Monti e Fornero professori di recessione
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Monti ha capito di aver fatto un passo falso e,nella sua lettera di oggi al Corriere della Sera, dice la stessa cosa che diceva in questi casi Berlusconi: che lo hanno frainteso e che in realtà voleva dire il contrario di quello che ha detto. Scrive anche che i cittadini italiani sono pronti a sopportare grandi sacrifici purché distribuiti con equità. Ha ragione. Peccato che di equità nelle sue riforme non ce ne sia nemmeno l’ombra.
I risultati, dopo quattro mesi di governo, parlano da soli: i lavoratori si danno fuoco, il Paese è in recessione e il ministro Passera fa sapere che non ne uscirà presto. Tutto quello che il governo ha saputo fare è stato spremere i cittadini come limoni e imporre alle fasce sociali più deboli sacrifici insostenibili. Sono professori sì, ma delle chiacchiere.
Dal Giappone Mario Monti ha anche spiegato che la recessione nasce dalla mancata crescita. E ci voleva un professore per questa scoperta? Il problema è perché non c’è la crescita. Noi dell’Italia dei Valori qualcosa da dire su questo argomento ce l’abbiamo, non perché siamo professori ma perché la nostra sede nazionale da qualche settimana è diventata un crocevia di rappresentanti delle aziende sull’orlo della crisi.
Se tutte queste aziende vengono a bussare alla nostra porta vuol dire che non trovano ascolto altrove e che nel governo non vedono un interlocutore, semplicemente perché una politica industriale non ce l’ha. L’esecutivo naviga a vista e finisce per combinare soprattutto grossi guai.
Se tutte queste aziende vengono a bussare alla nostra porta vuol dire che non trovano ascolto altrove e che nel governo non vedono un interlocutore, semplicemente perché una politica industriale non ce l’ha. L’esecutivo naviga a vista e finisce per combinare soprattutto grossi guai.
Se le anticipazioni di oggi sono vere, sta per combinarne un altro di guaio con le modifiche alla riforma dell’art. 18. Se davvero la badessa Fornero pensa di affidare ai giudici il compito di decidere prima se i licenziamenti economici sono veri, e poi se sono giustificati o meno, merita zero spaccato. Le cause durerebbero dieci anni, i tribunali si intaserebbero, i lavoratori sarebbero costretti a svenarsi per anni e anni. Certo, gli avvocati ringrazierebbero. Però il resto del Paese la inseguirebbe con i forconi.
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