Spread democratico
di Francesco Mario Agnoli - 19/03/2012Fonte: Arianna Editrice
Finalmente pare che qualcosa si muova. Il serpentesco incantesimo euro-finanziario che da cinque mesi tiene l'Italia sprofondata in un sonno stregonesco da bella (???) nel bosco, mostra le prime smagliature. La bella ancora dorme, ma qualcuno dei suoi cortigiani e servitori apre un occhio o flette le dita delle mani.
Sia pure con parole molte caute il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, nel corso della sua audizione a Montecitorio ha dichiarato che in Italia “Il peso delle tasse punta a superare il 45% , un livello che ha pochi confronti nel mondo'' e ancor meno ne avrà in autunno quando, con l'Iva, si andrà ben oltre il 50%. Questo perché le varie manovre “Salva Italia” del governo tecnico hanno agito "soprattutto sul lato dell'aumento della pressione fiscale piuttosto che, come sarebbe stato desiderabile, sul lato della riduzione della spesa". Non a torto Giampaolino è convinto, anche se nelle critiche non dimentica la prudenza da alto funzionario dello Stato, che Monti e i suoi tecnici abbiano un gran bisogno di consigli. sicché li invita a “lavorare con tenacia e determinazione alla riduzione della spesa. Salvaguardando per quanto possibile quella sua parte che ha effetti benefici sulla propensione alla crescita".
Assai più duro l'intervento del Garante per la privacy, Francesco Pizzetti. Difatti il Garante considera “le nuove norme sulla trasparenza amministrativa nei controlli fiscali strappi forti allo Stato di diritto'', che hanno determinato “una fase di emergenza dalla quale occorre uscire al più presto'' per evitare un'ulteriore crescita dello “spread fra democrazia italiana e occidentali''. Anzi - si poterebbe meglio precisare – dello spread fra la situazione italiana e la democrazia senza aggettivi e specificazioni, dal momento che qualunque forma di democrazia è incompatibile con tutti gli Stati di polizia e ancora più con quelli di polizia fiscale.
Comunque la notizia migliore, in quanto coinvolge la politica attiva, arriva da un feudo del Pd, la città di Bologna, dove il sindaco Merola ha bloccato il bilancio comunale, perché - sono sue parole - non intende fare l'esattore per conto dello Stato, avverte la responsabilità di evitare ai suoi concittadini “una batosta troppo ingiusta” e di collaborare all'attuazione di “provvedimenti iniqui e inaccettabili dal punto di vista etico”. Insomma, come ha detto espressamente, lui e la sua giunta intendono “dare battaglia”. Il Sindaco Merola è del Pd, ma al suo fianco, a favore della linea dura contro il governo Monti, si è subito schierata gran parte delle forze politiche bolognesi, ovviamente in testa la Lega, all'opposizione anche a Roma. A sua volta il capogruppo del Pdl in consiglio comunale ha dato respiro nazionale alla protesta, augurandosi che Bologna divenga la testa d'ariete della battaglia di tutti i Comuni.
Per ora, come si è detto, semplici smagliature, perché a livello nazionale l'inedita Trimurti Pdl, Pd, Udc si mantiene compatta nel sostegno a Monti. Tuttavia le crepe potrebbero allargarsi quando, fra maggio e giugno, il grosso dei provvedimenti fiscali del governo tecnico passeranno, con impatto tremendo, dalla carta sulla quale sono stati scritti ai portafogli sempre più smilzi degli italici contribuenti.
Prima di chiudere un'informazione: a compenso del crescente spread democratico cala lo spread fra i buoni del Tesoro e i bond tedeschi, ma, nonostante il torchio fiscale, a gennaio il debito pubblico italiano ha toccato il record di 1.985.829 miliardi di euro, in crescita di 37,9 miliardi sul dicembre 2011, e il fabbisogno si è attestato a 4 miliardi con un aumento di 1,5 miliardi rispetto allo stesso periodo del 2011.
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