sabato 18 agosto 2012

Deutsche Bank sotto inchiesta per riciclaggio


Deutsche Bank sotto inchiesta per riciclaggio negli Stati Uniti

Nuovi guai legali anche per le agenzie di rating Moody's e Standard & Poor's che dovranno comparire in giudizio con l’accusa di frode nella vicenda dei mutui subprime per aver assegnato valutazioni gonfiate a titoli venduti da Morgan Stanley e garantiti dai mutui spazzatura

di Redazione Il Fatto Quotidiano | 18 agosto 2012
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Anche Deutsche Bank finisce sotto inchiesta perriciclaggio. La banca tedesca, insieme ad altri tre istituti di credito europei di cui non si conoscono ancora i nomi, è infatti finita sotto la lente degli organi di vigilanza Usa – l’Ufficio del Tesoro per il controllo di asset esteri, la Federal Reserve, il Ministero della Giustizia e la Procura di New York - per un presunto riciclaggio di denaro sporco. 
Secondo quanto trapela da ambienti legali, le autorità di vigilanza americane si muoveranno con decisione contro il gruppo tedesco una volta chiuso definitivamente il caso Standard Chartered, la banca britannica accusata di aver nascosto 250 miliardi di dollari di transazioni con l’Iran, in barba alle sanzioni contro il regime di Teheran, e che nei giorni scorsi ha raggiunto un accordo con il Dipartimento Servizi Finanziari di New York, pagando una multa di 340 milioni di dollari. Il patteggiamento le ha consentito di mantenere la licenza per operare negli Usa.
Deutsche Bank non ha rilasciato nessun commento, ma ha precisato che “nel 2007 la banca prese la decisione di non fare più affari con i governi di Siria, Iran, Sudan e Nord Corea e mettere fine a tutti i rapporti esistenti con questi Paesi entro il limite legalmente possibile”.
Nuovi guai legali anche per le agenzie di rating Moody’s e Standard & Poor’s che dovranno comparire in giudizio con l’accusa di frode nella vicenda dei mutui subprime e, in particolare, per aver assegnato “rating gonfiati” a titoli venduti da Morgan Stanley e garantiti dai mutui subprime, dopo che il giudice distrettuale di New York, Shira Scheindlin, ha respinto il ricorso delle due agenzie di rating di liquidare il caso, accettando così la richiesta degli investitori istituzionali, avviata nel 2008, di citarle in giudizio.
I legali degli investitori, fra cui l’Abu Dhabi Commercial Bank, si sono detti “soddisfatti che il giudice dopo aver esaminato le prove ha riconosciuto il valore delle nostre accuse contro le agenzie di rating”. Sarà dunque una giuria di un tribunale di Manhattan a stabilire se le valutazioni assegnate da Moody’s e S&P alle obbligazioni garantite da mutui subprime erano “inappropriati”,traendo in inganno gli investitori. E dando un contributo importante alla crisi esplosa nel 2007 con effetti ancora oggi sotto gli occhi di tutti. 
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