mercoledì 8 agosto 2012

Stragi, Pappalardo: Ingroia ignora i mandanti eccellenti


La candela odorosa

Gen.Gallitelli

Si dice spesso che l’apparenza inganna. Solo l’apparenza o anche la parvenza? Dove sta la differenza? L’apparenza è ciò che è visibile, ma che può anche non essere corrispondente alla realtà. La parvenza è una vaga somiglianza, una lontana idea. Dell’apparenza, ma più spesso della parvenza si avvalgono i politici per ingannare il popolo, per tenerlo nell’ignoranza. 

Cristo bollò come indegni del regno dei cieli nel suo duro attacco gli scribi e i farisei, i progenitori di questa classe dirigente politica, incapace, insulsa e inetta, oltre che parassita e corrotta, che taluni prelati affiancano, scegliendo di stare con i potenti e non con i poveri, come faceva nostro Signore. Ecco perché costoro perdono credibilità. Sono lontani anni luce dal Maestro.
Sono solito, quando mi pongo davanti alla televisione, distendermi nel mio divano angolare. Non accadeva nulla, per me, di strano, quando mi sedevo alle sue punte. Invece, avveniva un qualcosa di insolito allorquando mi ponevo al centro dei due divani, nel punto in cui essi fanno angolo. 
Lì, per un fenomeno che non riuscivo a spiegarmi, avvertivo, non in modo continuo, un odore forte, penetrante, inspiegabile. Ho annusato il divano in tutte le sue parti, ma quell’odore scompariva magicamente. Non lo percepivo più.
Per più giorni feci le più strampalate riflessioni, giungendo persino a pensare ad un fenomeno collegabile a chissà quale altra dimensione.
Poi, un bel giorno, decisi di voltarmi e di guardare dietro le mie spalle. Vi era una candela odorosa, che non avevo voluto notare perché preso dalle apparenze e dalle parvenze. 
Così è il popolo italiano e così sono i popoli europei che non vogliono intendere che questa grave crisi economica e finanziaria, a livello mondiale, è stata volutamente causata per ridurre il sistema di vita del mondo occidentale a quello dei cinesi e degli indiani, che campano con pochi dollari al mese, lavorando per oltre 16 ore al giorno.
Si sono inventati la moneta unica, l’euro, con il cambio a 2000 lire. Una bestemmia. Ma ciò doveva servire per dimezzare stipendi e pensioni, non di certo i profitti delle holding di potere economico e finanziario. Ed oggi gli attuali statisti fanno finta di imprecare perché l’economia va a rotoli e l’euro è sotto un’indicibile tempesta.
Basterebbe dichiarare, tutti compatti, che l’anno prossimo si indirebbero le elezioni per istituite gli Stati Uniti d’Europa per far schizzare l’euro a livelli impressionanti con la conseguente compressione di tutte le altre economie, compresa quella cinese.
Ma ciò non si fa e si danno immagini false al popolo, parvenze di realtà.
Ma chi è stato il primo che ha gettato il fumo davanti ai nostri occhi? Ha un nome e cognome certi, perché costui è come la madre che è l’unica certa del figlio nato, non il padre. Si chiama Carlo Azeglio Ciampi, che nel 1993 partì con lo scellerato progetto di assoggettarci all’economia tedesca e all’arroganza delle banche, che ebbero campo aperto.
Zittì i sindacati, ammettendoli alla concertazione, anticamera di un consociativismo scellerato.
Zittì pure i mafiosi, che stavano terrorizzando il paese commettendo attentati in ogni parte del territorio nazionale, d’intesa con Scalfaro, all’epoca Presidente della Repubblica, che accettò di avviare trattative con la criminalità organizzata.
Ho inoltrato qualche giorno or sono una richiesta di avocazione delle indagini alla Procura Generale di Palermo, in quanto Ingroia indaga sugli esecutori, ma ignora i mandanti, che Claudio Martelli indica esplicitamente nei due Capi, dello Stato e del Governo dell’epoca: Scalfaro e Ciampi.
In tutto questo guazzabuglio, non comprendo il comportamento dell’attuale Comandante Generale dell’Arma, Leonardo Gallitelli, che vede infangati ufficiali dei Carabinieri del ROS, e quindi la stessa Arma, fatti apparire come unici responsabili, “punciuti”, di questa vergognosa vicenda e non interviene affermando che il ROS fece le trattative su “ordini” di alte, altissime Istituzioni della Repubblica.
Non solo: si è tenuto sul groppone per tanti anni al comando del ROS il Generale Ganzer (oggi andato in pensione), condannato a ben 14 anni di reclusione, non per aver pestato a sangue dimostranti, ma per reati ben più gravi collegati al traffico e allo spaccio di droga.
Abbiamo pensato dapprima che lo facesse per il grande rispetto che aveva nei confronti del suo capo corso in Accademia Militare. Ma tutto ciò era inammissibile se rapportato alle dure leggi interne dell’Arma, un corpo d’elite, che impongono di escludere chiunque da funzioni di comando anche per lievi condanne.
Perché allora Gallitelli si è comportato in cotale maniera? Ha una influenza il fatto che il ROS sia stato coinvolto nella trattative Stato-mafia, di cui poco si conosce all’esterno, ma di cui tanto sanno coloro che operano al suo interno?
Oltre alle responsabilità degli ufficiali dell’Arma, attualmente indagati, ve ne sono altre, per esempio di ufficiali che ricoprivano incarichi rilevanti al Comando Generale?
E ciò che ho chiesto alla Procura Generale di Palermo con l’avocazione delle indagini per scoprire ogni aspetto poco chiaro in tutta questa vicenda.
Attenzione: l’Arma è stata sospettata di avere organizzato negli anni ’60 un colpo di stato e quella macchia non si è ancora tolta del tutto. Questa vergognosa trattativa deve essere chiarita in pieno. 
L’Arma dei carabinieri nel 2014 festeggia i suoi 200 anni di fondazione, reali, non quelli fittizi delle altre forze di polizia, che si sono inventati natali dell’epoca della pietra. Sarebbe opportuno che ai suoi vertici vi fossero Generali al di sopra di ogni sospetto.
Perché le apparenze e le parvenze non debbono in alcun modo costituire patrimonio dell’Arma e ancor di più, dello Stato. 
Ci siamo voltati e abbiamo visto la candela: ciò che è realmente accaduto in quegli anni. Vogliamo chiarezza. E la magistratura dovrà essere inesorabile, non guardando in faccia nessuno.
Perché il popolo è ormai ad una svolta. E come a Norimberga furono processati crudeli nazisti, ma anche generali e magistrati, così accadrà per tutti coloro che hanno convissuto con questo potere e lo hanno sostenuto. 

       Antonio Pappalardo

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