L’Europa commissaria Atene: «Non siete in grado di gestirvi»
Fabrizio Goria, Linkiesta
Secondo alcune indiscrezioni lunedì Berlino invierà a Barroso una lettera formale per chiedere la creazione di due fondi gestiti da terzi. Nel primo confluiranno gli aiuti del secondo piano di salvataggio, nel secondo le imposte dirette dei cittadini ellenici. «Ci siamo resi conto che i greci semplicemente non sono in grado di autogestirsi», dice un funzionario Ue a Linkiesta. L’ultima parola spetta all’Eurogruppo e al Consiglio europeo.
Dimostranti in Piazza Syntagma lo scorso ottobre (Afp)
FINANZA
17 marzo 2012 - 16:39
Dal fallimento ordinato al commissariamento. Per la Grecia il ritorno alla normalità passa attraverso una perdita parziale della sovranità nazionale. Saranno due i piani su cui si muoverà il programma di aiuti internazionali. Da un lato i soldi potrebbero essere inseriti in un fondo particolare, chiamato escrow account, gestito da terzi e non dalla stessa Grecia. Dall’altro, la Germania sta spingendo in via informale per un giro di vite sull’esazione delle tasse e sui controlli fiscali nel Paese mediterraneo. L’idea non è nuova. Già prima della colossale ristrutturazione del debito pubblico completata una settimana fa era circolata questa opportunità. Ma ora sarebbe arrivato l’ok anche della Commissione europea. La decisione, spiegano fonti Ue a Linkiesta, avverrà entro fine mese, probabilmente al prossimo meeting di fine marzo.
Il piano di scambio di titoli di Stato non è bastato. L’operazione di concambio di bond condotta dal governo ellenico nelle ultime settimane non riuscirà a risolvere i problemi della Grecia. Su 365 miliardi di euro di debito pubblico, circa 206 miliardi, la quota detenuta dai creditori privati, sono stati oggetto di una ristrutturazione fra le più grandi mai viste. Il taglio al valore nominale dei bond detenuti in portafoglio è stato del 53,5% e servirà, stando alle proiezioni del Fmi, a ridurre il rapporto debito/Pil sotto quota 120% nel 2020. Ma lo swap è stato solo il primo passaggio. Il prossimo passo sarà quello dell’Ue. Informalmente Berlino ha comunicato le proprie idee a Bruxelles, ovvero un maggiore controllo a livello centrale della finanza pubblica ellenica.
La cancelleria del ministero delle Finanze guidato da Wolfgang Schäuble, secondo le indiscrezioni giunte a
Linkiesta, il prossimo lunedì chiuderà il cerchio inviando una lettera formale diretta al presidente della Commissione Ue, José Manuel Barroso. Nella missiva si chiederà la creazione di due
escrow account, speciali conti di deposito. Entrambi gestiti dall’Unione europea, avranno due finalità differenti. Il primo dovrà essere quello in cui verranno disclocati i fondi del secondo piano di salvataggio, 130 miliardi di euro, di cui 28 sulle spalle del Fondo monetario internazionale. La Germania vuole evitare che queste risorse finiscano come il primo programma da 110 miliardi di euro del maggio 2010.
A Linkiesta un diplomatico tedesco spiega che «l’insoddisfazione per come sono stati gestite le risorse del primo bailout» ha portato a questa proposta. In effetti, scorrendo i documenti del Fmi, emerge che le ultime tranche del pacchetto di aiuti del maggio 2010 non saranno più erogate. Anzi, il programma viene considerato concluso. Il giornale tedesco
Der Spiegel
malignamente due giorni fa ha parlato di «scomparsa di fondi» da parte dei Atene. In altre parole, parte delle varie erogazioni del Fmi sarebbero finite chissà dove. C’è poi il secondo
escrow account
. All’interno di questo conto saranno, nelle intenzioni della Germania, raccolte le imposte dirette dei cittadini greci, al fine di essere poi redistribuite.
«È una soluzione dolorosa, ma necessaria», spiega un alto funzionario della Commissione Ue a
Linkiesta. «Ci siamo resi conto che i greci semplicemente non sono in grado di autogestirsi, spiace dirlo, ma è così», dice il funzionario dietro richiesta dell’anonimato. A operare sul campo ellenico ci sarà una missione permanente dell’Unione europea, che sarà coadiuvata dal Fondo monetario internazionale. Nel progetto di Berlino, il capo missione del Fmi in Grecia, Poul Thomsen, dovrebbe visitare Atene per due volte al mese, come spiegano fonti diplomatiche tedesche, per verificare sul campo in che modo verranno condotte le operazioni di risanamento dei conti pubblici. L’evasione fiscale, infatti, è da sempre uno dei temi più caldi e sarà cruciale una lotta unitaria contro questo fenomeno.
L’ultima parola, tuttavia, spetterà a Eurogruppo e Consiglio europeo. Senza un via libera da parte di queste due istituzioni la proposta di un più netto commissariamento fiscale di Atene non potrà andare avanti. E per ora, le adesioni nemmeno troppo informali che sono giunte riguardano il cosiddetto “Asse del Nord” composto da Germania, Olanda e Finlandia. La Francia deve ancora sciogliere le riserve, complice la tornata elettorale per il cambio al vertice dell’Eliseo, mentre non si hanno indicazioni su cosa potrebbe decidere l’Italia, bacchettata ieri e oggi dal presidente Barroso.
La decisione di commissariare sotto tre aspetti (economico, fiscale e tributario) la Grecia è destinata a far discutere. Ieri il ministro ellenico della Finanze Evangelos Venizelos ha lasciato intendere che le misure adottate saranno ben peggiori delle previsioni. «La discussione sugli escrow account non è ancora finita, ci saranno delle novità entro due settimane», ha affermato ai microfoni di Skai Greece. Del resto, il ministro olandese delle Finanze, Jan Kees de Jaeger, due settimane fa aveva lanciato l’idea: «Sarebbe utile una missione permanente in Grecia». E ora che anche l’Ue sarebbe d’accordo, resterebbe solo da decidere quando farla partire.
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