«Allarme usura, i tribunali poco attenti alle vittime»
San Donà. La denuncia del legale dell’associazione Sos Italia Libera «Le norme esistono, ma non sono applicate». E pochi si rivolgono al Fondo
Allarme usura: manca l' attenzione dei tribunali per le vittime. A denunciarlo è Sos Italia Libera, associazione anti-racket e anti-usura, sulla scia degli ultimi fatti di cronaca. Prima il suicidio del 60enne artigiano di Noventa, Ivano Polita, i cui funerali saranno domani alle 15 a Noventa, poi la denuncia di un imprenditore di San Donà, stretto nella morsa degli usurai.
«Esistono strumenti normativi messi a disposizione delle vittime di usura, sia bancaria che ascrivibile a episodi criminali -dice Luca Pavanetto, legale di Sos Italia- tra cui la sospensione delle procedure esecutive e l'accesso al Fondo di Ssolidarietà. Il problema è che vi sono orientamenti differenti tra le toghe che privano di efficacia questi rimedi d'emergenza. Per poter ottenere la sospensione delle procedure esecutive è, infatti, necessario che il presidente del Tribunale competente, in presenza di elementi che facciano presumere la sussistenza dell'usura, pronunci un provvedimento ad hoc. Sos Italia Libera ha però notato che il Tribunale difficilmente adotta tali provvedimenti e che, anche nel caso in cui essi vengano accolti, i giudici dell'esecuzione non ne tengono poi conto per dichiarare l'effettiva sospensione delle procedure esecutive. Allo stesso modo, anche i giudici fallimentari continuano a dichiarare il fallimento delle imprese potenzialmente vittime d'usura».
Il Prefetto di Venezia, Domenico Cuttaia, aveva invitato gli imprenditori a denunciare l'usura e ad avvalersi del fondo antiusura. «Dal 2007 siamo presenti in Veneto per contrastare il fenomeno dell'usura – sottolinea il segretario nazionale di Sos Italia Libera Giulio Belvedere – Sul campo abbiamo riscontrato una prassi diversa rispetto a quella segnalata dal Prefetto. Gli imprenditori, infatti, denunciano l'usura, avvalendosi della nostra collaborazione, ma manca poi il sostegno degli organi che effettivamente hanno il potere di sospendere le procedure esecutive. Abbiamo presentato decine di richieste di sospensione per imprenditori vittime d'usura, bancaria o derivante da episodi criminosi, ma le domande accolte si contano sulle dita di una mano».
Nei giorni scorsi si è espresso anche il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi. «Bisogna ritornare a dare ossigeno alle imprese – commenta – altrimenti corriamo il rischio che la situazione imploda. Le avvisaglie, purtroppo, non mancano. I suicidi dei due piccoli imprenditori di Noventa e di Taranto sono la punta dell’iceberg. Il sistema delle micro-imprese rischia di non reggere l’urto della crisi».
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