Hollande e il mondialismo
di Ida Magli
ItalianiLiberi | 07.05.2012
ItalianiLiberi | 07.05.2012
In Italia si parla pochissimo, anzi per nulla degli “ideali” mondialisti che albergano nel mondo anglosassone fiancheggiato dall’Europa. Il termine “ideale” va preso nel suo significato concreto: è l’aspirazione, il desiderio, la meta di tutti coloro che si occupano di economia, di finanza, di Borsa, di banche. Il motivo è evidente: per fare qualsiasi operazione bisogna prima ridurre al minimo comune denominatore. Questo minimo comun denominatore nell’ambito degli “uomini” lo si raggiunge eliminando gradatamente le delimitazioni, i recinti, i confini, le disuguaglianze, le differenze, fino a quando si riuscirà ad avere a che fare con una enorme massa di individui tutti uguali. Questi singoli individui saranno soltanto dei “consumatori”, gente che compra e che vende, e Il mondo un unico mercato. A guidarli, com’è ovvio, ci saranno gli economisti, i banchieri, come già succede nell’Unione europea. Guidarli, naturalmente, con il potere assoluto, con la dittatura, solo modo che i banchieri sanno adoperare, ma che continuerà a definirsi “democrazia”. L’esperimento in Italia è riuscito benissimo. I politici portano ancora allegramente il nome di “politici” malgrado siano stati esautorati dal Presidente di quella che finge di essere ancora una “repubblica” e non siano loro a governare, mentre danno il nome di “tecnici” a quelli che governano (cosa addirittura grottesca per quanto riguarda Mario Monti, con alle spalle una carriera che più “politica” non si può: è stato per ben due volte Commissario europeo).
Quale progetto più stupido e destinato al fallimento di quello mondialista? Non ci vuole molto a capirlo ed è sufficiente che qualcuno si scuota dall’attuale passività, si ribelli al suicidio.
Ida Magli
7 maggio 2012
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