Cornuti e mazziati
http://www.antoniodipietro.it/2012/03/cornuti-e-mazziati?mllt
I dati Istat diffusi due giorni fa dicono che nel 2011 l’Italia è andata molto peggio che nel 2010. La crescita è stata dello 0,4% invece dell’1,8%. Cioè se si considera l’intero anno non c’è stata nessuna crescita. Se invece si considerano gli ultimi trimestri, la situazione è più grave perché le cifre del Pil stanno andando all’indietro. La crescita è sotto zero. Come si dice in gergo tecnico, l’Italia è in recessione.
In compenso il rapporto deficit/Pil l’anno scorso è andato meglio dell’anno prima. E’ un po’ come se in una famiglia gli introiti diminuissero ma il bilancio andasse meglio di quando entravano più soldi.Com’è possibile? Semplice. Vuol dire che si è speso molto di meno, tanto da compensare le minori entrate.
Solo che quelle “spese in meno” non sono state tagli agli sprechi, diminuzioni degli stipendi d’oro dei manager pubblici, bastonate ai privilegi della casta. Magari fosse. Invece sono stati i soliti tagli alla spesa sociale, cioè all’istruzione, alla sanità, ai trasporti, alla ricerca. Così sono state colpite le stesse fasce sociali che già pagano la mancata crescita. Quelle tra cui si contano, sempre secondo i dati Istat, quasi due milioni e mezzo di disoccupati, che fra i giovani diventano oltre il 31%. Cornuti e mazziati.Colpiti dalla recessione e poi affondati da politiche di rigore che portano il segno dell’iniquità stampato sopra.
Queste erano le politiche del governo Berlusconi, dato che parliamo di dati del 2011, e queste sono le politiche del governo Monti. Né l’uno né l’altro hanno saputo far niente per risolvere davvero il problema della crisi italiana, che è appunto riprendere a crescere e non far pagare sempre più tasse e tagliare sempre più spese sociali
In questa situazione, che il governo ancora pensi di mettere in testa alla propria lista delle misure urgenti un provvedimento assolutamente inutile ai fini della crescita e dannosissimo ai fini della coesione sociale come la riforma dell’art. 18 equivale a una dichiarazione pubblica d’incapacità e di impotenza. Significa cercare di nascondere la polvere sotto il tappeto invece che ripulire davvero la casa.
Spero che il ministro Fornero, che oggi ha scritto una lettera di due pagine alla Stampa senza dire nulla di chiaro e preciso su come pensi di far ripartire la crescita, se ne renda conto. Ma dal momento che in quella lettera cita più volte come modello la Germania, le voglio ricordare che in Germania gli stipendi dei lavoratori sono quasi il doppio dei nostri, sia come quantità che come potere d’acquisto reale, e che in Germania, in una situazione come questa, nessuno si sognerebbe di eliminare elementi di garanzia per i lavoratori come è da noi l’art. 18 o di ipotizzare l’eliminazione della cassa integrazione straordinaria. Per questo, se il governo Monti volesse proseguire con la sua iniqua riforma del lavoro,l’opposizione sociale e i lavoratori avrebbero ben ragione a farsi sentire e noi dell’Italia dei Valori saremmo, come sempre, al loro fianco.
In compenso il rapporto deficit/Pil l’anno scorso è andato meglio dell’anno prima. E’ un po’ come se in una famiglia gli introiti diminuissero ma il bilancio andasse meglio di quando entravano più soldi.Com’è possibile? Semplice. Vuol dire che si è speso molto di meno, tanto da compensare le minori entrate.
Solo che quelle “spese in meno” non sono state tagli agli sprechi, diminuzioni degli stipendi d’oro dei manager pubblici, bastonate ai privilegi della casta. Magari fosse. Invece sono stati i soliti tagli alla spesa sociale, cioè all’istruzione, alla sanità, ai trasporti, alla ricerca. Così sono state colpite le stesse fasce sociali che già pagano la mancata crescita. Quelle tra cui si contano, sempre secondo i dati Istat, quasi due milioni e mezzo di disoccupati, che fra i giovani diventano oltre il 31%. Cornuti e mazziati.Colpiti dalla recessione e poi affondati da politiche di rigore che portano il segno dell’iniquità stampato sopra.
Queste erano le politiche del governo Berlusconi, dato che parliamo di dati del 2011, e queste sono le politiche del governo Monti. Né l’uno né l’altro hanno saputo far niente per risolvere davvero il problema della crisi italiana, che è appunto riprendere a crescere e non far pagare sempre più tasse e tagliare sempre più spese sociali
In questa situazione, che il governo ancora pensi di mettere in testa alla propria lista delle misure urgenti un provvedimento assolutamente inutile ai fini della crescita e dannosissimo ai fini della coesione sociale come la riforma dell’art. 18 equivale a una dichiarazione pubblica d’incapacità e di impotenza. Significa cercare di nascondere la polvere sotto il tappeto invece che ripulire davvero la casa.
Spero che il ministro Fornero, che oggi ha scritto una lettera di due pagine alla Stampa senza dire nulla di chiaro e preciso su come pensi di far ripartire la crescita, se ne renda conto. Ma dal momento che in quella lettera cita più volte come modello la Germania, le voglio ricordare che in Germania gli stipendi dei lavoratori sono quasi il doppio dei nostri, sia come quantità che come potere d’acquisto reale, e che in Germania, in una situazione come questa, nessuno si sognerebbe di eliminare elementi di garanzia per i lavoratori come è da noi l’art. 18 o di ipotizzare l’eliminazione della cassa integrazione straordinaria. Per questo, se il governo Monti volesse proseguire con la sua iniqua riforma del lavoro,l’opposizione sociale e i lavoratori avrebbero ben ragione a farsi sentire e noi dell’Italia dei Valori saremmo, come sempre, al loro fianco.
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