lunedì 12 marzo 2012

Banca batte cliente 17 a 0


Banca batte cliente 17 a 0. Rendimenti 0,05%, tasso a chi va in rosso 17


ROMA – La banca batte il cliente 17 a 0. Parliamo di uno “spread” che tutti gli italiani alle prese con un conto corrente conoscono fin troppo bene. Parliamo della differenza tra tassi attivi e passivi, cioè tra il rendimento dei depositi e il tasso di interesse applicato a chi va in rosso. La forbice, la distanza è questa: 0,05% il rendimento, 17,35%  quello che si piglia la banca quando sfori. I dati, aggiornati al 9 marzo di quest’anno, sono stati elaborati sulla media dei primi sei istituti di credito italiani.

E’ chiaro che la banca, non essendo un’associazione caritatevole, si cauteli dai rischi e imponga tassi che garantiscano dei profitti. Anche in relazione al maggior lavoro cui è obbligata dal cliente non ineccepibile nei prelievi. Sul Corriere della Sera, tuttavia, viene mostrato in dettaglio l’entità di questa cautela dove a incidere, più che i tassi, risultato in definitiva delle leggi sulla domanda e l’offerta, sono soprattutto le commissioni bancarie sullo sconfino. Lo studio della Bocconi che ha monitorato la situazione ne ha contati di tutti i tipi, una varietà incredibile, che in comune, spesso, hanno solo l’opacità con cui vengono somministrate. Mancano di trasparenza e di aderenza all’effettiva necessità di coprire il rischio. Le commissioni sul massimo scoperto erano state abolite: sono tornate mascherate con nomi quali “Commissione Manca Fondi”, “Commissione Immediata Disponibilità Fondi” ecc.
Se si sconfina di 500 euro per un solo giorno, lo scoperto di conto costa 50 euro. Ogni banca si regola come vuole. La Cassa di Risparmio di Saluzzo aggiunge 15 euro al giorno a chi sfora di 250 euro, ai 70 comunque dovuti a trimestre. Unicredit chiede 2,25 euro al giorno, ogni mille di rosso (con il limite di 150 euro a trimestre) per gli sconfini sopra i 50 euro. In generale paga di più chi non ha un fido. Al punto che è consigliabile chiederlo e, invece di andare in rosso, preferire l’apertura di un prestito con tassi inferiori. Comunque un ginepraio, lo qualifica il Corriere: è impossibile capire quanto si spenderà per un eventuale sconfino. L’obiettivo ideale, dicono gli esperti della Bocconi, sarebbe indicare un tasso per lo sconfino ed attenersi a quello, alto o basso che sia. L’importante è che sia chiaro, in modo da poterlo comparare in vista di una scelta tra offerte documentate. La commissione va compresa nel tasso e le commissioni vanno abolite.
Su questo verte la battaglia in Parlamento. Le banche sono sul piede di guerra, non vogliono rinunciare a una forma di retribuzione sugli scoperti. I “riformatori” sostengono che quella retribuzione resta, ma deve essere trasparente, anche perché il problema di non arrivare a fine mese riguarda una platea vastissima di clienti.

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