Scaffali semi vuoti, benzinai a secco
Tir e Forconi chiudono il porto di Palermo
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E' il terzo giorno di sciopero e gli autotrasportatori Aias, gli agricoltori di "Forza d'urto" e "Movimento dei Forconi" non sembrano cedere di un millimetro: chiedono un intervento del Governo per ridurre il prezzo del gasolio in Sicilia. Aumenta la tensione in tutta l'isola
Uno dei blocchi dei Tir
Palermo, 18-01-2012
La Confederazione italiana agricoltori ed il Codacons chiedono l'intervento delle autorità "per garantire la libera circolazione di merci e persone". Le due associazioni manifestano la disapprovazione "per i metodi di attuazione della protesta, che ledono le libertà e i diritti dei siciliani, arrecando loro un danno ulteriore invece di agevolarli e procurare miglioramenti nelle condizioni generali di vita".
Per motivi di ordine pubblico la Capitaneria di porto di Palermo ha disposto la chiusura del varco principale di accesso all'area portuale. A Catania, i tir che trasportano beni di prima necessita', vengono scortati dalla polizia.
Conto salato
Cia e Codacons sottolineano che "lo sciopero e il conseguente blocco impediscono la circolazione non solo delle merci ma anche delle persone e stanno creando notevoli difficoltà allo spostamento deicittadini, ottenendo l'effetto di penalizzare ulteriormente la Sicilia, la sua fragile economia e in particolare la commercializzazione dei prodotti agricoli siciliani".
Protesta annunciata fino al 20
E' il terzo giorno di sciopero e gli autotrasportatori Aias, gli agricoltori di "Forza d'urto" e "Movimento dei Forconi" non sembrano cedere di un millimetro: chiedono un intervento del Governo per ridurre il prezzo del gasolio in Sicilia. Aumenta la tensione in tutta l'isola.
Gli autotrasportatori ieri hanno presidiato diversi snodi stradali, bloccando il traffico all'ingresso delle città e la linea ferroviaria Palermo-Messina occupando i binari.
Le ragioni dei Forconi
Dal "Dal 16 al 20 gennaio 2012 tutto il Popolo Siciliano si ferma perchè non è più disposto a essere schiavo di qualcuno. Visionate il video e partecipate a questa alba della nostra vita, della vita di tutti e dell'Italia intera", spiega in un video su YouTube uno degli aderenti al Movimento dei Forconi, che in un profilo Facebook si autodefinisce "un'Associazione di agricoltori, pastori, allevatori stanchi del disinteresse quando non del maltrattamento da parte delle istituzioni".
Il Movimento lamenta il costo eccessivo dei carburanti, che rende ormai non competitivi sui mercati i prodotti agricoli siciliani. E ancora:come mai in Sicilia, dove si raffina il 40% della benzina italiana, gasolio e super spesso costano di più?
Il Movimento raccoglie consensi crescenti dalle campagne alle città: a Gela un corteo di contadini e camionisti è stato rapidamente ingrossato da artigiani e commercianti e più di un negozio ieri ha abbassato le saracinesche in segno di solidarietà. "Il fisco ci tartassa, anche al benzinaio", dicono. Ma sul web sbocciano richieste di sopensione delle procedure esecutive della Serit-Equitalia e di tutela dei marchi siciliani dei prodotti agricoli.
I media e il movimento
La protesta non si placa ma inizialmente i media tradizionali sembrano quasi ignorarla. Se ne occupano i siti web, anche per l'attivismo on line di alcuni 'militanti' che viene registrato, invece, da radio e tv siciliane. "Siamo apartitici", è la frase più ricorrente, ma in pochi giorni emergono la figura di Mariano Ferro, ex Mpa, e quella del leader sindacale Giuseppe Richichi.
La stampa più sensibile al cosiddetto popolo viola raccoglie la denuncia di Beppe Grillo: uno dei pilastri della protesta, 'Forza d'urto' altro non sarebbe se non un cugino presentabile del movimento di estrema destra Forza Nuova. Ma le etichette non sembrano fotografare con precisione né la protesta né il movimento, che raccoglie l'interesse anche del presidente del Palermo Calcio Maurizio Zamparini, guarda caso da pochi mesi impegnato in politica con il suo 'Movimento per la gente'.
Neanche una goccia
A Palermo da ieri i distributori di carburanti sono a secco e davanti agli ultimi ancora in funzione si sono registrate code di auto incolonnate fino a notte fonda. Stessa sorte anche per i generi alimentari, che cominciano a scarseggiare nei supermercati rimasti senza forniture.
Rinascita sicula
Martino Morsello, rappresentante del "Movimento dei Forconi" che promuove la protesta, ha spiegato che la manifestazione è il segno di una "volontà di rinascita siciliana. Finchè la politica e la classe dirigente resteranno sorde al grido di disperazione e di rivolta dei lavoratori - ha detto Morsello - scenderemo in piazza per esprimere il nostro disagio".
Chiedendo le dimissioni del presidente della Regione, Raffaele Lombardo, Morsello ha anche annunciato "la possibilità di portare la protesta e le migliaia di manifestanti, davanti al portone di Palazzo d'Orleans", sede del governo regionale siciliano.
Confindustria: proprio quello che ci voleva
Ivan Lo Bello, presidente di Confindustria Sicilia boccia senza appello la
protesta: "Ci sono due cose che noto, purtroppo - spiega a La Stampa - Da un lato ci sono evidenti strumentalizzazioni politiche di demagoghi in servizio permanente effettivo, dall'altro credo che all`interno di alcune frange dell'iniziativa ci siano realtà criminali organizzate che mirano a far saltare tutto", "protestano contro la crisi, ma nel modo peggiore, perché così si rischia di dare il colpo letale a un'economia siciliana già fragilissima, che adesso è in piena recessione. Molte aziende hanno difficoltà di accesso al credito, le amministrazioni pubbliche pagano nella migliore delle ipotesi a otto-dodici mesi, il Pil è in calo drammatico. E loro cosa fanno? Bloccano i trasporti. Il colpo finale".
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