mercoledì 22 agosto 2012

Rapporti tra Brigate Rothschild, Stasi e KGB

.:: Gli inconfessati rapporti tra Brigate Rosse Stasi e Kgb.
.:: Gli inconfessabili rapporti tra gli stessi e il Partito Comunista Italiano.
.:: Terroristi che in realtà erano spie, terroristi oggi possidenti felici in Toscana,
.:: ibridi allucinanti un po’ giornalisti un po’ terroristi un po’ spie e forse
.:: la soluzione sui mandanti del 2 Agosto… tutto questo in un piccolo libro
.:: che farà Storia.
.:: Autore: Antonio Selvatici.
.:: Un giornalista troppo bravo per continuare ad esserlo.
http://www.cristianolovatelliravarinonews.com/articoli/selvatici.html

Mata Hari

Vecchia sede KGB
Ha consultato documenti dove prima si sfogliavano ipotesi,ha trovato riscontri dove in precedenza ci si trastullava con delle teorie,è stato talmente sottile da riuscire a farsi spedire le carte direttamente a casa dagli archivi della Stasi fino a non tantissimo tempo fa il più famigerato e temuto servizio segreto europeo.Ha snidato inconfessabili rapporti internazionali non solo delle Brigate Rosse ma anche del vecchio Partito Comunista e come in un film d’azione ha avuto la faccia tosta di presentarsi nelle belle case in Toscana dove oggi placidamente vivono gli ex terroristi della RAF non esitando a traumatizzarli rivelando loro che accanto non avevano un compagno terrorista, ma un compagno spia.
Questo straordinario giornalista investigativo in modo assai sintomatico della realtà mediatica di questa Italia per sopravvivere ha dovuto smettere di fare il giornalista (oggi si occupa di edilizia)e anche se Antonio Selvatici signorilmente lo nega nulla ci toglie dalla testa che il suo improvviso occuparsi d’altro e l’uscita anni fa del suo ormai mitico Prodeide (raccapricciante biografia non autorizzata dell’ex Presidente del Consiglio emiliano ) non sia una mera coincidenza. Il suo libro “Chi spiava i terroristi ,Kgb Stasi Br Raf”(Pendragon editore ) dovrebbe fare le copertina di tutti settimanali e l’apertura dei telegiornali ma ovviamente fino adesso la sonnacchiosa comunità mediatica nazionale ha reagito con un livido silenzio come sempre fa quando qualcuno le ricorda davvero cosa sia uno scoop,qualcosa cioè in grado di modificare una prospettiva storica (a parte una recensione entusiastica di Renato Farina che per quanto sia stato passato al tritacarne da coloro per i quali giornalismo è spiluzzicare le agenzie da dietro una scrivania non si può negare di questi temi sia un impavido esperto ).

Antonio Selvatici

Chi spiava i terroristi
Gli anni del terrorismo, come ci ricorda Selvatici, sono stati in realtà una volta tanto raccontati non dai vinti ma dai vincitori,nessuno oggi parla delle vittime ma ogni giorno abbiamo ex terroristi che sembrano ormai diventati-a volte loro malgrado-le star di un sanguinario Grande Fratello o comunque stipendiati cattedratici dell’eversione (la loro).Qui ,finalmente,come direbbe Walter Cronkite ,parlano i sacri fatti. E non più solo le sporche parole.
A parte il bravo che ti faccio e la gelosia che mi suscita questo tuo aver per primo sverginato gli inaccessibili archivi della Stasi sui loro legami con le Brigate Rosse il mio sospetto è che la tua magia investigativa sia consistita in un semplice gesto..di serietà.Hai trovato la loro email, hai chiesto,sei andato,ti sei fatto il mazzo,hai consultato.Ricorda il povero Biagi ultrasettantenne unico disponibile in un Corriere della Sera farcito di giovani in pantofole ad alzarsi di notte per andare a seguire non so quale terremoto.Tu invece da solo,senza la protezione di una redazione,nelle spire della Stasi per quanto ex ma pur sempre con le zanne sanguinarie del Kgb che di certo non ti perdeva di vista… non avevi paura di una spifferatine di plutonio o di una Mata Hari con lo stiletto... se scoprivi troppo ?
“Non un solo secondo ho provato la benché minima paura.”
Sei coraggioso.
“Più che coraggioso sono realista. I documenti in gran parte li ho ricevuti per posta. “

Ministry for State Security

Prigione STASI
Per posta?ma non ci credo!Ma come hai fatto ?Sento già i comunisti insinuare che questo può capitare solo a un generale del Sismi.Tu invece sei ancora giovane e oggi fai l’immobiliarista.Tutto qua:bastava chiedere?
“Bastava chiedere.Non è colpa mia se prima di me non l’ha fatto nessuno( a grande onore delle migliaia di
giornalisti italiani e di centinaia di testate nazionali,ndr ) Come scrisse una persona autorevole chiedete e vi sarà dato.In realtà questa è un a lunga catena il cui primo anello fu costruito quasi vent’anni fa…esattamente nel 1994 quando collaborai con lo scomparso Valerio Riva nel recuperare documenti messi a disposizione dalla Commissione d’Inchiesta del Bundestag tedesco sulla Stasi. Valerio stava scrivendo un libro che fece scalpore “L’Oro di Mosca “ pubblicato dalla Mondadori e questi documenti erano preziosi. “

In realtà qui dei rischi li corresti.Mi sembra di ricordare tue intrusioni in misteriosi uffici di copertura scavalcando
Cancelli e cani inferociti. Riva -uomo geniale ma notoriamente cinico -ti ringraziò adeguatamente ?

“ A parte i ringraziamenti..Valerio Riva aveva una straordinaria memoria storica,non però una articolare preparazione economica..diciamo che lo aiutai a riannodare quella intelaiatura finanziaria e societaria attraverso cui era più facile capire o scoprire i mille rivoli con cui i denari sovietici arrivavano in Italia. “
Anche assai oltre le date i cui i comunisti giurarono, Berlinguer compreso, che i finanziamenti erano cessati.

Antonio Selvatici

Antonio Selvatici
“Certamente.Lo documentammo attraverso società come la Nafta it che commerciava in petroli e l’altra clamorosa la
Eumit Spa di Torino che riveste un ruolo molto importante anche nel mio ultimo libro… “

E che apparteneva alla Stasi !No,scusami se pongo qualche postilla riflessiva- magari banale- sulle tue scoperte. I democratici-che oggi come vojeurs frustrati strillano scandalizzati sul numero di giovanili mutandine in cui Berlusconi senza chieder loro permesso osa affondare le zampe –quando si chiamavano comunisti non si peritavano di fare soldi a palate(mentendo sulle date della cessazione dei rapporti )con uno dei più luridi ,sanguinari, liberticidi servizi segreti del mondo.Fare soldi con un servizio segreto ricoperto di sangue? Un gesto patriottico. Portarsi a letto una velina?tragedia nazionale.
“In realtà il PCI aveva il 30% della società e non direttamente ma attraverso dei prestanome,come da dicitura negli stesse documenti della Stasi che ho consultato.Certo non era un servizio segreto democratico,per usare un eufemismo, va peraltro considerato che la Stasi aveva infiltrato non solo il PCI ma tutta l’Europa.Certo quello col PCI fu un rapporto inconfessabile o perlomeno un matrimonio..molto imbarazzante durato circa sei anni. Va anche detto che era un rapporto con una sua logica, importava materiale ferroso a prezzi non scorretti in una città come Torino e serviva a costruire le automobili...”
Insomma una sorta di salutare capitalismo precinese.Chi fu del PCI che se ne arricchì di più e personalmente ?
“I nomi sono indicati sia nel mio libro che i quello di Riva. Permettimi di non citarli stimolando così il videolettore ad andarseli a comprare.“

Roberto Curcio - foto La Repubblica

Barbara balzarini - foto La Repubblica
Non perdiamo però di vista il tuo “Chi spiava i Terroristi “. Ti confesso che la mia modesta opinione è esattamente il contrario di quello della vulgata. Cioè io trovo jurassica e imbarazzante una visione del brigatismo rosso italiano puro
Se espressione di un tardivo operaismo rivoluzionario e invece corrotto se con legami internazionali, servizi segreti compresi. Paradossalmente trovo meritevole semmai il contrario. E’ ridicolo pensare essi potessero scardinare la società facendo appello al veteromarxismo dei metalmeccanici già allora probabilmente berlusconiani-se mi passi la bestemmia-cioè insomma sostanzialmente miranti anzitutto al proprio benessere, ma non trovo del tutto grottesco che riuscendo a tessere una diabolica ragnatela con la Stasi con il Kgb e chi più ne ha più ne metta potessero davvero destabilizzare una società che in parte,non scordiamocelo,tifò a lungo per loro.Ce li siamo scordati Gian Maria Volontè e Paola Pitagora che si adoperarono per il viaggio clandestino dai Palestinesi di Mario Moretti ?A parte questi perduranti complessi d’inferiorità verso lo straniero. Ma,scusa, se Giovanni Senzani avesse mai incontrato un colonnello della Stasi magari era lui a plagiare il colonnello! Sono molti i modi di essere ingiusti. Quello di descrivere i brigatisti rossi come persone che appena incontravano un terrorista internazionale o un esponente dei servizi stranieri-magari per cercare armi- si trasformavano di colpo in loro marionette è uno di questi…. Ma torniamo ai documenti.Straordinario averli trovati ma essi non sembrano provare i brigatisti venissero teleguidati,a parte che ad esempio nell’Archivio Centrale Ustav pro studium Totalitnìch Rezimu da te incredibilmente comodamente consultato a casa tua in poltrona si parla di Sergio, non di Alberto Franceschini.

“A parte-aggiungo io - che per una colonna come la Walter Alasia il tardo patetico messianismo operistico come tu lo definisci fu comunque importante no, in realtà ,si tratta di due archivi diversi.La ricerca è stata fatta sostanzialmente su due archivi,quello della Stasi e quello centrale di Praga dove sono realmente andato senza incontrare né plutonio né purtoppo affascinanti Mata Hari. La confusione sui nomi di Franceschini avviene all’interno dell’archivio di Praga mentre quelli della Stasi provano in maniera inconfutabile cha alcuni brigatisti rossi italiani passarono la frontiera.Ma la cosa importante è che non la passarono in forma anonima ma la passarono identificandosi o comunque identificati come membri delle brigate rosse italiane…”

Gli archivi della Stasi

Stasi
Il che se non era un avvallo politico ci andava assai vicino…insomma essere delle brigate rosse per i paesi dell’est in quel periodo era una specie di lasciapassare,una sorta di immunità diplomatica. Incredibile.
“Sostanzialmente sì.Diciamo che questo significava di certo essere iscritti in un organigramma sovranazionale diciamo misterioso.Un brigatista rosso non poteva certo passare la frontiera con un documento intestato scorrazzando tranquillamente dall’Italia a Berlino con mezza Interpool europea che lo ricercava.Quindi le ipotesi possono essere solamente due. O avevano perfetti documenti falsi comunque riconoscibili dalla DDR -tanto è vero che li classificano subito come brigatisti- oppure avevano una specie di lasciapassare che veniva stilato appositamente per il terrorista , ipotesi a mio avviso la più credibile. ”
Rimango attonito. E la DDR come faceva a fargli pervenire il lasciapassare?mica poteva darglielo alla frontiera stessa o farglielo pervenire per posta.
“ La DDR Deutsche Demokratische Republik aveva mille canali..certo è una delle cose che il mio libro non sa
spiegare.Mi hanno fatto pervenire e fatto consultare alcuni documenti, non certo tutti….diversi come quelli sul caso Moro sono a mio avviso scomparsi ad arte..il problema è:una volta oltrepassata la frontiera che facevano ? si incontravano con quelli della Stasi?andavano ad addestrarsi (come facevano quelli della Raf che se ne andavano in Giordania sugli aerei della Interflug linea aerea di copertura della Stasi )andavano per musei per aggiornarsi sulla storia dell’arte ?l’ipotesi più probabile che andassero ad addestrarsi all’interno dei campi paramilitari della DDR.”

Il che non significa che vi si facessero rimodulare il cervello.
“Assolutamente.Non ho mai scritto né inteso alludere che le brigate rose italiane siano nate all’ombra benevolente della Stasi o del Kgb.Il che non toglie che quasi certamente i servizi delle DDr certo sospinti dei sovietici li abbiano dapprima attentamente studiati e poi, forse, anche alimentati “
Con le armi ?
“Anche con le armi.”

Salvatore Sechi

Pecchioli Berlinguer Curzi Pinto e Ingrao
I comunisti italiani erano, in questo senso, messi peggio anche dei brigatisti rossi.Come ha documentato il grande storico Salvatore Sechi (vero terrore di riviste come Repubblica e l’Espresso tanto è vero che esse hanno da anni il ferreo divieto di citarlo) nell'inverno 1993 Craxi chiese a Spadolini e a Napolitano, allora presidenti del Senato e della Camera, di far dimettere da presidente del Comitato parlamentare di controllo dei nostri servizi di informazione e di sicurezza civile e militare, Pecchioli: lo riteneva una sorta di agente sovietico, cioe' una spia al servizio del Kgb.Insomma sono stati i nostri politici di sinistra,non i brigatisti a calare le braghe col Kgb. E anche quelli di centro. Io stesso mi accorsi che alla Hopkins di Bologna il pio professor Ruggero Orfei si incontrava regolarmente con l’addetto militare dell’ambasciata sovietica (che io per sua sfortuna riconobbi) tremando come uno scolaretto.La lista sarebbe infinita.
“Va anche riconosciuto che a lungo per molti della sinistra l’Unione Sovietica fu davvero una Patria ideale .”
E’ vero. Ivano Sabatini uomo radio per le trasmissioni clandestine con Mosca(come tu documenti nel tuo libro) lavorava al Gramsci in via Barberia a Bologna come archivista-ruolo strategico -ed era collaboratore di Luciano Guerzoni che poi divenne anche presidente della Regione Emilia Romagna. Bene, nonostante la mia conosciuta americanità non c’è stato mai documento di cui Sabatini mi abbia negato l’accesso(vivevo a pochi passi dal Gramsci)e non ho mai conosciuto nei comunisti un gentleman assoluto e squisito come Luciano Guerzoni che non c’era Convegno e persino party a cui non mi invitasse….però,però comunque i legami-diciamo meglio i sottotentacoli della intelligence satellitare alle dipendenze sovietiche -uncineranno a lungo anche episodi di cui finora non è stata compresa fino in fondo la gravità .I soldi presunti in nero con cui venne beccato con le mani nella marmellata Primo Greganti il mitico Compagno G (la cui eroica adesione alle ragioni del partito personalmente ammiro )venivano da una vendita del 20% come tu hai documentato proprio della …Eumit Spa !lui ai magistrati la definì elegantemente “Società a capitale misto con sede nella Germania est ..“ Se i compagni avessero invece saputo che erano soldi infetti non tanto perché indirizzati a presunte bustarelle quanto soprattutto perché provenienti dalla sanguinaria Stasi forse avrebbero ridimensionato l’eroico stoicismo del compagno Greganti !

Primo Greganti

Tiziana Parenti
“Sia ben chiaro però che Greganti non era collegato alla Stasi. Della Eumit si inizia a parlare quando l’ex pm Tiziana Parenti inizia ad indagare sulle cosiddette tangenti rosse.Si parla di questi passaggi di denaro per cercare di salvare dalla fallimento la Ecolibri di Bologna dove aveva ricoperto importanti cariche societarie anche la sorella di Achille Ochetto. Però un conto sono i servizi, un conto le società a capitale misto. Nella Stasi dipendevano da due sezioni ben distinte.Il terrorismo dalla ventiduesima sezione, la Eumit le società miste invece da tutt’altra sezione la Kommerzielle
Koordinierung detta Koko. Insomma ,in soldoni :i brigatisti di cose come l’Eumit non conoscevano neanche l’esistenza ,erano sezione tra di loro compartimentate.”

Mai sognatomi di pensare Greganti avesse scheletri brigatistici nell’armadio…ambedue però fanno capo o perlomeno ebbero legami con una piovra di cui un tentacolo era terroristico,l’ altro finanziario e magari anche utile a suo tempo alla Fiat..sempre però a quella Piovra erano più o meno indirettamente collegati .Sempre a proposito di Eumit…una certa sinistra mi ha sempre rotto le scatole insinuando a ogni mio scoop la soffiata provenisse da Langley(magari!ma come si farà?spero un giorno me lo rivelino )invece grazie anche al tuo libro scopriamo- un esempio che non penso certo possa dirsi isolato- che Angelo Sarto già inviato dell’Unità e di Rinascita già corrispondente di Radio Praga fu tra i promotori della nascita della famigerata Eumit…vabbene, non spiavano per conto della Stasi.Ma le procuravano un sacco di denaro.Se non è zuppa è pan bagnato.
“Bè anzitutto parliamo di un Angelo Sarto operante negli anni sessanta in città come Mosca e Berlino.Per cui non mi meraviglierebbe affatto se un giornalista che lavorava per testate molto schierate avesse anche altri tipi..di contatti.Sulla Vicenda di Angelo Sarto rimando comunque al libro di Riva che l’approfondisce in modo codificatorio.”
Va dato atto al PCI che aveva ,perlomeno un minimo, i suoi anticorpi democratici. L’ex vicesegretario della commissione stampa a propaganda nonché fedelissimo di Togliatti Salvatore Cacciapuoti ebbe le palle a fine anni settanta di andare dai Cecoslovacchi e intimare loro a muso duro di smettere di addestrare brigatisti come Franceschini e Ognibene.Peccato come ricordi nel tuo libro anni dopo uno statista come d’Alema ne fece oggetto di una pesantissima ironica battuta del tutto ingenerosa ed immeritata che suscitò- nonostante una sua lettera di scuse-le indignate pubbliche reazioni dei familiari.
“Come sai a me piace far parlare i documenti. Quelli che riguardano Cacciapuoti provengono da Praga e non da Berlino. Cacciapuoti si reca più volte a Praga- anche se abbiamo documentale traccia di un solo suo passaggio-si reca dai vertici del partito comunista cecoslovacco ammonendoli che avevano saputo- come PCI - che alcuni brigatisti arrestati aveva rivelato di essersi addestrati in loro campi paramilitari.Li scongiura di cessare questa connivenza suicida e per i rapporti fra i due paesi e per l’immagine internazionale dello stesso comunismo. I Cecoslovacchi nella figura del vicedirigente dell’Omp Uv Ksc- Comitato centrale del partito- colonnello Janku negano recisamente ovviamente tutto,oralmente e per iscritto.Di certo i campi paramilitari in Cecoslovacchia esistevano ma erano gestiti dai militari sovietici quindi dal GRU piuttosto che dal KGB…”

GRU

Il Burattinaio
Scusami se mi inserisco con una osservazione elementare.Se anche i brigatisti rossi si sono addestrati in questi campi,e non è detto sia successo davvero,non è proprio servito(sit venia verbis)a un cazzo.Hanno sempre sparato come dei cani, a via Fani l’unico mai catturato è stato l’unico a sparare bene per tutti..un tiratore scelto si dice assoldato da fuori.Ma a cosa servivano stì campi militari,mi chiedo.
“Prove provate del loro addestramento nei campi sovietici non ce ne sono,è vero.Però attenzione,non esageriamo dall’altra parte.Non descriviamo i brigatisti come dei poeti della rivoluzione,come squisiti intellettuali costretti quasi con orrore ad avvalersi delle armi che-il disgusto morale in loro era troppo forte- proprio non riuscivano ad usare.Il sequestro Moro d’accordo a sparare ad alto livello ci fu uno solo ma il sequestro Moro che vede la scorta fulminata e il Presidente uscirne illeso è un’operazione militare di altissimo livello.Non credo l’avessero imparata leggendo i Quaderni di Gramsci. “
In realtà Moro una forte ecchimosi in testa l’ebbe. Sembra,molte fonti lo sussurrano, non procurata da una pallottola di striscio ma dalla colluttazione con un suo familiare la mattina stessa. Lati inconfessabili e melanconici di una tragedia. Torniamo al tuo libro.Hai avuto il voraginoso privilegio di aprire per primo i dossier originali della Stasi sui capi della brigate rosse… nel dossieraggio ce n’era qualcuno di più corposo?non solo segnalativo di un riconosciuto passaggio ?
“Ti confesso che dossieraggio è un termine che detesto.Preferisco parlare di files, di schede,di documenti. “
Se vuoi possiamo definirli promemoria affettuosi.
“Schede. L’archivio della Stasi è infarcito di schede intestate alle brigate rosse.Le mie traduzioni sono tutte state controllate da un professore di lingua madre tedesca. Le schede sono moltissime,i fascicoli personali relativamente
pochi.Uno dei più corposi è quello intestato alla Barbara Balzarani la quale frequentando esponenti della RAF era controllata dall’antiterrorismo tedesco il quale a sua volta era..spiato dalla Stasi.Sono quindi documenti di rimbalzo,un vero e proprio gioco degli specchi,come in un pessimo romanzo di spionaggio. “


I Presidenti e il Presidente

Le coraggiose inchieste di Bonini e d'Avanzo
Ma mi sembra sia stato Borges a scrivere che la realtà al massimo riesce a essere un pessimo romanzo di spionaggio.Per quelli mirabolanti bisogna leggere Jan Fleming. O Bonini e d’Avanzo. A mio avviso i veri eredi di Jan Fleming e intrepidi scopritori dopo tanti anni del capo della Spectre: Silvio Berlusconi. Scusami però una vera pagina di Jan Fleming tu l’hai scritta davvero :quando hai avuto la faccia tosta di presentarti in toscana all’ex RAF Susann Mordhorst-che si insinuò fosse l’anello di collegamento tra la RAF e le Brigate Rosse- e le riveli documentalmente che la sua amica della RAF Brigitte Heinrich era in realtà una agente della Stasi. Fighissimo, scusami il vernacolare. Sono le cose che piacciono a me. A proposito:oggi la Mordhorst è una eccellente giornalista.Ha scritto una splendida Guida alla Val di Cecina.
“In effetti mi sono presentato all’improvviso,senza avvertire.Queste cose se avverti prima non si concretizzano di certo.La Mordhorst oggi vive in un rustico in cima a una collina dove dentro scorrazzano in libertà i conigli e le galline con una meravigliosa vista sulla Val di Cecina.Nessuno aveva una sua foto ma io la sua l’aveva datami dall’archivio centrale della Stasi.Una bellissima ragazza allora,ancora una bella donna adesso. Gentilissima,ospitale, l’ho vista sinceramente sbigottita di essere stata per anni oggetto dell’attenzione di mezzi servizi segreti d’Europa.Nega di aver partecipato attivamente alla RAF anche se conosceva Petra Krause e molti avvocati dei terroristi…in Toscana comunque hanno trovato ricetto molti ex della RAF. Sarà che a chi tanto ne ha distrutta quella millenaria serenità piace.”
Un altro voraginoso scenario che balza fuori dal tuo libro è una rilettura del 2 Agosto che fa tremare le vene ai polsi.
Come sai le vittime Familiari della Strage- templari accigliati di una verità unica e immodificabile -ironizzano su figure come Tomas Kram e l’ombra di Carlos. Qui però, ci rivela anche la tua ricerca, gli affiliati della famigerata banda di Carlos sulla scena del 2 Agosto iniziano ad esser un po’ troppi.Il 2 Agosto alloggiò al Jolly di Bologna anche la seguace di Carlos Christa Margot Frohlich che non molti mesi dopo verrà arrestata a Fiumicino mentre trasportava una valigia contenente esplosivo !nessun problema poi per il brigatista rosso Sandro Padula condannato all’ergastolo nel Moro Ter
Di sposarsela in successivo periodo !guarda caso anche qui abbiamo lo zampino della Stasi dato che nel 1994 il colonnello della Stasi Helmuti Voigt confessò di aver infarcito d’esplosivo il braccio destro di Carlos Jhoannes Weinrich… (sintomaticamente è proprio di queste ore-l’intervista è di diversi giorni fa- un impennarsi in questa direzione delle indagini con la richiesta del pm Cieri alla Stasi di tutti i documenti riguardanti Carlos dal 75 al 90,ndr)

“ Il rapporto tra Carlos e la strage del 2 agosto è un tassello molto delicato.Sappiamo che la Procura della Repubblica sta indagando e il pm Enrico Cieri è già andato a Parigi a interrogare Carlos e diverse volte a Berlino a consultare documenti nell’Archivio Centrale,aspettiamo l’evoluzione di questa indagine..è anche vero peraltro che nel libro prospetto una nuova pista indagativa…”

2 Agosto

Don Carlos
Quale pista scusa ?
“Una pista visibile puntando i fari su di un paesettino a nord di Parigi dove terroristi italiani e terroristi stranieri si incontrarono con i risultati che sappiamo .Non sono riuscito a provarlo ma ho una fonte di altissimo livello che me lo ha raccontato e di cui mi fido ciecamente. “
Ma scusa Antonio è una bomba-se mi passi il macabro gioco di parole-non potresti essere più esplicito ?
“Qui habes auduies audiendi audiat.Non sono io a questo punto ma la Procura a cui spetta di verificare la totale veridicità di quello che ho scoperto.”
Sarebbe la più definitiva clamorosa conferma di quali incredibili potenzialità racchiude il tuo piccolo ma ormai già storico libro.

Cristiano Lovatelli Ravarino

3 commenti:

  1. AI MAGISTRATI ITALIANI. CREDO SIA VENUTO IL MOMENTO DI PRENDERE POSIZIONE FORTE E CONSAPEVOLE.
    Ciao, o buongiorno, collega , sono Paolo Ferraro ,
    da tre anni conduco una vera e propria battaglia per la verità. Non sò se ti sia arrivata la eco delle denunce e dei fatti che riguardano in realtà tutti noi.
    ...............
    La vicenda di pubblico dominio anche internazionale, ormai, si collega inquivocabilmente anche alle vicende recenti sotto la ribalta.
    Vicende tra l'altro specificamente precedute anche da mie conferenze quali quella " Da Dallas alla scuola Morvillo Falcone di Brindisi".
    §§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§
    PAOLO FERRARO
    http://paoloferrarocdd.blogspot.it/p/ai-magistrati-italiani-credo-sia-venuto.html

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