ISTITUIAMO CAMPI DI CONCENTRAMENTO PER BANCHIERI
di Salvatore Tamburro
La mia proposta di istituire dei campi di concentramento per banchieri può sembrare troppo dura o spietata per le persone benevole e sempre pronte ad essere misericordiose verso il prossimo, ma io non appartengo a questa categoria di individui.
Rispetto la legge, non evado il fisco, al massimo prendo qualche multa per divieto di sosta, ma è contro la mia morale arrecare danno ad altri esseri viventi.
Questo stile di vita, però, non appartiene ai "banchieri", in particolare mi riferisco ai banchieri internazionali che dirigono la politica monetaria nazionale ed mondiale, non di certo i miei attacchi sono rivolti a direttore della filiale bancaria sotto casa che molto spesso è completamente ignaro del reale meccanismo che regola l'economia internazionale.
I banchieri sono colpevoli di gestire la politica monetaria della maggior parte dei Paesi che adesso giaciono in recessione economica, livelli record di disoccupazione, iperinflazione, livelli record diimposizione fiscale e di debito pubblico. Tutti reati, molti dei quali compiuti nella più completa indifferenza delle leggi costituzionali vigenti, che provocano malessere sociale, suicidi di padri di famiglia, impossibilità di sperare in un futuro più roseo per l'avvenire dei propri figli o nipoti.
Ecco perchè i banchieri, colpevoli di questi crimini, non meritano a mio avviso alcune misericordia e dovrebbero essere immediatamente internati all'interno di campi di concentramento creati ad hoc e destinati allo svolgimento di lavori pesanti.
Di sicuro avrebbe un'utilità sociale maggiore vedere personaggi infimi come Mario Draghi, Mario Monti, Van Rompey e tanti altri, occuparsi della bonifica di edifici o terreni agricoli, anzichè proporre le loro ricette di "austerity" che privano i popoli di un futuro, mentre, grazie alle privatizzazioni, accrescono i profitti delle multinazionali "amiche" dei banchieri.
I campi di concentramento, nella storia dell'umanità, sono invenzioni spesso folli o degenerate, razziste o atte a placare e censurare dissidenti politici: i Gulag creati da Lenin per internare dissidenti, nemici del regime sovietico e persone non politicamente affidabili, i campi coloniali creati da Mussolini, i lager nazisti ad opera di Hitler per detenere ebrei, zingari, uomini e donne omosessuali, prigionieri di guerra e dissidenti politici, oppure quelli della Repubblica Popolare Cinese, più noti come "Laogai", oppure quelli cronologicamente più recenti creati nel 2002, negli Stati Uniti, sotto l'amministrazione Bush, finalizzato alla detenzione di prigionieri catturati in Afghanistan, oppure quelli scoperti nel 2002-2003 in Polonia ad opera della Cia dove presunti esponenti di Al Qaeda venivano imprigionati e interrogati impiegando metodi vicini alla tortura, il tutto con il consenso delle autorità polacche democraticamente elette.
Parliamo di strutture create molto spesso per placare i nemici politici o scaturenti da idee folli.
La mia idea, invece, propone di internare i banchieri che hanno già realizzato gravi crimini contro l'umanità, le cui conseguenze, anche se venissero bloccati in questo momento, si riperquoterebbero ancora per anni, figuriamoci pensare di lasciarli liberi di agire indisturbati ancora per altro tempo.
Del resto la mia proposta è di gran lunga più magnanima dell'economista Nouriel Roubini che paventa un 2013 con banchieri impiccati ai lampioni; almeno nei "campi di concentramento per banchieri" questi ultimi potrebbero espiare le loro colpe (leggasi: crimini) nel tempo, facendo anche dei lavori socialmente utili.
Ovviamente non mi opporrei all'ingresso in codesti campi di concrentramento non solo ai banchieri, ma anche a tutti quei politici che, servi dell'oligarchia bancaria, hanno permesso a tali criminali internazionali di agire indisturbati, favorendo i loro affari personali a danno della collettività.
Nel 2007 quando scoppiò la "crisi dei mutui sub-prime" molte banche furono soccorse dagli Stati con soldi pubblici (quindi di noi cittadini) e nazionalizzate; molte di queste banche che furono nazionalizzate, attraverso la complicità tra banchieri e politici di turno, sono state ricapitalizzate e ritornate come nuove nelle mani dei vecchi proprietari, i quali però nazionalizzano solo le perdite, non gli utili che finiscono molto spesso su un conto corrente in qualche paradiso fiscale, all'oscuro del fisco e grazie alla complicità delle Stanze di Compensazione.
Dal 2007 ad oggi la lezione non è servita a nulla: le banche continuano a rischiare il denaro dei correntisti in operazioni finanziarie che spesso si rivelano fallimentari, chiedono l'aiuto pubblico per scongiurare il caos tra i correntisti e i politici di turno intervengono iniettando liquidità nelle casse di quella banca che viene nazionalizzata sulle spalle dei contribuenti finchè, una volta che la tempesta sia passata, l'istituto di credito ritorna nelle mani dei vecchi proprietari.
Ovviamente questo sistema avviene solo con le banche.
Se siete imprenditori e avete una società con 20-30 dipendenti ed procedere ad investimenti errati o subite un calo della domanda, fattori che vi stanno portando al fallimento, provate a chiedere allo Stato se possa intervenire finanziando le vostre casse, anche temporaneamente, e vi ritroverete spediti direttamente in qualche clinica, sottoposti d'urgenza a trattamento sanitario obbligatorio.
Adesso nel 2012 siamo alla "crisi dei debiti pubblici, debiti che sono stati fatti a loro volta dagli Stati per salvare le banche in difficoltà; il risultato: molte banche sono salve dalla bancarotta, mentre gli Stati per fronteggiare l'insolvenza sono obbligate a imporre ai cittadini misure di austerità (come tagli dei salari e feroci privatizzazioni) e aumento della pressione fiscale, con la conseguenza che la collettività si dirige verso un baratro senza ritorno, mentre l'oligarchia bancaria ha triplicato i suoi profitti anche in tempo di "crisi". Non soprendetevi, poichè tanto è tutto organizzato ad hoc: "Non è crisi, è truffa!"
Salvatore Tamburro
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