mercoledì 25 aprile 2012

Byoblu: la truffa del debito

Per il resto, tutto bene

Mario Monti Mario Draghi Angela Merkel Mariano Rajoy  Guindos BCE MES FMI
 Un’altra strada c’è, ma solo in Italia sembra che sia tabù anche solo accennarvi. Mentre nel silenzio generale abbiamo approvato il Fiscal Compact, il trattato europeo che obbliga i paesi che lo ratificano al pareggio di bilancio, oltre alle Alpi c’è chi dice no. E’ l’Olanda, dove il premier Mark Rutte si è dimesso perchè Geert Wilders, suo alleato, ha fatto mancare il sostegno alle misure di austerity.
Subito i mercati hanno minacciato di togliere la tripla A ad Amsterdam. Ma ci sono anche quegli irriducibili mattacchioni degli irlandesi. Pensate un po’: il 31 di maggio hanno addirittura indetto un referendum – l’ennesimo – per decidere se ratificare o meno il Fiscal Compact. Dalle loro parti usa così, anche se di solito, dal Trattato di Lisbona in poi, è più una questione formale, perché anche quando vincono i “no”, la UE li ripropone cambiando due virgole fino a quando non trionfano i “sì”. Ma c’è anche la Spagna. Come? Quei poveri greci degli spagnoli hanno il coraggio di alzare la testa? Sembra di sì, visto che non solo hanno indetto regolari elezioni mentre da noi incoronavamo in meno di 48 ore quello che Schifani ieri a Porta a Porta ha ricordato “essere stato chiamato” a risolvere una situazione (per carità, mica Mario si è presentato lui: ha accettato di buon grado, povera stella; e l’hanno chiamato, sì, ma – piccolo particolare - non gli italiani, bensì le élite, quelle della Trilaterale), ma ora Mariano Rajoy e il suo ministro delle finanze Guindos stanno addirittura pensando di non ratificare il Fiscal Compact perché, sull’onda delle svolte francesi (anche Sarkozy sta mollando la Merkel per tenere testa a Holland) e olandesi, si sono convinti – guarda un po’ – che un’altra strada c’è.

E già, perché sta roba del pareggio di bilancio fa acqua da tutte le parti. Te la vendono con la storiella che ogni buona famiglia, alla fine del mese, deve pareggiare i conti tra le uscite e le entrate. Peccato che ogni buona famiglia, se è per questo, debba anche cercare di ridurre il debito fino ad eliminarlo del tutto, senza farne costantemente di nuovo. Allora, se la metafora della buona famiglia fosse valida, lo Stato dovrebbe anche smetterla di finanziare all’infinito il proprio debito e casomai eliminarlo. Dovrebbe cioè smettere di adottare l’economia del debito, che è quella filosofia per cui il debito non si ripaga mai, casomai si rifinanzia. Cosa è, tale disciplina, se non una tassa occulta? Un popolo lavora operosamente ma, oltre a pagare accise e balzelli, ai suoi risparmi viene costantemente applicato un esborso proporzionale alla sua ricchezza. Se il benessere sale, lo spread aumenta e l’entità della tassa aumenta in proporzione, grazie al meccanismo dei rendimenti. Siamo come Z la formica: veniamo costantemente depauperati da una classe di cavallette esose e mai sazie. Certo, diverso sarebbe se avessimo la possibilità di produrre quanto grano vogliamo, cioè di battere la nostra moneta. Ma ci siamo venduti pure la zecca, riempiendoci tuttavia di zecche.
 Ma, a sentire Mario Draghi, lo fanno per noi, sia chiaro: al FMI che chiedeva vincoli di bilancio meno stringenti per le economie in crisi, il presidente italiano (si fa per dire) della BCE ha risposto che casomai serve più austerity. Già, perché lo spread - secondo lui che ha studiato - ha ripreso a salire solo in quanto gli stati hanno smesso di fari i compiti. Cioè: siccome Italia e Spagna hanno visto il divario tra i rendimenti di Bonos e Btp sui Bund diminuire, si sono rilassati troppo e hanno rallentato sull’adozione delle misure. Allora i mercati li hanno puniti. Ma il Fiscal Compact va ratificato immediatamente da tutti, altrimenti lui non potrà più convincere la Merkel che la BCE debba aiutarci, immettendo nuova liquidità. Nuova liquidità per cosa, di grazia, mr. Draghi? Per fabbricare nuovi soldi da dare nuovamente alle banche che possano “ricapitalizzare” (come hanno fatto quelle italiane a spese nostre) acquistando altri titoli, ovvero indebitandoci nuovamente, magari a tassi anche maggiori, mentre in azienda i dirigenti si impiccano? Certo che sì, ormai il giochetto è più che evidente. La BCE fabbrica 1 miliardo, lo dà a Banca Intesa (semplificando) all’1% su base triennale. Banca Intesa ci compra 1 miliardo di titoli a tre anni al 5% (lavorando ancora un po’ di spread, ci si può arrivare, senza che l'inesistente opinione pubblica chieda la testa del liquidatore Monti), dopo tre anni restituisce un miliardo più 10 milioni alla BCE ma nel frattempo ha recuperato un miliardo e 50 milioni di euro dai titoli, prelevando dalle nostre tasche 40 milioni di euro piovuti dal cielo. Oddio, piovuti proprio dal cielo no: direi rapinati dai nostri conti con il meccanismo della tassa occulta. Ma, soprattutto, da quando ho finito le scuole non ho più avuto bisogno di nessuno che salisse in cattedra a dirmi se mi sto comportando bene o male: perché dovrei accettare che i mercati mi mettano in castigo, dietro la lavagna, se non faccio i compiti che loro stessi si inventano per tenermi occupato?
 Ma c’è di più: ve lo ricordate il MES? Sì, proprio il Meccanismo di Stabilità Europeo, quello che stiamo per ratificare (anche questo in rigoroso silenzio, che mica siamo irlandesi o francesi od olandesi, noi!) e che ci indebiterà immediatamente di 125 miliardi, di cui 15 da pagare immediatamente in tre anni? Ne ho parlato molto sul blog, a cominciare dal novembre scorso: seguite la ricerca. Bene: il MES era il famoso firewall di cui dobbiamo assolutamente dotarci per aiutare gli eventuali stati in difficoltà a risolvere la crisi, giusto? Quello che sarà governato da 17 super-tiranni (tra cui Mario Monti) che potranno aumentare il fondo (700 miliardi iniziali, già saliti a 800, cui partecipiamo al 17,9%) a loro insindacabile piacimento senza che nessuno Stato (sovrano?) possa opporsi, che godranno di impunità assoluta sulle loro scelte e i cui documenti saranno inviolabili. Bene, vediamo allora a cosa servirà, tutta questa impunità. Visto che in Italia ci occupiamo molto del costo delle auto blu e degli stipendi dei parlamentari ma non battiamo ciglio se ratifichiamo una cessione da 125 miliardi, che almeno questi servano a salvarci le italiche chiappe in caso di difficoltà! E invece no: vi avevo informato lo scorso 30 marzo che il vero scopo di questo buco nero finanziario, dove cade e scompare il Pil di un intero paese, è quello di ricapitalizzare le banche, altro che salvare gli stati. Bene, ora stanno già facendo pressione per utilizzarlo (prima ancora della sua ratifica) per ricapitalizzare le banche spagnole (Corriere di oggi, p.3). E poi ancora, a cascata, quelle italiane. Il MES è un fondo salva-banche che paghiamo noi, con il latte che non possiamo più permetterci di comprare a fine mese. Ecco perché i 17 tiranni devono essere impunibili: se no, qualora il popolo dovesse rendersene conto, li appenderebbe tutti a testa in giù.
 La Germania sta conducendo la terza guerra mondiale e la sta vincendo, con la complicità degli uomini della Trilaterale che hanno colonizzato le economie del sud Europa e, attraverso i mercati, le stanno distruggendo portando liquidità a Francoforte e a Berlino. La Deutsche Bank si è liberata di quantità industriali di titoli italiani, affossandoli e dando il via all’epopea dello spread, ottenendo così che gli investimenti defluissero tutti sui Bund a rendimenti pressoché nulli. L’EBA, l’autorità bancaria europea che ha sede a londra, ha condannato le banche italiane e spagnole alla ricapitalizzazione continua, distruggendo il loro valore tramite una semplice modifica alle normative.  La Merkel ha quindi imposto il pareggio di bilancio (eseguito dal soldatino Monti) imponendo con la forza l’austerity, che garantisce la recessione delle economie deboli e il mantenimento dei flussi di denaro verso la Germania, che diventa così sempre più forte e si prepara alle acquisizioni sul nostro territorio (è in corso di valutazione, per esempio, l’acquisizione di Poste Italiane). Mario Draghi è suo complice, invocando a sua volta l’austerity come finta condizione per poter strappare a Berlino il permesso di immettere nuova liquidità (da dare nuovamente alle banche).
 Per il resto, tutto bene.

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