C’è qualcosa di nuovo, anzi d’antico, nel mondo letterario.
La novità sta nel saper raccontare una avvincente storia romanzata partendo dal mondo dell’economia.
Già, proprio l’economia, questa scienza fredda e asettica, ha dato vita a una cosa palpitante e piena di ritmo come un romanzo.
Il merito è tutto di Cosimo Massaro, giovane autore salentino, che è riuscito nella difficile operazione di quadratura del cerchio, rispondendo con successo alla fatidica domanda: se l’arte è per definizione fantasia e creatività (spesso declinate in finzione) come si può creare partendo da una scienza esatta?
Signori, si può.
Si può, perché oggi l’economia non è più esatta come potrebbe pensarsi.
Oggi, infatti, non contano più le cose da produrre, ma i c.d. prodotti finanziari dietro i quali dietro c’è quasi sempre il nulla, il vuoto, la c.d. “bolla”.
Il più delle volte il prodotto finanziario rappresenta per l’uomo, nella new economy di oggi, la possibilità di vivere con un tenore di vita dopato, al di sopra delle proprie possibilità, perché si pensa di avere dei soldi che non si vedono mai, o perché non ci sono per nulla sotto quel titolo o perché sono di altri.
L’uomo però fa finta che i soldi ci siano e così spende e spande…fino al trauma di scoprire l’amara (e misera) verità.
Per uno sviluppo economico che, come diceva Pasolini, non è vero progresso, ma mera ed effimera infatuazione finanziaria.
Così, oggi l’economia ci consente di vivere fuori dalla realtà, in un mondo di pura apparenza.
Tanto che, con ridicola espressione, oggi si parla di “finanza creativa”.
Quindi non è poi tanto scandaloso pensare di coniugare le ondivaghe regole dell’arte letteraria con quelle rigorose della scienza economica.
“La moneta di Satana” è un giallo sul fenomeno economico del signoraggio, problema atavico che costringe i cittadini di ogni Stato che abbia (come il nostro, come tutti) rinunciato alla sovranità monetaria, che gli spetterebbe per diritto acquisito, a doversi sobbarcare un debito pubblico immane.
E’ la prima volta che vedo nella mia carriera di critico letterario un romanzo giallo che non abbia come assassino solo una persona fisica, ma addirittura una categoria concettuale economica, che permea di sé l’intera struttura narrativa aleggiando come un’ombra su tutta la trama.
Si tratta di un giallo, certo, ma in agguato c’è sempre il noir, perché c’è un colpevole classico che si conosce sin dall’inizio, ma anche un colpevole inaspettato che, con un finale mozzafiato, si svela solo alla fine.
Ed è una trama, dicevo, dal ritmo molto originale che intervalla un’esposizione tranquilla, quasi professorale, (quando i personaggi si raccontano e si spiegano l’un l’altro la bella e originale teoria economica del Prof. Auriti, quella sul signoraggio, appunto) con vertiginosi inseguimenti alla Indiana Jones.
Dunque si alternano sapientemente lezioni di economia monetaria a intrecci drammatici molto intensi; il tutto condito da illuminanti citazioni di storici ed economisti e sempre…con il cuore che batte.
Le lezioni di economia monetaria sono dunque quelle che il compianto prof. Auriti (nomen omen), docente di diritto e tra i fondatori della facoltà di giurisprudenza dell'università di Teramo, elaborò a proposito della grave abdicazione, tuttora attualissima, da parte degli Stati cosiddetti moderni, alla loro sovranità monetaria.
Con conseguente, inesorabile, inarrestabile accollo a carico dei cittadini di un debito pubblico, costituito dal fatto di “pagare” (con interessi al limite dell’usura) una moneta che in realtà è la loro; debito, quindi, che dovrebbe costituire un loro credito.
Dicevo…c’è qualcosa di nuovo nel mondo dell’editoria, ma anche d’antico.
L’antico consiste in quel bel fenomeno che si rinnova ogni qualvolta un Autore, con timbri letterari e codici espressivi sapienti ed efficaci, consegna al variegato, ma non sempre affidabile, universo del libro un testo il cui ritmo narrativo continuerà a battere come un tam tam nella testa dei lettori anche molti giorni dopo aver chiuso la quarta di copertina. Un testo che farà venir voglia a chi lo sta leggendo di tornare a casa di corsa per ultimarne la lettura.
Questo Autore è Cosimo Massaro.
Signore e signori, in tempi di tristi mutui e apocalittiche crisi finanziarie, finalmente qualcuno che ci concede un’apertura di credito verso lo stupore, per un investimento emotivo di brividi e suspence. Coinvolgendoci in un “interesse” che non sarà solo il prezzo di una somma di danaro (come ormai siamo purtroppo abituati a pensare), ma il valore aggiunto delle nostre circonvoluzioni mentali quando esse saranno stimolate dalla lettura di pagine che costituiranno una festa per le nostre palpebre, ma anche per i nostri cervelli e i nostri cuori.
Il motore di ricerca per Cosimo Massaro non è il solito “Google”, ma l’intensità, l’emozione.
Il poeta Roversi diceva che “lo scrittore normalmente parla di sé, ma il bravo scrittore parla anche di me”.
E’ anche per questo che pensavo, mentre leggevo “La moneta di Satana”, che Cosimo Massaro è davvero un bravo scrittore.
Salvatore Cosentino
(Procuratore Reggente presso il Tribunale di Locri e Critico Letterario).
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