mercoledì 11 aprile 2012

DRAGHI E MONTI ROVINANO L'ITALIA

L'EURO IN BILICO DEL PROFESSOR AMOROSO: ''IDEA FOLLE, DRAGHI E MONTI ROVINANO L'ITALIA'' 
Abruzzo Web Quotidiano on line


di Roberto Santilli


PESCARA - "L'Euro è un'idea folle che sta portando povertà su larga scala. Il rischio di rivolte sociali è molto elevato, se non si cambia rotta si può finire male".
Un altro economista di spicco si schiera contro l'Europa della moneta unica. È il caso del professor Bruno Amoroso, italiano naturalizzato danese, cresciuto sotto la guida dell'economista di scuola keynesiana Federico Caffè.

Il professor Amoroso ha presentato nei giorni scorso al museo Vittoria Colonna di Pescara, con l'introduzione del consigliere regionale di Rifondazione comunista Maurizio Acerbo, la sua ultima fatica, Euro in bilico - lo spettro del fallimento e gli inganni della finanza globale.

Poco più di 100 pagine di spiegazioni su quanto sta accadendo all'Eurozona investita da una crisi che sta arricchendo gli speculatori finanziari di mezzo mondo e i padroni del vapore d'Europa, mettendo in ginocchio intere popolazioni, specie nel sud del vecchio continente.

AbruzzoWeb lo ha intervistato.

Professor Amoroso, ci troviamo di fronte a un fatto: l'Euro non sta funzionando.

L'Euro è una moneta che che è stata istituita non per ragioni economiche ma politiche, e contro il parere di numerosi economisti. Fu proposto dai francesi che preoccupati per la riunificazione tedesca pensavano di poterne controllare il peso e il ruolo con una moneta unica. Dal canto loro i tedeschi accettarono la moneta unica come forma di scambio per ottenere il consenso francese e degli altri paesi alla loro annessione dellà Germania Orientale dentro il sistema dell`Unione Europa. Quindi è stato attuato uno scambio politico, non altro. Poi I nodi di questa azzardata operazione, ossia una moneta senza uno Stato o istituzioni comuni adeguate al compito, sono venuti al pettine. L`insufficcienza dell`Euro rispetto alle speculazioni finanziarie dalle quali ci doverva proteggere è oggi evidente. La protezione si è trasformata in trappola e la speculazione, associata al potere economico assunto dalla Germania, che non è un partner cooperativo come immaginato dai padri dell`Europa, ma un soggetto competitivo e aggressivo, sta strangolando i Paesi dell`Europa del Sud e del Mediterraneo.

La cosa, però, non poteva durare. Oggi le crisi finanziarie mettono a nudo l'insufficienza di uno strumento che è diventato un mezzo di controllo delle economie. Lo strangolamento dei Paesi del sud, non solo d'Europa, è sotto gli occhi di tutti. Quello che oggi si stà avverando è il compimento di un piano di “apartheid globale” messo in opera dal 1971 con l`avvio della Globalizzazione e del quale Mario Monti in Italia e Mario Draghi in Germania sono gli esecutori testamentari per le nostre economie. Quello a cui stiamo assistendo non è il fallimento della Globalizzazione, delle politiche neoliberiste e della finanza, bensì il loro realizzarsi nella forma più piena e più bieca. Anche le guerre in corso sono espressione di questo potere per disciplinare oltre all`Europa e agli Stati Uniti anche le economie asiatiche, africane e latioamericane. Ma la vittoria in casa si scontra sempre di più con I fatti oggettivi e le resistenze fuori casa, ed è l`espansione di queste aree e paesi che possono far fallire questi nuovi piani di colonizzazione delle risorse mondiali

Molti economisti, anche di scuola neoliberista, quindi non soltanto keynesiani, diffidavano da anni della moneta unica. Strano, o no?

Di recente sono stato invitato negli Stati Uniti da alcuni economisti statunitensi che si interrogano su ciò che potrà accadere di questa struttura nata fragilissima. Tutti ricordiamo precedenti forme di cooperazione valutaria in Europa, fino al “serpente valutario europeo”, negli anni Novanta, che regolava i rapporti di cambio tra le varie monete nazionali. Per ragioni politiche, come già detto, si impose l`Euro in sua sostituzione e il primo risutato ottenuto fu quello di dividere i paesi europei: oggi 17 adottano l`Euro come valuta comune, ma 10 ne sono rimasti fuori con le loro valute nazionali. Alla base di ciò ci sono le valutazioni espresse dagli economisti anche di sistema come Lorenzo Bini Smaghi, il quale ne parlò in termini di rischio e di “camicia di forza”; lo stesso Mario Draghi, quando faceva il ricercatore, lo definì un`impresa impossibile.

La Germania, nel frattempo, ha consolidato il potere sulle altre nazioni europee.


Questa situazione ha portato a un paradosso da tutti rilevato: non si può avere una moneta unica senza avere istituzioni comuni o un governo europeo. Ma più che nel paradosso siamo nel mondo dell`assurdo: l`Europa ha pensato di avere una moneta e al posto del governo ha masso una banca. Governare 27 paesi europei mediante una banca, se non è uno scherzo, è una follia. Neanche la stessa moneta sembra funzionare bene. Basti pensare che i titoli in Euro dei paesi membri non hanno lo stesso valore sui mercati esteri. Di fatto funziona come se esistesse l`Euro-italiano, Euro-greco, Euro Tedesco, e via discorrendo. Questi, però, hanno prezzi diversi. Non c`è quindi il rischio di tornare alle valute nazionali, ma di fatto questo avviene oggi quando si stima il valore delle valute mentre si insiste nella retorica della moneta comune nel togliere ai vari paesi la sovranità sulle proprie politiche economiche.

Di recente a Rimini si sono riuniti per tre giorni 5 economisti di fama mondiale che hanno spiegato a più di 2mila persone la loro versione delle cose europee, proponendo una soluzione keynesiana adattata ai tempi, la Modern Money Theory, ossia la spesa a deficit positivo per il pieno stato sociale e la piena occupazione, ma con la sovranità monetaria e di bilancio. Lei cosa ne pensa?


Il giornalista Paolo Barnard, che ha organizzato il convegno, mi aveva invitato, ma a febbraio mi trovavo in Cina e non ho potuto partecipare. Le proposte presentate da questo gruppo di economisti statunitensi si rifanno all`approccio keynesiano che, oltre a essere teoricamente ben fondato, si basa su un indirizzo responsabile rispetto all`occupazione e alle politiche sociali. È il modello keynesiano di monete nazionali raccordate da rapporti di cambio flessibili concordati e da un patto di solidarietà che riequilibri i Paesi con un eccsso di durplus e quelli con un deficit forte. Io concordo con questa proposta, però il suo presupposto è l`esistenza di un accordo tra tutti i Paesi europei e dei rispettivi governi e questo mi sembra oggi alquanto difficle. Dieci anni di euro pesano, allora troviamo il modo di regolare l'economia per riequilibrare le forze in campo. Poiché i probemi sono stati create nella zona Euro, è dentro questa che si deve trovare una soluzione di riequilibrio. Creando due Euro (nord e sud) raccordati tra loro da un un rapporto di cambio fisso e un patto di soidarietà come sopra. Se non si fa questo, il rischio di grossi conflitti sociali è elevatissimo.

I media e gli esperti legati ad essi, però, non sembrano favorevoli a soluzioni di questa natura.


Non si vuole accettare il problema. Sembra non ci sia alternativa, si parla di aria fritta come il debito pubblico accumulato dagli italiani o dai greci, che vengono accusati di essere spendaccioni e altre sciocchezze. Le soluzioni, al contrario, esistono. A meno che non si voglia arrivare al disastro che si abbatterà sui nostri ceti medi, destinati  all'ulteriore impoverimento ed al peggioramente delle condizioni di chi è già povero. di chi è già povero. L`esperienza insegna che quando i ceti medi si sentono aggrediti nella loro sopravvivenza, hanno una reazione violenta e si scatenano contro gli strati sociali più deboli come gli immigrati, il barista che non emette lo scontrino, i fannulloni. Una reazione alimentata dale misure prese dal governo che fa della lotta all`evasione la caccia ai gruppi più deboli per sollevare il polverone che permette tranquillità ai ladri e ai veri speculatori, quelli della finanza e i loro portaborse della politica, invisibili.

Mario Draghi, a capo della Banca centrale europea, ha un ruolo ben definito. Mario Monti in Italia segue la sua linea.

Mario Draghi, che non fa mai errori di calcolo, è stato messo lì, come nelle cariche precedenti che ha ricoperto al Tesoro italiano e alla Banca d`Italia, perché è un collaboratore della Goldman Sachs, una banca che ha rovinato milioni di persone. Da Draghi al premier italiano Mario Monti c'è un disegno preciso: andare a pescare nei risparmi degli italiani e impoverire il sud dell'Europa per conto di speculatori finanziari e vari gruppi di potere. Negli ultimi trent'anni hanno contribuito a privatizzare tutto. Pensare che dobbiamo convincerli a far bene è ingenuo, non lavorano per le popolazioni, ma contro. D`altronde, le politiche che sta perseguendo, distribuire fondi ai suoi amici delle grandi banche invece di riattivare i flussi del credito produttivo per imprenditori e famiglie, sta lì a dimostrarlo.

Molti italiani ancora sbraitano contro l'ex premier Silvio Berlusconi. Benedicono lo stile-Monti, sobrio e concreto. In piazza si festeggiava la cacciata del primo, in realtà voluta dai mercati, senza conoscere ciò che avrebbe fatto il secondo, messo a capo del governo con uno scopo ben preciso.

I veri potenti sono aiutati dai mass media nella gestione del caos politico ed economico. Federico Caffè, nel lontano 1972 in un piccolo saggio parlò di "strategia dell'allarmismo economico". La crescente concetrazione finanziaria che stava nascendo negli Usa era evidente, lo stesso Caffè diceva che la concentrazione di potere sarebbe stata legittimata dall'allarmismo economico creato ad arte. Negli ultimi dieci anni i polveroni politici in Italia ci sono stati, alcuni hanno anche un fondo di verità, ma per il resto sono stati ingigantiti e sfruttati per nascondere e fare ben altro. Appare strano che dopo le gigantesche speculazioni e gli arricchimenti illeciti a cui abbiamo assistito, nessuno sia stato indagato. Il conflitto di interessi riguarda veramente solo Berlusconi? Qualche reaziona, anche se isolata, c`è stata, ma è poca cosa: un giudice di Trani, se ricordo bene, ha aperto un procedimento contro una società di rating, mentre il Tribunale di Pescara ha invece condannato per frode Mario Draghi in quanto dirigente della Goldman Sachs per l`Europa. Draghi ha patteggiato. A parte questi casi isolati, nessuno si è sognato e si sogna di toccare i veri responsabili di quello che accade.

In conclusione?

Le persone stanno già pagando di tasca propria una crisi di cui non hanno colpa. Quando nei prossimi mesi si manifesteranno evidenti le conseguenze economiche delle politiche che i governi stanno imponendo nei paesi dell'Europa del sud saranno guai seri. Pensare poi di uscirne con la campagna mediatica contro la violenza e “tutti uniti in difesa dello Stato” è un azzardo che non ha mai funzionato. Per questo è`bene agire subito riportando il buon senso nella politica e nella società e offrendo in modo non violento agli attuali ministri e banchieri la possibilita di espiare le loro colpe in qualche forma di lavoro socialmente utile.

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