L’Euro è una truffa
10 LUGLIO, 2012 di ALBERTO MORI in TEORIA DEL COMPLOTTO
In merito all’interrogazione dell’europarlamentare Marco Scurria, è giunta la risposta da parte dell’Unione Europea: l’Euro è una truffa.
Dopo una prima interrogazione parlamentare dell’Onorevole Mario Borghezio, riguardante la proprietà giuridica dell’euro, il 16 giugno 2011 la commissione europea, nella persona di Olli Rehn, aveva risposto che le banconote appartengono al momento della loro emissione, all’Eurosistema e quando messe in circolazione, al titolare del conto sul quale sono addebitate.
Sciogliendo l’arcano mistero della terminologia puramente tecnica usata dal commissario europeo, le banconote sono in realtà proprietà dell’Eurosistema, così come riportato in tutte le lingue sulle stesse (Banca Centrale Europea).
In conseguenza di questa prima risposta, Marco Scurria chiede alla Commissione in base all’articolo 17, risposta scritta E-000302/2012, su quale sia la vera natura giuridica dell’euro ed ecco giungere la risposta che conferma quanto sospettato già dal professor Giacinto Auriti: siamo stati truffati.
Il Sistema europeo delle banche centrali che è l’unione della BCE e della BCN, potrà sopravvivere finché esisteranno Stati membri dell’Unione Europea che non appartengono all’aerea dell’euro.
Per tanto le BCN (Banche centrali nazionali) che si occupano della coniatura dei biglietti monetari, non si impossessano solo del costo, ma anche del valore riportato sulla banconota, quindi se stampare un biglietto da 50 euro costa 0,15 centesimi, la Banca centrale nazionale, si approprierà non solo degli 0,15, ma anche dei 50 euro.
Per tanto le BCN (Banche centrali nazionali) che si occupano della coniatura dei biglietti monetari, non si impossessano solo del costo, ma anche del valore riportato sulla banconota, quindi se stampare un biglietto da 50 euro costa 0,15 centesimi, la Banca centrale nazionale, si approprierà non solo degli 0,15, ma anche dei 50 euro.
Riferendosi all’articolo 128 del trattato sul funzionamento dell’UE, la Commissione, in data 12 Marzo 2012, risponde che l’Unione Europea stessa costituisce la base giuridica che disciplina l’emissione dell’euro, sia banconote che monete, da parte dell’Eurosistema. Successivamente all’emissione delle banconote e delle monete, la proprietà è sottoposta alle regole della legislazione nazionale in vigore al momento dello spostamento delle banconote al nuovo proprietario, quindi quando saranno addebitate sul conto corrente bancario o si effettuerà uno scambio delle stesse.
Il commissario Rehn ribadisce quanto precedentemente risposto all’onorevole Borghezio e cioè che L’Eurosistema è il proprietario al momento della “creazione” delle banconote, cosa che ha costi zero e che invece il nuovo proprietario delle banconote, lo diventa solo nel momento in cui si indebita. Olli Rehn si appella all’articolo 128 del Trattato sul funzionamento dell’UE, dove il comma 1 afferma che la BCE è l’unica ad poter autorizzare l’emissione di banconote e monete euro all’interno dell’UE e che sia la BCE e la BCN possono emetterle, ma che altresì sono le uniche a poter emettere denaro che abbia valore legale all’interno dell’Unione Europea. Quindi da quanto esplicitamente espresso nel comma 1 del succitato articolo 128, non si evince assolutamente che la proprietà giuridica delle banconote in euro emesse appartenga all’Eurosistema, ma piuttosto che solo BCE può autorizzare la stampa e l’emissione dei biglietti monetari a sé e alla BCN e anzi, come sancito nel Trattato di Maastricht, ne deve controllare l’inflazione in tutta la zona euro. Per tanto non si fa assolutamente menzione che l’Eurosistema abbia diritto di addebitare l’euro al proprietario del conto corrente, diritto di cui si appropria senza alcun diritto.
Ecco quindi giungere conferma di quanto precedentemente sostenuto dal cattedratico Giacinto Auriti e direttamente dalla Commissione Europea: le BCE e BCN si appropriano illegalmente del valore delle banconote europee, perché emettono solamente addebitando e prestando, senza tener conto che prestare è una prerogativa che appartiene solo al proprietario.
Infatti il professor Auriti, aveva già sporto denuncia contro la Banca d’Italia per vari reati: usura, truffa …
Secondo l’illustre insegnante dell’Università di Teramo, il denaro è l’attuale mezzo con il quale il il popolo effettua scambi ed interagisce, creando il mercato, cioè scambiando servizi e prodotti frutti del lavoro, quindi il denaro deve essere esclusivamente di proprietà di chi lavora, cioè dei cittadini. Coloro che si appropriano del valore della moneta, traggono degli illeciti vantaggi dal lavoro del popolo, speculando sugli sforzi e sul lavoro degli altri pretendendo chiedendo che siano pagati loro gli interessi sul prestito concesso.
Oggi l’Europa intera paga sulla pelle di tutti i cittadini per questa grande truffa, con una crisi in realtà indotta dal gioco di usura creato dall’ Eurosistema.
Ecco quindi giungere conferma di quanto precedentemente sostenuto dal cattedratico Giacinto Auriti e direttamente dalla Commissione Europea: le BCE e BCN si appropriano illegalmente del valore delle banconote europee, perché emettono solamente addebitando e prestando, senza tener conto che prestare è una prerogativa che appartiene solo al proprietario.
Infatti il professor Auriti, aveva già sporto denuncia contro la Banca d’Italia per vari reati: usura, truffa …
Secondo l’illustre insegnante dell’Università di Teramo, il denaro è l’attuale mezzo con il quale il il popolo effettua scambi ed interagisce, creando il mercato, cioè scambiando servizi e prodotti frutti del lavoro, quindi il denaro deve essere esclusivamente di proprietà di chi lavora, cioè dei cittadini. Coloro che si appropriano del valore della moneta, traggono degli illeciti vantaggi dal lavoro del popolo, speculando sugli sforzi e sul lavoro degli altri pretendendo chiedendo che siano pagati loro gli interessi sul prestito concesso.
Oggi l’Europa intera paga sulla pelle di tutti i cittadini per questa grande truffa, con una crisi in realtà indotta dal gioco di usura creato dall’ Eurosistema.
si può proporre la questione all'alta corte di giustizia europea ?
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