Italia, anatomia di una crisi: giù Pil e potere d’acquisto
Crolla il potere d'acquisto degli italiani ma a preoccupare è anche la fine del binomio italiano-formichina con la propensione al risparmio che torna ai livelli del 1999
Secondo l’Istat si tratta del calo più forte da quando sono iniziate questo tipo di serie storiche nel 2000. Parallelo al calo del potere d’acquisto è stata la flessione della propensione al risparmio delle famiglie consumatrici che è scesa all’8,1%, in calo sia su base trimestrale che su base annua. Nello specifico la propensione al risparmio, definita come il rapporto tra risparmio e reddito, ha fatto registrare un calo dello 0,6%, raggiungendo il livello più basso dal 1999. In calo anche il reddito delle famiglie e il tasso di investimento.
Le uniche cifre che aumentano nel nostro paese sembrano essere quelle dei senza dimora che, secondo l’Istat, sarebbero circa 47mila, con una striminzita prevalenza degli stranieri (57%). L’elevato numero dei senza dimora, inferiore a quello che potrebbero essere le cifre di questo triste fenomeno, è uno degli effetti più forti della crisi economica.
Pil Italia 2012: previsioni dell’Fmi vicine alla realtà
Spostandoci al fronte macroeconomico, l’Istat ha comunicato che nel secondo trimestre 2012, il Pil dell’Italia ha fatto registrare un calo dello 0,8% in termini congiunturali e del 2,6% rispetto al secondo trimestre del 2011. I dati dell’Istat sembrano così confermare le nere previsioni elaborate dall’Fmi sul nostro paese.
Rapporto Deficit Pil stabile al 5% nei primi 6 mesi del 2012
Non sembrano invece esserci movimenti sostanziali nel rapporto deficit/Pil italiano nei primi sei mesi dell’anno che è rimasto stabile al 5%. Il dato medio del periodo recepisce una revisione al ribasso del rapporto defcit Pil riferito al primo trimestre che dall’iniziale 8% è stato portato al 7,8%.
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