Lusi: “Se parlo salta tutto”. Giornali sorpresi: Berlusconi o Monti, nel mondo ci considerano zero
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La notizia ufficiale è di questa mattina, venerdì 9 marzo. L’agenzia di stampa americana Associated Press è stata la prima a dare la notizia, con questo flash: “Greece says 85.8 percent of private investors holding Greek bonds participating in bond swap”. Il New York Times l’ha rimbalzata nel mondo, via computer, twitter, iPad e tutte le altre diavolerie elettroniche disponibili, prima rilanciando il flash della Ap, poi con un suo articolo, intitolato; “Greece Clinches Landmark Debt Restructuring Deal With Lenders”.
L’articolo, di Landon Thomas jr., scritto da Londra, cominciava così: “Greece said Friday that it had clinched a landmark debt restructuring deal with its private sector lenders. The deal clears the way for the release of bailout funds from Europe and the International Monetary Fund that will save the country from imminent default.
Greece said that 85.8 percent of private creditors holding Greek bonds participated in the bond swap”.
Quasi contemporaneamente l’Ansa in Italia diffondeva una notizia di fonte francese, l’agenzia di stampa Afp, datata Atene: “La Grecia ha raccolto l’83,5% di
sottoscrizioni di creditori privati, di cui l’85,8% di soli detentori di titoli di debito pubblico, alla sua offerta di swap del debito: lo ha dichiarato ufficialmente il governo di Atene”.
La sostanza della notizia è per già sui nostri giornali di oggi e era stata anticipata ieri dalla Borsa, che vive di sensazioni, intuizioni, sussurri, speranze e delusioni.
Il Sole 24 Ore di oggi apre infatti con questo titolo:
“Oltre il 75% dei creditori aderisce allo swap sul debito greco: su le Borse, Milano +1,6%. [Mario] Draghi: un successo i prestiti Bce, ora tocca ai Governi. Atene passa il test: via ai nuovi bond Lo spread dei BTp scende a 292 poi chiude a 300: tassi al 4,8%. Bonos sotto tiro”.
Altro titolo di rilievo:
Ok alla fiducia sul decreto semplificazioni, martedì il alla Camera è atteso il voto definitivo prima del passaggio al Senato. Tra le novità la possibilità di effettuare i pagamenti alla Pa con bonifici online: resta il nodo tlc. Sul tetto agli stipendi dei manager un Ddl bipartisan per l’estensione a Regioni e Authority”.
Sembra dipanarsi anche il nodo Tav. Riferisce Giorgio Santilli: “Ai Comuni della Valsusa altri 135 milioni”.
Uno schiaffo agli operai italiani e ai loro sindacati: “Ai dipendenti Volkswagen un premio di 7.500 euro”. Spiegazione: “Grazie alle «eccellenti prestazioni» centrate nel 2011, Volkswagen darà un premio di produzione di 7.500 euro ai circa 90 mila dipendenti impiegati nelle sei fabbriche tedesche. Lo ha reso noto il colosso automobilistico: un anno fa, grazie a utili pari a 8,9 miliardi, era stato erogato un premio da 4 mila euro, quest’anno gli utili sono più che raddoppiati a 18,9 miliardi e il bonus è lievitato di conseguenza. Dunque la produttività paga, anche se a beneficiarne sarà solo l’«élite» protetta in Germania dai contratti collettivi, meno del 20% dei 500mila addetti che Vw impiega nel mondo”. [Questo spiega perché è fondamentale avere in casa il quartier generale delle aziende, ma noi le grandi industrie le abbiamo distrutte, con il contributo decisivo di padroni e sindacati uniti nella nobile gara].
“Pochi giorni fa la controllata Audi aveva annunciato un premio addirittura più ricco, 8.251 euro. Più indietro Porsche (7.600) e Daimler (4.100)”.
Si segnala anche: “Lega, tutti gli uomini del caso Lombardia”, di Angelo Mincuzzi.
Il ritorno dello Jedi: secondo Cesare Peruzzi, “Alessandro Profumo a un passo dalla presidenza Mps”.
Il Corriere della Sera apre con “Così è morto l’ostaggio italiano. Fallisce blitz inglese in Nigeria. L’ira di Palazzo Chigi”. La notizia è su tutti i siti: “Franco Lamolinara, l’ostaggio italiano rapito lo scorso maggio da un gruppo islamico, è stato ucciso in un blitz condotto in Nigeria da forze britanniche e nigeriane. L’azione è avvenuta senza che l’Italia ne fosse al corrente”. Visto l’exploit italiano in India, non c’è da stupirsi che nessuno ci voglia nei piedi, costi quel che costi.
E a proposito dei “Marò fermati in India, ora interviene l’Europa” Secondo Ivo Caizzi e Giuseppe Sarcina è in atto un “passo di Bruxelles con l’India per la questione dei due marò italiani agli arresti. Ma all’Italia non basta. Oggi, nel Consiglio informale dei 27 ministri degli Esteri, a Copenaghen, il numero uno della Farnesina Giulio Terzi e la responsabile per la politica estera della Ue Catherine Ashton dovrebbero rendere pubbliche le rispettive posizioni. L’Italia potrebbe chiedere un intervento più determinato”.
Michele Ainis non fa sconti nell’editoriale “Il processo democratico”. Comincia così: “L’Italia brontola, protesta, rumoreggia. Contro i privilegi della Casta, [...] contro le altre caste [...] contro la legge elettorale [...] contro Equitalia, e più in generale contro l’eccessivo carico fiscale. Contro l’abolizione dell’articolo 18, in nome del diritto al lavoro. È un Paese contro [...] trasuda livore, odio politico e sociale. [...] Per ricucire il nostro tessuto connettivo serve un’opera di pacificazione nazionale. [...Intanto] ogni protesta incattivisce. [...] Un tempo questa cinghia di trasmissione era rappresentata dai partiti, che restano comunque necessari. La politica si fa con i partiti. Ma oggi sono colpiti dal discredito. [...] È la crisi di legittimazione che dai partiti si estende al Parlamento [...] Un processo democratico inceppato diventa un gioco a somma zero: ci rimettono tutti i giocatori. Questa regola vale anche ai piani alti del Palazzo, nelle stanze dell’esecutivo. Come governa Monti? Come prima di lui Prodi e Berlusconi: decreti, fiducie, maxiemendamenti. Nel solo mese di febbraio il Parlamento ha convertito 4 decreti legge del governo, che a sua volta ne ha sfornati altri 4″.
Forse considerando già risolta la crisi greca, il Corriere si limita in prima pagina a un articolo molto interessante di Federico Fubini: “Atene salva: il sollievo (e i conti) per Roma. Un quotidiano greco ha ritratto Angela Merkel in divisa da anni 30. Eppure un rapido calcolo sul retro di una busta racconterebbe una realtà diversa sul Paese che ieri è stato al centro della più grande ristrutturazione di debito della storia. Se si sommano i due pacchetti di aiuti varati, ogni cittadino greco riceve dall’Europa (e dal Fondo monetario) 22.400 euro. Ogni cittadino italiano che paghi l’Irpef presta ad Atene circa 850 euro”.
Giovanni Caprara ci butta lì, con a corredo tanto di foto a colori, una notizia da fantascienza: “I segreti del Sole in tempesta. Lo spettacolo del sole in tempesta. Sulla sua superficie si scatenano gigantesche eruzioni sempre più violente e frequenti: due, mercoledì, hanno investito la Terra. È l’attività più intensa degli ultimi cinque anni. Rischio blackout”.
Calor bianco anche nel microcosmo della politica italiana: “Quarantasei senatori del Pdl vogliono sfiduciare Riccardi. Monti ai partiti: non dividetevi Il ministro Andrea Riccardi si è scusato a poche ore dallo sfogo privato («Sono schifato da una certa politica») con due colleghi di governo. Ma non è bastato a far tornare il sereno. Ieri 46 senatori del Pdl, primo firmatario l’ex guardasigilli Nitto Palma, hanno messo nero su bianco la richiesta di una mozione individuale di sfiducia nei suoi confronti. Pd e Terzo polo, invece, hanno fatto quadrato intorno al ministro e in difesa del governo, ritenendo Riccardi il «parafulmine di nervosismi nei confronti dell’esecutivo». Il premier Monti ai partiti: non dovete dividervi. Il segretario pdl, Alfano: Pd e Udc non dettino l’agenda”.
Lapidario il richiamo in prima dell’articolo di Fiorenza Sarzanini: ”Lusi, trovati altri 7 milioni”.
Si segnalano anche l’articolo di Gian Antonio Stella: “Dirigere gli Uffizi con 1.780 Euro al Mese. I direttori di alcuni dei musei più importanti d’Italia, quindi del mondo, hanno deciso di fare «outing» e dichiarare i propri redditi. Che sono, rispetto a quelli dei colleghi del resto del pianeta, avvilenti”; e di Piero Citati: “Meglio non leggere quei bestseller” che esordisce così: “Credo che i lettori italiani siano peggiorati negli ultimi trenta-quarant’anni. La generazione letteraria che pubblicava i propri libri attorno al 1960-1970 è stata la più ricca e feconda apparsa da secoli”.
La Stampa apre con l’italiano ucciso in Nigeria e accompagna la notizia con un commento di Lucia Annunziata: ”
“Il peso che ci manca nel mondo”. La povera Annunziata scopre che “il premier Monti (e noi italiani con lui) deve preoccuparsi di un imprevisto pericolo: il rischio che una delegittimazione della sua leadership arrivi proprio da quei leader, quegli ambienti, quell’Europa che finora lo hanno lodato, sostenuto, celebrato. L’Italia che sta faticosamente risalendo il pozzo della mancanza di credibilità in materie economiche, viene lasciata amaramente sola, proprio dall’Europa, in due gravissime crisi internazionali in cui si ritrovata intrappolata”.
Quel che stona è la parola imprevisto, che dimostra tutta l’ingenuità dei giornalisti italiani, che a loro volta riflettono i loro lettori e i nostri politici. Come ci si può illudere che la faccetta triste e gli occhi umidi di Monti facciano dimenticare in pochi mesi secoli di “maccaroni” e “wog” e “guidos”, di mafia e di autosputtanamenti, nonché vent’anni di Berlusconi.
Certo che i leader del mondo sono contenti di non aver più a che fare con Berlusconi Era una anomalia persino rispetto al cliché del peggiore italiano impersonato dal Fosco nella “Lady in white” di Andrew Lloy Webber, che sarebbe potuto apparire come ispirato a Berlusconi se la storia originale non fosse apparsa nel 1859.
Commovente l’articolo di Mimmo Candito: ”Quei tecnici prigionieri all’estero”.
Interessante Mario Deaglio: “Condannati alla povertà” riferito alla Grecia, ma può andar bene anche per l’Italia.
Gianni Riotta intervista Lorenzo Bini Smaghi (quello che non voleva lasciare il posto per Mario Draghi in Bce).
Una notizia giusto per gli Agnelli, indirettamente ma saldamente proprietari della Stampa: ”
“In vendita a 46 milioni [di euro l'appartamento a Parigi] dove si amarono e litigarono Delon e la Schneider”: “Alain e Romy, nido da record. Tre piani, una terrazza con vista sulla Torre Eiffel”.
Marco Ansaldo e un amletico dubbio: “Ma la “pulce” Messi è più forte di Maradona? Dopo la cinquina realizzata in Champions dal giocatore del Barça si apre il dibattito”. Svolgimento: “Quando Lionel Messi arrivò a Barcellona aveva 13 anni e il fisico di un bambino di 8, condannato a restare un uomo alto come Vittorio Emanuele III: sotto il metro e mezzo. Massicce cure di ormoni l’hanno fatto crescere di statura. Il genio invece è cresciuto da sé”.
Repubblica segue la scaletta degli altri. Titolo principale sull’uccisione dell’italiano in Nigeria e la prova di come ci considerano nel mondo. Però “la Grecia è salva, Borse in festa, lo spread sotto 300″.
Grande risalto alla polemica su Riccardi e, da leggere, “Il ricatto sulla Rai” di Giovanni Valentini. Incalzante l’inizio: “Questa volta non si tratta solo di poltrone. Di lottizzazione o spartizione della Rai. La “questione televisiva”, imperniata su funzione e ruolo del servizio pubblico, assurge al rango di questione nazionale.Questione al pari della riforma delle pensioni o di quella del lavoro. Perché costituisce l’habitat naturale della politica. E perché comprende e riassume sul piano mediatico quel progetto per il Paese al cui interno s’inscrivono lo spread, la crisi economica, le prospettive e le speranze di crescita. Una grande questione di democrazia”.
Bellissimo reportage di Bernardo Valli sulla nuova Turchia: “La rivoluzione di Istanbul tra magia e vecchi fantasmi”.
Libero incalza sul morto in Nigeria: ”Ucciso all’insaputa di Monti”. Da leggere Maurizio Belpietro : “Le 331 opere bloccate dai burocrati e dalle scartoffie”; il “caso Margherita. Lusi: eseguivo ordini, qui salta la sinistra”; Luigi Angeletti che, intervistato da Tobia De Stefano, attacca la Fiom: “Ormai è un partito”; Mario Giordano che autopromuove il suo ultimo libro, “Spudorati”: “Le province servono (a regalare soldi). Esempi? Monza usa quattro sedi per fare una [sola] delibera in sei mesi. Roma spende 300 mila euro in fagiani. Oristano 9 mila per le fragole”.
Il Fatto schiera importanti firme e apre su una ultima evoluzione dell’inchiesta sull’assassinio del giudice Paolo Borsellino: “Fu tradito da un carabiniere. La Procura di Caltanissetta: il magistrato saltò in aria perché ostacolava la trattativa fra mafia e Stato. La moglie Agnese: Mi disse che il generale Subranni era uomo d’onore. L’ufficiale indagato. Quattro ordini di custodia”.
Pro memoria: oggi in Cassazione la sentenza su Dell’Utri. Se confermata la condanna il partner di una vita di Berlusconi andrà in carcere.
Intervista all’ex tesoriere della Margherita Luigi Lusi fatta da Luca Bertazzioni: “Sapevano tutti. Se parlo io, salta il centrosinistra. In cassa c’erano 214 milioni. Ora 20. Se io ne ho preso 13, dove sono finiti gli altri 18?”.
Il Giornale non elude la vicenda della Nigeria (“L’autorevole Governo tecnico non ne sapeva nulla”), ma apre con la reazione del Pdl alla gaffe del ministro Riccardi: “Alfano chiede chiarezza a Monti. Avviso ai furbetti. La mossa fa guadagnare punti al partito”.
Paolo Guzzanti ironizza sui cattolici democratici (cui Riccardi appartiene), “dalla Bindi a Prodi, permalosi e vendicativi”. Forse perché sono convinti che Dio è con loro.
Nicola Porro dà voce a un sentimento diffuso: “Ici triplicata. Se adesso ci esproprino pure la casa”.
Il Messaggero di Roma copre puntualmente i temi del giorno. Ma la notizia che ci attira di più è in fondo alla prima pagina: “Dimagrire tra moda e affari. Scoperta la tuffa dei di-etologi”, articolo in cui Giorgio Calabrese ci informa che i carabinieri del Nas hanno indagato 14 professionisti (di cui 12 tra medici, biologi e psicologi) per associazione a delinquere finalizzata alla truffa. C’è di mezzo anche “la attivazione abusiva di un ambulatorio medico polispecialistico nonché il sequestro di 750 falsi diplomi di “di-etologo” e di cinque siti internet”.
Sul Mattino di Napoli “la supertestimone” che ha “incastrato Iannelli” registrando le richieste del primario finito in carcere; e la “ditta di famiglia di Nicola Cosentino, ex coordinatore regionale del Pdl” e amatissimo o comunque influentissimo su Berlusconi, si è vista ritirare dalla Prefettura di Caserta il visto antimafia. Conseguenze: un liceo scientifico e la sezione civile del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, inquilini dei Cosentino, dovranno sloggiare su due piedi.
Anche il Riformista tocca i temi del menù del girno, puntando sulla polemica per Riccardi.
La Gazzetta dello Sport punta invece su Messi: “The artisti” con un inglese che va bene anche noi nostri bar.
Sotto una notizia da gelo: “Serie A, debiti a un miliardo e mezzo”, 200 milioni in più dello scorso anno.
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