPITAL 
  Perdo anche il mio milione, fa parte appunto del nostro mestiere. 
STEFANIA RIMINI
Che vanno male, che si azzerano?
STEFANIA RIMINI
Si, dove si azzerano i rendimenti.
STEFANIA RIMINI
E se l’azienda salta del tutto?
ANNA GERVASONI – DIRETTORE AIFI,
PRIVATE EQUITY E VENTURE CAPITAL
Beh, diciamo che se l’azienda salta...
STEFANIA RIMINI
Ci perdo un milione.
LUIGI ZINGALES – ECONOMISTA UNIVERSITÀ DI CHICAGO
Anche negli Stati Uniti dove il mercato di private equity funziona relativamente bene,
è sviluppato, ci sono tante nuove aziende etc etc..., gli studi empirici dimostrano che lo
Stato come fondo di private equity è un disastro.
STEFANIA RIMINI
Anche negli Stati Uniti?
LUIGI ZINGALES – ECONOMISTA UNIVERSITÀ DI CHICAGO
Anche negli Stati Uniti, quindi, la prospettiva che in Italia improvvisamente ci
inventiamo a essere bravi in private equity con i soldi pubblici secondo me non esiste.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
Qui però non sono soldi pubblici ma per la maggior parte soldi privati e finora il Fondo
Italiano d’Investimento si è mosso con prudenza, non si prefigge rendimenti
speculativi perché il suo scopo è far crescere le piccole aziende.
STEFANIA RIMINI
Loro però hanno già dichiarato che è nell’interesse dello sviluppo...
LUIGI ZINGALES – ECONOMISTA UNIVERSITÀ DI CHICAGO
Lei ha perfettamente ragione è un’idea bellissima. Il problema di questo è che è
difficilissimo da misurare, anzi quello che lei mi dice mi preoccupa ancora di più
perché lei mi sta dicendo che loro hanno la scusa per fare degli investimenti
clientelari, perché dicono “è per l’utilità sociale”.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
Vediamo, tra le aziende scelte dal fondo non tutte appartengono a dei signori
nessuno. C’è la GMM di Massimo Sordi, membro di spicco di Assolombarda; c’è la
Cartour della famiglia Matacena che gestisce i traghetti sullo stretto di Messina. Da
un’analisi indipendente dei bilanci abbiamo appreso inoltre che in due casi, per la
Farmol e per la TrueStar i soldi del Fondo sembrerebbero servire soprattutto per
finanziare le attività estere.
MILENA GABANELLI IN STUDIO
Qui, bisognerebbe fidarsi e basta, ma come abbiamo visto la Cassa ascolta volentieri
la politica, che ha un piede dentro al Fondo, che ha messo 10 milioni dentro la
TrueStar.
Il titolare è Fabio Talin, residente in Svizzera, e fino al 2008 la sua società che
impacchetta bagagli negli aeroporti di 17 paesi aveva come socio Paolo Berlusconi. Da
allora ci informa, dal 2008 non ci sono più rapporti professionali. Ora sull’agenda
sequestrata a Ponzellini, risulta che a marzo del 2010 Paolo Berlusconi e Talin si
incontrano con Ponzellini, Ponzellini è il banchiere che ha servito molti politici e oggi
nei guai per la questione della Banca Popolare di Milano, l’incontro avviene per parlare
appunto di TrueStar. Comunque ci scrivono che con il Fondo dentro TrueStar gli utili
devono essere reinvestiti nello sviluppo dell’azienda, che vuol dire posti di lavoro.
Cominciamo la storia dall’aeroporto di Miami, dove la TrueStar si è aggiudicata la
concessione per impacchettare i bagagli. Siamo ad ottobre 2011 e un giornalista
locale si incuriosisce.
NELSON HORTA - GIORNALISTA
Fui contattato da alcuni impiegati dell’impresa in questione. Questa compagnia arrivò
a Miami e offrì più di 11 milioni di dollari per assicurarsi un contratto che in seguito
venimmo a sapere rendeva soltanto 10 milioni di dollari all’anno. Per questo
pensammo che c’era qualcosa sotto. Abbiamo detto, scritto e pubblicato che
progettavano di andare di fronte alla commissione per chiedere di ridurre gli 11 milioni
di dollari che avevano offerto per ottenere il contratto e ciò è successo alcuni mesi
dopo. Dicemmo che avevano 39 macchine operative nell’aeroporto internazionale di
Miami e invece loro sostenevano che non era vero e di fatto all’aeroporto ne
dichiaravano 31.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
Per la TrueStar è tutto falso e ha denunciato il giornalista di Miami. Nel frattempo a
marzo i lavoratori a Fiumicino si agitavano perché la cooperativa Solution Teams che
lavorava per la TrueStar aveva smesso di pagarli.
LAVORATORE SOLUTION TEAMS 1
Vogliamo tornare a fare il nostro lavoro, non pretendiamo altro.
LAVORATORE SOLUTION TEAMS 2
Nello stesso ambiente cooperavano sia Solution Teams che TrueStar, quindi era
suddiviso da vetrate. Il nostro responsabile prendeva anche direttive dai dirigenti di
TrueStar, prendeva ordini da tutti e due.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
I lavoratori contestavano l’interposizione di mano d’opera. Secondo loro cooperativa e
TrueStar di fatto erano la stessa cosa, comunque quando la cooperativa è saltata la
TrueStar ha assunto la maggior parte degli ex dipendenti
MBOW MODOU – DIPENDENTE TRUE STAR
All’ufficio abbiamo firmato le carte e tutto, “sì va bene vi prendiamo tutti”, ci abbiamo
creduto e abbiamo firmato. Così superati tipo 26 giorni di prova il primo che hanno
chiamato per licenziare sono stato io. Mi hanno detto: “sai che oggi è il tuo ultimo
giorno di lavoro?” e io ho detto “wow, proprio così dev’essere? Così ho fatto la causa
sono passati 5 mesi, però alla fine grazie al Signore l’ho vinta io quindi niente, ho
diritto di tornare a lavorare più essere pagato i mesi arretrati.
RENZO CANAVESI – SINDACALISTA CUB TRASPORTI
Adesso lui non ha neanche passato la prova ha dovuto ricorrere, ma anche il
lavoratore che è stato assunto ha perso le sue spettanze perché la cooperativa non le
paga, la TrueStar non si fa garante anche se la legge dice che se subentri ti devi fare
carico anche del passato, abbiamo di nuovo il trucchetto di non pagare il tfr. Ma non
solo, per dire, usano un contratto che ha come paga 5 euro e cinquanta, io c’ho qua la
busta, lorda no?
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
C’è da dire che la Cassa Depositi e Prestiti non ha niente a che vedere con le vicende
della TrueStar, perché è responsabilità del Fondo Italiano d’investimento monitorare le
aziende dove mette i soldi. La coincidenza è che anche alla Cassa viene contestata
l’intermediazione di manodopera”, dai dipendenti di un’azienda che le fornisce i servizi
d’archivio.
GIOVANNI PELLETTIERI – LEGALE LAVORATORI ROTOCLASS
Dal momento che sono circa 12 anni che lavorano presso la Cassa Depositi e Prestiti e
si sono visti negare tutti i benefici dei dipendenti della Cassa Depositi e Prestiti.
STEFANIA RIMINI
Dei dipendenti della Cassa?
GIOVANNI PELLETTIERI – LEGALE LAVORATORI ROTOCLASS
Dei dipendenti della Cassa Depositi e Prestiti.
STEFANIA RIMINI
Perché loro dicono di aver sempre svolto...
ROSA TRONCELLITI - LEGALE LAVORATORI ROTOCLASS
Presso la Cassa hanno svolto mansioni di archivista, di commesso, di usciere, cioè...
STEFANIA RIMINI
Loro non hanno mai messo piede nell’azienda fornitrice che li ha assunti?
ROSA TRONCELLITI - LEGALE LAVORATORI ROTOCLASS
Mai...non sono mai entrati, neanche per un’ora. Mai.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
E avanti con i ricorsi al giudice. Alla fine alcuni sono stati assunti dalla Cassa, altri no.
Insomma è dura, far crescere l’Italia.
In conclusione, dopo quello che abbiamo visto sulle attività della Cassa Depositi e
Prestiti e sapendo che se va storto qualcosa garantiamo noi con le nostre tasse, ci
chiediamo: come siamo messi? Se guardiamo in America, le istituzioni-centauro
Fannie Mae e Freddie Mac, un po’ pubbliche e un po’ private, alla fine le ha dovute
salvare il contribuente. Anche in Germania la KFW, omologo della nostra Cassa è
costata al contribuente tedesco 8 miliardi quando il governo se ne è servito per
salvare un’altra banca.
STEFANIA RIMINI
Rispetto all’omologa tedesca, la nostra Cassa Depositi e Prestiti rischia meno.
MARIO SEMINERIO – ECONOMISTA
Sì.
STEFANIA RIMINI
Perché?
MARIO SEMINERIO – ECONOMISTA
Perché ha un grado di leva finanziaria, cioè di indebitamento, che è più basso rispetto
a quello della KFW tedesca. Vorrei ricordare un aneddoto piuttosto simpatico: nelle
ore immediatamente successive all’implosione di Lehman Brothers, la KFW tedesca si
segnalò perché fecero un bonifico di oltre 400 milioni di euro a Lehman. Però magari
glielo si può anche perdonare visto che loro sono tedeschi.
STEFANIA RIMINI
E la Cassa Depositi e Prestiti ci sta costando o rendendo da quello che si vede?
MARIO SEMINERIO – ECONOMISTA
No: sta rendendo.
LUIGI ZINGALES – ECONOMISTA UNIVERSITÀ DI CHICAGO
La perdita di bilancio non si vede immediatamente.
STEFANIA RIMINI
Comunque loro di controlli, sulla carta, ne hanno tanti perché la Cassa Depositi e
Prestiti è vigilata dalla Corte dei Conti, è vigilata dalla Commissione Parlamentare, dal
Tesoro...
LUIGI ZINGALES – ECONOMISTA UNIVERSITÀ DI CHICAGO
Sì: l’Italia è il paese che ha i maggiori controlli formali. In Italia, basta che le regole
siano seguite, che ci siano tutte le carte da bollo e le firme giuste, e lei è a posto;
dopodiché se tutti gli investimenti sono stati fatti a amici politici e li chiami a fini
sociali, nessuno può controllare.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
Sentiamo cosa controlla la Commissione di Vigilanza Parlamentare sulla Cassa.
STEFANIA RIMINI
Se la Cassa decide di fare un grosso finanziamento a un’azienda piuttosto che di
entrare con un aumento di capitale in un’azienda, voi come Commissione di Vigilanza
lo sapete prima o dopo?
GIOVANNI LEGNINI - COMMISSIONE VIGILANZA CASSA DEPOSITI E
PRESTITI
Mah, noi difficilmente lo sappiamo per la ragione che non è la Cassa direttamente che
eroga denaro, ma questa finalità è affidata a società terze partecipate, controllate
maggioritariamente...
STEFANIA RIMINI
E su queste a voi non arrivano informazioni?
GIOVANNI LEGNINI - COMMISSIONE VIGILANZA CASSA DEPOSITI E
PRESTITI
... o meno e noi non abbiamo il controllo su quelle società. Se avviene un fatto di
cattiva gestione, col sistema attuale di controlli, le cose è probabile che si vengano a
sapere a cose fatte.
STEFANIA RIMINI
Vuol dire che mentre i controllori si domandano se il toro è fertile o sterile, la mucca ti
sforna il vitellino. E adesso cosa facciamo, lo rimettiamo dentro? Questo è il problema
con la Cassa Depositi e Prestiti.
LUIGI ZINGALES – ECONOMISTA UNIVERSITÀ DI CHICAGO
Loro sfruttano un vantaggio statale, per usi che dichiarano essere usi pubblici, però
non rendono conto al pubblico, perché non sono direttamente... non sono scelte
direttamente politiche e non sono scelte che vengono validate dal Parlamento; non
sono neanche scelte totalmente private perché nessuno ha i soldi a rischio. Quindi
questa commistione è quella che rende l’operazione particolarmente pericolosa perché
nessuno deve rendere conto a nessuno.

MILENA GABANELLI IN STUDIO
I vertici della Cassa e dei fondi purtroppo non hanno accettato di dire la loro. Ma
guardando i numeri va tutto bene, però i sintomi della degenerazione sono già tutti lì.
La Cassa sta fuori dalla Pubblica Amministrazione, ma è gestita dalla politica, che può
farle aprire il portafoglio quando vuole perché i criteri sono elastici. Oggi non può
entrare dentro le aziende decotte e questo è un bene. Gli investimenti dicono sono
solo “per lo sviluppo e strategici” allora fare edilizia convenzionata a Parma è
strategico? Dare una poltrona a De Michelis è per lo sviluppo? Fare un prestito alla
Carnival per comprare 2 navi dalla Fincantieri è per lo sviluppo o è un costoso
tappabuchi? Chi ci garantisce che un domani non possa diventare strategico salvare
una banca, usando i soldi che i pensionati hanno messo in posta? Basta cambiare lo
statuto e non sarebbe la prima volta. Allora io che sono a casa e ho messo i miei
risparmi in posta cosa devo fare levarli, toglierli da lì? Certo che no, primo perché il
rischio non si elimina dalla vita, secondo perché rispetto alle alternative la Cassa è
una verginella. Ma è un attimo farla diventare una escort perché non ci raccontano
niente. Vivono nel chiuso delle loro stanze fanno le trattative riservate per esempio in
questo momento trattano con Telecom quanto sborsare per una rete in rame, che poi
con la fibra varrà sempre di meno. Sono soldi dei risparmiatori, trattative aperte
signor Bassanini e la smetta di dire che bisogna usare riservatezza. I giornalisti
devono sapere per informare i risparmiatori che ci hanno messo i soldi e i contribuenti
che quei soldi hanno garantito. La stessa cosa vale per le fondazioni che vivono di
tavoli riservati e stanno facendo la trattativa col Tesoro per avere lo sconto se la fanno
fra loro e se riusciranno a spuntare lo sconto di 3 miliardi glielo pagheremo noi, a cose
fatte. Allora forse è finito il tempo di firmare le cambiali in bianco, il sistema va
corretto. Come? Pensateci e fatecelo sapere. Così poi noi decidiamo se lasciare i nostri
soldi in posta oppure tirarli via.



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