PAS - PARTITO DI AZIONE PER LO SVILUPPO
Se ideologia significa: «insieme di idee organizzate per il perseguimento delle esigenze collettive», l’affermazione che le ideologie siano superate non può che riguardare quelle sole che fin qui ci hanno guidato. Tant’è che il grande problema della politica moderna è proprio il non avere – in sostituzione di quelli superati – nuovi modelli ideologici e nuove regole comportamentali ai quali ispirarsi. Fu in base a questa convinzione che nel gennaio del 1987 divulgai un gran numero di copie del documento che segue: lo schema ideologico di un partito – il Partito di Azione per lo Sviluppo – che ‘fondai’ (solo sulla carta) per contribuire alla formazione di un’ideologia che potesse essere adottata dagli altri partiti, che si dibattevano sterilmente fra sempre più incerte definizioni di destra, sinistra e centro. Oggi ritengo che quelle tesi – pubblicate a più riprese anche all’estero insieme a tante altre – abbiano, pur nel più generale silenzio, profondamente modificato la cultura e generato le forze e gli eventi via via in campo, ma devo anche ammettere che la collettività è stata capace di trasformarle negli slogan delle varie ‘democrazie degli onesti’.
In sostanza, sull’idea di onestà come necessità tecnica rivolta a dirimere l’immane scontro in cui si è trasformata la vita sociale, è prevalsa ancora una volta l’idea di onestà come ‘valore’ per conquistare il lontano paradiso, affinché, nel mentre, gli uomini, nel loro circondario, possano continuare a farsi – ciascuno armato dei suoi alibi – gli affari loro. Sennonché dopo gli innumerevoli tentativi di simulare il cambiamento, divenuti, dal 10 maggio 1985 – data di pubblicazione di la Lettera di dimissioni di un avvocato della CGIL dal sindacato e dal PCI – una sorta di continua rivoluzione pur di evitare il tipo di cambiamento che ho tracciato io, l’umanità si trova di fronte al fatto che, o lo intraprende, o soccombe, sicché, contando che non siamo già di fronte all’irreversibilità dell’involuzione climatica e ambientale, resta solo da augurarci che la nuova era stia per irrompere. Agosto 2012
In sostanza, sull’idea di onestà come necessità tecnica rivolta a dirimere l’immane scontro in cui si è trasformata la vita sociale, è prevalsa ancora una volta l’idea di onestà come ‘valore’ per conquistare il lontano paradiso, affinché, nel mentre, gli uomini, nel loro circondario, possano continuare a farsi – ciascuno armato dei suoi alibi – gli affari loro. Sennonché dopo gli innumerevoli tentativi di simulare il cambiamento, divenuti, dal 10 maggio 1985 – data di pubblicazione di la Lettera di dimissioni di un avvocato della CGIL dal sindacato e dal PCI – una sorta di continua rivoluzione pur di evitare il tipo di cambiamento che ho tracciato io, l’umanità si trova di fronte al fatto che, o lo intraprende, o soccombe, sicché, contando che non siamo già di fronte all’irreversibilità dell’involuzione climatica e ambientale, resta solo da augurarci che la nuova era stia per irrompere. Agosto 2012
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