Articolo di Marco Della Luna
“NOI CONTINUEREMO A
MANGIARE SULLA SPESA PUBBLICA, PERCIO’ VOI DOVETE PAGARE SEMPRE PIU’
TASSE, ANCHE OLTRE IL LIVELLO ATTUALE (CA. 70% SULL’EMERSO, 50%
SUL TOTALE)”.
Questo è il messaggio che la politica lancia al popolo con la
beffarda spending review di 2,2 miliardi su circa 300 tra spesa per
acquisti di beni e servizi e spesa per opere pubbliche – una spesa che è
gonfiata grosso modo del 50%, ossia della quale politici e burocrati
mangiano circa la metà.
Che il gonfiaggio sia di quest’ordine lo
dimostrano molti elementi: dalla pratica di moltiplicare il
corrispettivo degli appalti in corso d’opera, a quella di moltiplicare
il costo delle forniture ospedaliere di molte volte da Milano a
Palermo). La politica non rinuncia a rubare e a sprecare perché quello è
il suo guadagno e la sua fonte di mezzi per comprare consensi. Perciò
parla di pagare le tasse come di un dovere assoluto, metafisico,
indipendentemente dall’uso che la politica ne fa:
“DOVETE PAGARE LE TASSE ANCHE SE NOI LE USIAMO MALISSIMO E
LE RUBIAMO”.
Se si andasse a sindacare come le spendono, altroché pagargli le
tasse, li si toglierebbe in blocco dalle spese. Anche con l’evasione,
gli italiani pagano molte più tasse di quanto servirebbero se la
partitocrazia non ruibasse e sperperasse. Il problema non è l’evasione,
sono le creste e gli sprechi.
Lo Stato è l’azienda della partitocrazia, che attraverso di esso
realizza i suoi profitti. Dal punto di vista dei politici, il conto dei
profitti e delle perdite di questa loro azienda si presenta così:
A- RICAVI
Tributi
Sanzioni pecuniarie
Proventi da cessione di beni e servizi pubblici
[altri]
+ TOTALE RICAVI
B- COSTI PUBBLICI
Oneri finanziari
Costi legittimi: investimenti, spese sociali, spese nell’interesse
del paese – per il personale, per acquisti di beni e servizi, per
appalti
[altri]
C- COSTI POLITICI
Costi illegittimi: spese clientelari per comperare i consensi –
investimenti, spese sociali, spese nell’interesse del paese – per il
personale, per acquisti di beni e servizi, per appalti
A – B – C = UTILE INTASCABILE DAI POLITICI
+ Finanziamento pubblico dei partiti e dei loro organi di stampa
+ Proventi da corruzione
+ Regalie lecite
- Sopravvenienze giudiziarie (parcelle legali, pene pecuniarie,
risarcimenti passivi)
TOTALE PROFITTI DEI POLITICI ____________
E’ chiaro, dunque, che i partiti hanno interesse ad aumentare
continuamente le tasse e le multe, mentre hanno interesse a diminuire la
spesa utile per il paese, onde avere più soldi per comperare i consensi
e più soldi da intascarsi personalmente. Il rischio di una condanna
penale, per il politico, è semplicemente il rischio di impresa, il suo
rischio professionale. E i soldi spesi bene, per lui, non sono quelli
che producono servizi e infrastrutture utili, ma quelli che vanno nelle
sue tasche.
Come naturale, i partiti avversari si uniscono tra di loro nella
difesa del loro reddito e potere. Niente è servito a cambiare le cose:
non le riforme elettorali, non i cambi di maggioranza, non le indagini
giudiziarie, non i partiti di protesta.
Ovviamente, questo sistema non dà alcuna rappresentanza ai cittadini.
Quindi lo Stato che abbiamo, con le sue regole, le sue tasse, il suo
esattore Equitalia è completamente illegittimo rispetto ai principi
costituzionali.
Al contempo, lo spreco di circa 150 miliardi l’anno solo per i due
capitoli di spesa suddetti impedisce di fare investimenti e di ridurre
il debito pubblico, che esso stesso ha generato. La partitocrazia non
rinuncerà mai a rubare, e neppure si lascia sostituire, quindi il paese è
condannato.
La soluzione, in astratto, sarebbe una rivoluzione popolare violenta,
alla francese, che eliminasse fisicamente la partitocrazia assieme a
tutti i suoi ausiliari, e creasse le condizioni sia per la democrazia
che per la legalità e per lo sviluppo. Un terzo della popolazione
dichiara di sperare nella rivoluzione.
La rivoluzione però non è possibile a causa dei caratteri della
società italiana: mancano la fiducia sociale e la lealtà sociale
necessarie per fare una rivoluzione, per costituire un movimento
rivoluzionario. Per non parlare della mancanza di coraggio fisico e
dell’inclinazione al servilismo infedele – altri due tipici tratti
nazionali. E anche perché il ceto politico italiano è espressione della
mentalità della popolazione generale. Ribadisco conseguentemente il mio
consiglio: emigrare coi soldi verso paesi più efficienti.
Quindi, anche considerando i rapporti col contesto europeo e
mondiale, l’Italia continuerà il suo declino più o meno rapido e più o
meno sussultorio, e che i capitali stranieri potranno rilevarne i pezzi
utili con gli avanzi commerciali accumulati, approfittando della crisi
finanziaria irreversibile del paese.
La linea sostanziale della governance italiana, da molto tempo, è
pertanto quella di cavalcare questo processo e predisporne l’esito,
nell’interesse del capitale straniero (soprattutto tedesco) che deve
fare questo take-over dell’Italia, coniugando i suoi interessi con le
forze reali italiane: partitocrazia, burocrazia, finanza, mafie.
Oggettivamente, sono gli interessi stranieri e quelli di queste forze
a venire tutelati e promossi dalle scelte politiche, soprattutto degli
ultimi anni: agevolazioni alle acquisizioni di aziende e servizi
strategici da parte di capitali stranieri, aumento dei soldi per spesa
partitocratica e burocratica (incluse le pensioni d’oro), politiche
creditizie che soffocano la piccola imprenditoria italiana normale
facendo largo a quella straniera e a quella mafiosa e alla grande
distribuzione perlopiù straniera. Questi sono solo alcuni esempi
generici, ovviamente.
Nel breve termine, queste politiche “europee” dei governi italiani
vanno a dissolvere il risparmio (con tasse, tariffe, inflazione), il
reddito e la piccola impresa nazionale, concentrando il denaro nelle
mani di banchieri, assicuratori, mafie, così che questi soggetti
potranno partecipare, assieme ai capitali stranieri, al take over del
paese dopo il suo ormai non lontano collasso terminale. Già circa decine
di migliaia di miliardi italiani stanno all’estero, pronti a comperare
quando ci saranno le svendite per disperazione.
Ecco spiegata la logica, perfettamente realistica, di politiche
economiche altrimenti assurde e inspiegabili, portate tenacemente
avanti, dal centro destra come dal centro sinistra, anche dopo il loro
fallimento rispetto ai loro scopi dichiarati.
Nella fase finale della “tonnara”, è da attendersi che il governo
allora in carica, in linea con alcune previsioni di Paul Krugman,
bloccherà il trasferimento del denaro all’estero e limiterà la
possibilità di prelevare dai depositi bancari in Italia – questo per
facilitare la razzia di assets italiani da parte dei capitali stranieri e
delle suddette categorie italiane beneficiarie della politica economica
in corso.
15.05.12 Marco Della Luna
Nessun commento:
Posta un commento