Bpm e la cupola del credito: «Mazzette per 5,7 milioni»
di Stefano Elli e all'interno approfondimento di Antonio Quaglio
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-05-29/cupola-credito-142413.shtml?uuid=AbRYfGkF
Una politica di erogazione dei crediti personalistica, gestita in modo autoreferenziale, spesso in spregio dei controlli e delle funzioni interne della Banca popolare di Milano.
E non precisamente disinteressata: visto che si parla di mazzette per 5,7 milioni di euro. Questo, in estrema sintesi, il quadro delle accuse formulate dalla procura di Milano che hanno portato in carcere l'imprenditore del settore slot machines Francesco Corallo e hanno segregato agli arresti domiciliari, l'ex presidente della Banca popolare di MilanoMassimo Ponzellini e il faccendiere consulente Antonio Cannalire.
La misura restrittiva a carico del banchiere, nonché attuale presidente di Impregilo, è certo temperata dalle dimensioni della sua abitazione bolognese, definite dallo stesso Ponzellini, «generose». Forse non all'altezza del Hyatt hotel di Milano, dove Ponzellini era solito soggiornare nelle non infrequenti trasferte milanesi.
Sono numerose le operazioni che sono finite dapprima al setaccio degli ispettori di Banca d'Italia in una verifica che si è conclusa il 4 marzo del 2011 e i cui esiti sono stati trasmessi alla procura di Milano nel giugno successivo.
I Pm che seguono il fascicolo sono due specialisti: Roberto Pellicano e Mauro Clerici. Il primo è lo stesso Pm che ha indagato Ponzellini per un'altra vicenda spinosa: quella che ha al centro il bond convertendo 2008-2013 che ha causato perdite rovinose a migliaia di clienti della Banca popolare di Milano. Con Ponzellini, il suo braccio destro Cannalire e Corallo, figlio di Gaetano, uomo d'affari vicino al clan catanese di Nitto Santapaola, già condannato per associazione a delinquere (non di stampo mafioso) sono finiti sotto inchiesta anche il fiduciario di Ponzellini, il commercialista bolognese Guido Rubbi l'ex direttore generale della Bpm Enzo Chiesa e Marco Milanese, ex braccio destro dell'ex ministro dell'Economia Giulio Tremonti, al centro di altre vicende giudiziarie seguite dalla procura di Napoli e da quella di Roma.
L'impressione che si ricava dalla lettura dell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip Cristina De Censi è quella dell'esistenza di una vera e propria cupola che in piazza Meda apriva e chiudeva a proprio insindacabile arbitrio i rubinetti del credito a favore di imprenditori legati alla politica, se non direttamente a uomini politici, scavalcando sistematicamente gli organismi della banca che all'erogazione del credito sono preposti. In qualche caso, addirittura, minacciando apertamente di licenziamento i funzionari recalcitranti.
In questa chiave di lettura un ruolo del tutto peculiare era quello svolto da Cannalire. Un consulente esterno e dunque estraneo agli organici ufficiali della banca, che di fatto agiva come un manager dotato di amplissimi poteri, vero braccio destro di Ponzellini e ufficiale di collegamento con i poteri romani legati prevalentemente allo schieramento di Centro destra.
I fatti contestati dai pm si riferiscono al periodo che va dal 2009 al 2011 e riguardano tra l'altro proprio un finanziamento di 150 milioni di euro di cui 105 per cassa erogato al gruppo Atlantis-Bplus. Un finanziamento che da subito ha suscitato forti perplessità in alcuni consiglieri di amministrazione, anche in quanto sull'effettiva titolarità del beneficiario effettivo della società, una società con sede a St Marteens, paradiso fiscale off shore.
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