martedì 11 dicembre 2012

Montature montiane


Montature montiane

Il martellamento mediatico per convincere gli italiani a scegliere il Monti-bis (magna pagnotte), potrebbe fare scuola ai regimi totalitari comunisti di Cambogia, Cuba o Korea del Nord. Fa impressione, per non dire SCHIFO, constatare quanta partigianeria becera aleggia sui giornali dello stivale.
“Repubblica”, benché sia palesemente un quotidiano di sinistra, si è ridotto a foglio di partito intriso di piaggeria supina al Partito cosiddetto democratico. Quello che impedì a Beppe Grillo di candidarsi alle primarie di 4 anni fa e che oggi, dopo aver fondato e lanciato il Movimento 5 stelle, dipinge come stregone dell’occulto in rete. Repubblica e Corriere, i quotidiani più diffusi (ma anche il Fatto), hanno strombazzato a destra e a manca le primarie del Pd ridotte al duello Bersani-Renzi come evento del secolo. Sono state lo spot di apertura in prima pagina per tanti e tanti giorni. Repubblica le ha annunciate a tutta il 7 ottobre. Il 13 novembre, sparato a 9 colonne, c’era l’annuncio delle primarie in diretta tivù. Il 25 prime pagine mobilitate dal “centrosinistra che sceglie il leader“. Il 26 un Corrierone a caratteri cubitali ci avvertiva che “Bersani porta Renzi al ballottaggio“. Repubblica si era genuflessa al (finto) “record” di partecipanti alle primarie infarcito dal codazzo di editoriali umidicci di lingua di Massimo Giannini che saettava massime su “Quando vince la democrazia“, assieme a una Concitata De Gregorio immersa in “una sinistra così che il resto d’Europa si sogna” come a volerci ricordare che sì, effettivamente nessuna sinistra mondiale come quella italiana è riuscita a reggere il moccolo a un berlusconi qualunque per un ventennio filato. Il 27 novembre abbiamo letto in stereofonia del “Bersani-Renzi al duello finale” su Repubblica e “Le due Italie di Bersani e Renzi” sul Corsera, con commento di Antonio Polito sul “deviazionismo a destra” del sindaco di Firenze. Il giorno dopo non poteva mancare l’nsalivata dell’indispensabile Michele Salvatialla “Sinistra allargata di Renzi che torna ai valori e agli ideali del primo Pd” seguita, il dì successivo (29), dalla querelle sparata in prima pagina “Tra Bersani e Renzi scontro in tv su Casini e Monti” imbellettato dall’epitaffio della solita Concitata decisa a “conquistare gli indecisi” con trattati su “come è bella la democrazia del confronto in tivù“. Sul Corsera, invece, era l’inchiostro di Pigi Battista a narrarci il Renzi “post-ideologico“. Il 30 è toccato al Fatto sbattere in prima pagina “Bersani e Renzi che fingono di litigare” come se la questione fosse dirimente per gli italiani. Intanto su Repubblica ci siamo dovuti sciroppare la “guerra sulle regole tra l’inquinatore Renzi e il bulgaro Bersani“. Il 2 dicembre “la sfida finale” l’ha lanciata (a Giannini) il miglior Sallusti di Sinistra, tal Paolo Griseri, che ha esaltato il “Bersani che chiude tra gli operai” garantendo come “dalle primarie ci sarà una grande squadra”. Dunque, il 3 dicembre eccoci finalmente alle “primarie che incoronano Bersani” col sigillo di Filippo Ceccarelli che martellava i lettori con “l’altra faccia dell’usato sicuro“. Giannini, intanto, non si era perso certo d’animo. In prima pagina, con un colpo di scodinzolo ha schiaffato il “Leader forte“. Battista lo seguiva a ruota sul Corsera elevando Renzi a “messaggero di una rottura radicale”. Nessun ciambellano da prima pagina che abbia sollevato la questione del sindaco in carriera a mezzo servizio nella sua città. Nessuno che abbia rispolverato le questioni dei Frisullo, i Tedesco, i Del Pennino, i Crisafulli, i Penati e compagnia bella. Hanno preferito affibiare a Grillo il ruolo di “Gargamella” della politica contrapposta ai puffi del Pd. Con titoli tipo “Salsi: Grillo e Casaleggio ancora contro di me”. “Onorevoli 5 stelle: meno stipendio ma sì alla diaria“. Per Giovanna Casadio “Grillo stà a rosicà” davanti a Bersani e Renzi. “Grillo perde il ricorso, l’Irap va pagata“. “Salsi: Grillo cattivo“. Grande dichiarazione dello statistaMagdi Allam contro “Grillo che prende consensi solo dai delusi” con eco di De Marchettis, pardon , De Marchis su Repubblica a suon di “Grillo inabissato nei sondaggi con le primarie...”. Fino a “Grillo; rivolta online per le primarie delle liti” diventate “Primarie chiuse nel segreto del computer“. Chiuse le primarie per le politiche, eccoci al Corriere odierno che candida Monti a 8 colonne con un serafico “Non si può dilapidare un tesoro“. Di quale tesoro si parli in un Paese fermo e desertificato, non è dato a sapere. Altro sponsor dell’ex rettore delle “brioche in un sol bocconi” è il replicante Polito: arnese adattabile a tutte le mansioni che di spalla, in prima pagina, tifa per stare nell’euro, salvo imbattersi all’interno un’intervistona al cardinal Bagnasco, che esorcizzando “il vento gelido dell’antipolitica” benedice Monti di cui “sarebbe un errore non avvalersi di chi ha contribuito in modo rigoroso e competente alla credibilità del nostro Paese…
Monti, insomma, piace. Se non piace bisogna farlo piacere a tutti. Come il Crodino. E’ uno che sta lì a far vedere che c’è ma per le cricche è come se non ci fosse. Fa comodo alla chiesa per l’Ici e l’Imu. Piace ai 20 disonorevoli pregiudicati che potranno ripresentarsi grazie a una legge anti-condannati che non ha leso nessuno. Piace agli evasori fiscali perché pagano solo i poveracci. Piace a tutti i palazzinari che invocano di cambiare tutto per non cambiare nulla. Tranne che entro fine anno spariranno le rassegne stampa dai siti di Senato e Camera per questioni di “diritti d’autore”. E’ l’ultima operazione trasparenza dell’antipolitica tracotante che non vorrebbe mai andare a elezioni.

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