30/01/2012 - Riceviamo e pubblichiamo la rubrica settimanale dell'avv. Marra sulla rivista "Stop"
«Dubbi legali? Controversie irrisolte?
Risponderò per voi»
Da questa settimana l'avvocato Alfonso Luigi Marra, noto giurista esperto di Banche, risponderà in esclusiva ai lettori di Stop che vorranno saperne di più sui meccanismi e le norme che regolano gli Istituti di Credito e le loro relative "ricadute" sui nostri conti-correnti. Con la nuova Finanziaria tutti noi saremo infatti costretti ad avere un rapporto più diretto e attivo con le Banche: basterà avere una pensione o uno stipendio superiore ai mille euro per essere obbligati ad aprire un conto corrente.
E le nostre spese superiori sempre ai mille euro non potranno più effettuarsi in contanti. L'avvocato Marra metterà al servizio dei lettori di Stop la sua pluridecennale esperienza giuridica.
Risposte in breve
BONIFICI E ACCREDITI...
Perché la banca mi accredita assegni e bonifici dopo giorni?
Livia, Napoli
Accade in virtù di una vecchia prassi. Se cioè Caio dà a Tizio un assegno di mille euro l'1 gennaio, e Tizio lo versa lo stesso giorno, la banca stornerà i mille euro a Caio l'l gennaio, e li accrediterà a Tizio ad esempio il 4. Con il risultato che gli interessi tra l'1 e il 4 andranno alla banca nonostante non sia mai stata proprietaria dei soldi.Dopo 24 anni, nel 2004, la magistratura ha stabilito che il denaro dovesse iniziare a produrre interessi per Tizio nel momento stesso in cui smetteva di produrne per Caio (valuta zero). Poi è stato promulgato il decreto Legislativo n. 11 del 27.1.2010: l'accredito deve avvenire dopo tre giorni. È ora in corso la lotta giudiziaria per farlo.
COS'E' L'ANATOCISMO?
Il direttore della mia banca mi ha parlato di "anatocismo" in riferimento ai miei interressi bancari. Cos'è?
Andrea, Verona
L'anatocismo consiste nell'addebito degli interessi ogni tre mesi anziché ogni anno, in modo che gli interessi trimestrali maturati divengano capitale a debito sul quale ti addebitano altri interessi. Tale pratica è stata dichiarata illegittima da una giurisprudenza anche di cassazione del tutto univoca. Il legislatore, però, nel 1999 è intervenuto e l'ha legittimato, purché venga praticato anche all'attivo. Senza però stabilire che, affinché si trattasse di un vero pareggiamento, sarebbe occorso anche quello dei tassi. Una dimenticanza che, in dieci anni, ha causato ogni 100mila euro un guadagno per i correntisti di 427 euro e per le banche di 203.576 euro.