mercoledì 25 aprile 2012

Politici alla sbarra

Politici alla sbarra in Islanda e Ungheria
di Alessio Mannino - 24/04/2012
Fonte: il ribelle 
  In Islanda c’è il primo caso di ex primo ministro alla sbarra con l’accusa di colpevoldefault: Geir Haard(nella foto) è stato incriminato per negligenza – un evidenteufemismo per dirconnivenza - nel mandato 2006-2009. Chè comdirieri. Nessuna scusa, nessun rinvio a futurstoricizzazioni chfan passartutto in cavalleria: uno degli artefici della catastroffinanziaria della piccola isola dell’Atlantico verrà giudicato da un regolartribunale. Del resto la legge, snon servil popolo, chrazza di leggè?


Non chsia l’unico, intendiamoci. Ma in ogni caso non stiamo parlando di un capro espiatorio, perché gli islandesi hanno saputo sollevarsi dal pantano di cui, comtutti i beoti votanti democratici occidentali, erano stati essi stessi corresponsabili.


Proprio dal 2009 è cominciata quella silenziosa, silenziata, pacifica ma determinata e agguerrita “rivoluzione” che, tramitreferendum, cambi di governo e un’assemblea di rifondazioncostituzionale, ha ridato ai 300 mila isolani la sovranità economica e la libertà politica, ripudiando il debito con lebanchestere, nazionalizzando quelldi casa propria e uscendo dal meccanismo usuraio del Fmi. 


La gentd’Islanda, insomma, si è riscattata. E ora, giustamente, chiedegiustizia a chi l’ha governata vendendo il paesalla finanza. La tesi accusatoria è chl’ex premier non ha esercitato nessun controllo sui banksters chesaccheggiavano la ricchezza nazionale, nascondendo la verità  all’opinionepubblica. La pena è tutto sommato molto inferiora quella che, personalmente, mi sentirei di dover infliggera un politico corrotto di tal fatta: appena dueanni di gattabuia. Ma importante, nel contesto internazionaldi perdonismo minimizzantassolutorio verso chi questa crisi l’ha provocata e ci ha mangiato, è la valenza simbolica del processo. Fra parentesi, ridicola la difesa di Haarde: «Nessuno di noi a quel tempo capiva chera qualcosa di sospetto nel sistema bancario, comè diventato chiaro adesso», ha detto al giudice. Meglio passarda cretini chda criminali, vero? Questi politicanti con la faccia comil culo…


È interessantnotarchnell’orbterracqueo esistun altro Stato con un governo deciso a fargliela vederai predecessori complici dell’usurocrazia bancaria. È la tanto vituperata Ungheria, in cui l’anno scorso il premier locale, Viktor Orbán, ha presentato un disegno di leggper trascinarsul banco degli imputati i trleader socialisti, Peter Medgyessy, Ferenc Gyurcsany e Gordon Bajnai, chdal 2002 al 2010 hanno portato il debito pubblico dal 53 all’80% delPil, mentendo sapendo di mentirsulla situaziondei conti. Nell’Europa beneducata e manovrata a bacchetta dalla troika Ue-Bce-Fmi, Orbán vienedipinto comun pericoloso despota fascista (è invecun nazional-conservatore: discutibilfinché si vuole, ma trattasi di destra nazionalista vecchio stampo, e perciò non allineata al pensiero unico global ed eurocratico cominvecsono ldestrliberal-liberiststilSarkozy, Berlusconi ecompagnia).  


Budapest, in realtà, sia pur “da destra”, sta seguendo lo stesso schema di liberazionchRejkyavik sta conducendo “da sinistra”: riconquistarel’autodeterminazionchiederil conto ai responsabili della rovina. Il solito Corriere della Sera, quando nello scorso agosto uscì la notizia della proposta di legge, commentò con Giorgio Pressburger chil diritto non può essereretroattivo, e condì il tutto con un prevedibile, stantìo spauracchio del ritorno all’eterno fascismo. Oh bella: adesso non si può introdurrun nuovo reato sequesto inguaia i servetti del sistema bancario mondiale? Cos’è, lesa maestà finanziaria? E gli islandesi cosa sono, tutti fascisti anchloro? Comsemprepenosi, gli avvocati difensori dell’associaziona delinqueraltrimenti nota comspeculazione.  

Nessun commento:

Posta un commento