sabato 13 ottobre 2012

Arezzo: 80enne denuncia i vertici Bankitalia

Arezzo/ Una 80enne denuncia 



i vertici della Banca Italia




Sabato, 13 ottobre 2012 - 09:42:00

di Fabio Frabetti, AFFARI ITALIANI

LA STORIA/ Dopo avere perso il marito, l'azienda e la casa, una signora di 80 anni, di Arezzo, ha deciso di denunciare i vertici della Banca Italia per una serie di gravi reati come l'istigazione al suicidio. Ad originare infatti la rovina economica di tutto quello che aveva costruito con tanta fatica ci sono le pesanti pratiche usurarie delle banche con cui aveva avuto a che fare...
La vedova si è rivolta a Maurizio Forzoni presidente dell'Associazione Sos Abusi, che ad Affaritaliani.it spiega: "Fu imbarazzante scoprire che l'azienda aveva corrisposto alle tre banche con cui aveva operato, interessi di natura usuraria, con dei tassi che variavano dal 60% annui al200-300% annuo..."


Dopo avere perso il marito, l'azienda e la casa dove viveva dal 1970 una signora di 80 anni ha deciso didenunciare i vertici della Banca Italia per una serie di gravi reati come l'istigazione al suicidio. Ad originare infatti la rovina economica di tutto quello che aveva costruito con tanta fatica ci sono le pesanti pratiche usurarie delle banche con cui aveva avuto a che fare.
TANTO LAVORO, TROPPI DEBITI - Siamo ad Arezzo, terra dell'oro ed è proprio in questo settore che la signora e il marito avevano tirato su una bella azienda che dava lavoro a una ventina di persone ed era conosciuta in Italia ed all'estero per la produzione di pregiati monili rivolti prevalentemente ad una fascia medio-alta. Malgrado il lavoro non mancasse la famiglia non riusciva a ripianare i propri debiti: moglie e marito non si capacitavano che nonostante le 10-11 ore di lavoro giornaliero la loro azienda rimasse incagliata come una macchina che corre con il freno tirato.
Nel 2003 l'azienda orafa non riesce più a far fronte ai propri impegni e viene fatta fallire. E qui inizia una vera e propria odissea: piovono decreti ingiuntivi delle banche creditrici, precetti e pignoramenti che si propagano alla casa costruita dal marito della signora, nel frattempo deceduto drammaticamente in un incidente stradale.
INTERESSI ASTRONOMICI - La situazione sembra irreversibile e ormai disperata, così la vedova si rivolge aMaurizio Forzoni presidente dell'Associazione Sos Abusi che in poco tempo ricostruisce una situazione che ha dell'inverosimile:  «Ci facemmo portare gli estratti conto e ci mettemmo al lavoro – racconta Forzini adAffaritaliani -  fu imbarazzante scoprire che l'azienda aveva corrisposto alle tre banche con cui aveva operato,interessi di natura usuraria, con dei tassi che variavano dal 60% annui al 200-300% annuo. L'azienda della signora e del marito, dal 1990 al 2002, ha pagato, nelle tre banche che oggi sono incriminate per usura, esattamente  1.439.332,67 euro di interessi. La gran parte, circa 900.000 euro, non erano dovuti  perché  di natura usuraria.  Ovviamente  questa  somma  rappresenta  il  danno  nudo  e  crudo,  a  tale  somma  andrà aggiunto il maggior danno all'attività di impresa che abbiamo quantificato in circa un milione e mezzo di euro oltre agli interessi legali e alle rivalutazioni monetarie. In più uno degli istituti bancari oggi incriminati per usura nel 2000 ha concesso un mutuo che è stato accreditato in uno dei conti correnti dove sono stati rilevati i tassi di usura e in soli cinque giorni, l'intera somma di un miliardo di vecchie lire  è stata spartita per ripianare debiti inesistenti in tutte e tre le banche.  Lo scopo del mutuo, cioè quello di acquistare macchinari per circa 400 milioni di lire in pratica non è stato realizzato».
DENUNCE PESANTI - La situazione in cui oggi vive la signora è drammatica: la  sua casa dove viveva da 40 anni è stata messa all'asta e in estate in modo piuttosto brutale è stata sbattuta fuori di casa. Oggi vive con grandi difficoltà in un'altra abitazione, è malata e soffre di depressione: percepisce una pensione sociale di 610 euro e ne deve pagare 550 di affitto. Il paradosso è che mentre la banca in questione è imputata per usura in un procedimento penale si è permesso allo stesso istituto di credito di procedere con un'esecuzione immobiliare sulla quale gravano pesanti sospetti di usura che presto potrebbero essere accertati da un tribunale. «Quel mutuo era quindi nullo – prosegue Forzoni - e il titolo con cui la banca ha proceduto alle esecuzioni immobiliari non è valido, e non è nemmeno valida l'ipoteca iscritta sull'immobile oggi venduto e trasferito agli aggiudicatari, come dimostra ormai la consolidata giurisprudenza della Cassazione. Noi andremo avanti con la causa per il risarcimento dei danni  nel frattempo abbiamo anche denunciato di nuovo gli istituti di credito coinvolti, gli aggiudicatari dell'abitazione ed i vertici della Banca d'Italia per gravi reati come  favoreggiamento, omessa vigilanza, usura, ricettazione, estorsione e istigazione al suicidio: sbattere violentemente fuori di casa una signora che aveva già perso tutto equivale davvero a spingerla verso un gesto disperato. Le denunce sono state presentate alla Procura di Arezzo, alla Corte d'Appello di Firenze ed alla Procura Generale Antimafia. Noi abbiamo  tutte le carte in regola per farle ottenere giustizia, ma quando? Non scordiamoci che la signora ha 80 anni e tutto quello che ha patito e sta patendo le ha procurato un danno che nessun tribunale potrà mai quantificare»

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