Lavoro, occupazione ai minimi storici
In Italia 43 persone su 100 non hanno un lavoro. Questa la fotografia scattata dall'Istat che ritrae un Paese, il nostro, in cui l'occupazione (al 57%) non cresce e offre agli inoccupati di oggi la certezza per il futuro di una lunga carriera da disoccupati.
Rispetto a gennaio 2011, nell'ultimo anno il tasso di disoccupazione in Italia è cresciuto di circa il 3%. Nella fascia di età tra i 15 e i 24 anni, l’incidenza dei senza lavoro è del 31%.
In un recente articolo di Repubblica, è stata fatta una stima del numero dei disoccupati che oggi salgono a quota 2 milioni 312 mila: il livello più alto da gennaio del 2004.
Credo che la notizia dovrebbe suscitare un balzo di scalpore, di timore, di preoccupazione generalizzata, ma anche di imbarazzo nei confronti di tutte quelle nazioni dell’Europa, in cui i tassi di occupazione superano il 90% e gli stipendi sono il doppio rispetto ai nostri.
Il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia non perde occasione per ripetere che l'Italia deve ricominciare a crescere. E come? Seguendo la sua proposta di calpestare i diritti più ovvi della nostra Costituzione?
Più credibile il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, che propone una possibile soluzione per rilanciare l'economia e l'occupazione: fermare i licenziamenti e non facilitare la flessibilità in uscita.
Meglio ancora, la soluzione avanzata dall'onorevole Idv Maurizio Zipponi, che sostiene la necessità di cancellare ogni forma di precariato. Anche perché, in tutta onestà, è difficilmente applicabile una riforma del mondo del lavoro chiedendo sacrifici di flessibilità al lavoratore, senza variare il sistema delle tassazioni nel lavoro a tempo indeterminato e senza mettere le mani nel welfare.
Insomma una manovra che risulterebbe essere l’esatto contrario di ciò che sta cercando di portare avanti, in maniera scellerata, il nostro governo dei “professori”.
La situazione occupazionale è arrivata al punto di non ritorno. L'emergenza rischia di diventare la normalità: la disoccupazione, o peggio, l'inoccupazione uno status talmente tanto diffuso da diventare la regola. Non si può più perdere tempo. Occorre intervenite. Gli italiani aspettano risposte che chiedono ormai da anni, manifestando e gridando in piazza richieste che, fino a oggi, sono rimaste inascoltate dalla classe politica.
Noi dell’Italia dei Valori da tempo sentiamo le sacrosante urla di una protesta che sfocia, sempre più spesso, in manifestazioni di palese esasperazione. Noi dell'Italia dei Valori non riusciamo a tapparci le orecchie e a chiudere gli occhi davanti alle migliaia di lavoratori che ogni giorno chiedono soltanto che gli venga riconosciuto il diritto sancito dalla nostra Costituzione: il lavoro.
Il momento di dare una risposta concreta agli italiani è arrivato. Se le forze politiche, che vogliono comandare, (senza bandiere ormai, ma solo per la “comodità” di farlo) faranno ancora orecchie da mercante, si troveranno un Paese senza più niente da perdere. Una popolazione presa in giro da troppo tempo da un sistema corrotto, antidemocratico e antimeritocratico.
In un recente articolo di Repubblica, è stata fatta una stima del numero dei disoccupati che oggi salgono a quota 2 milioni 312 mila: il livello più alto da gennaio del 2004.
Credo che la notizia dovrebbe suscitare un balzo di scalpore, di timore, di preoccupazione generalizzata, ma anche di imbarazzo nei confronti di tutte quelle nazioni dell’Europa, in cui i tassi di occupazione superano il 90% e gli stipendi sono il doppio rispetto ai nostri.
Il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia non perde occasione per ripetere che l'Italia deve ricominciare a crescere. E come? Seguendo la sua proposta di calpestare i diritti più ovvi della nostra Costituzione?
Più credibile il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, che propone una possibile soluzione per rilanciare l'economia e l'occupazione: fermare i licenziamenti e non facilitare la flessibilità in uscita.
Meglio ancora, la soluzione avanzata dall'onorevole Idv Maurizio Zipponi, che sostiene la necessità di cancellare ogni forma di precariato. Anche perché, in tutta onestà, è difficilmente applicabile una riforma del mondo del lavoro chiedendo sacrifici di flessibilità al lavoratore, senza variare il sistema delle tassazioni nel lavoro a tempo indeterminato e senza mettere le mani nel welfare.
Insomma una manovra che risulterebbe essere l’esatto contrario di ciò che sta cercando di portare avanti, in maniera scellerata, il nostro governo dei “professori”.
La situazione occupazionale è arrivata al punto di non ritorno. L'emergenza rischia di diventare la normalità: la disoccupazione, o peggio, l'inoccupazione uno status talmente tanto diffuso da diventare la regola. Non si può più perdere tempo. Occorre intervenite. Gli italiani aspettano risposte che chiedono ormai da anni, manifestando e gridando in piazza richieste che, fino a oggi, sono rimaste inascoltate dalla classe politica.
Noi dell’Italia dei Valori da tempo sentiamo le sacrosante urla di una protesta che sfocia, sempre più spesso, in manifestazioni di palese esasperazione. Noi dell'Italia dei Valori non riusciamo a tapparci le orecchie e a chiudere gli occhi davanti alle migliaia di lavoratori che ogni giorno chiedono soltanto che gli venga riconosciuto il diritto sancito dalla nostra Costituzione: il lavoro.
Il momento di dare una risposta concreta agli italiani è arrivato. Se le forze politiche, che vogliono comandare, (senza bandiere ormai, ma solo per la “comodità” di farlo) faranno ancora orecchie da mercante, si troveranno un Paese senza più niente da perdere. Una popolazione presa in giro da troppo tempo da un sistema corrotto, antidemocratico e antimeritocratico.
In tutti questi anni noi dell’Italia dei Valori siamo stati vicini a tutti quei lavoratori che hanno deciso di alzare il proprio grido, perché calpestati dal potere. Noi non siamo cambiati e non abbiamo intenzione di farlo. Per questo continueremo ad appoggiarli e per questo ieri siamo scesi in piazza con i metalmeccanici della Fiom.
delocalizzazione , disinvestimenti , precarizzazione , e per concludere la peggiore classe politica degli ultimi 150 anni
RispondiEliminasinceramente : potevamo aspettarci qualcosa di differente ?