Equitalia e beni all’asta, le case profanate da troppi speculatori
Equitalia e beni all’asta, le case profanate da troppi speculatori: molti lucrano sulla disperazione dei debitori un business miliardario per boss e faccendieri. Solo nel 2010, sono state messe all’asta per pignoramenti circa 150.000 abitazioni. Sempre di più le persone che non riescono a pagare i mutui e che vengono sfrattate. Lo Sportello dei Diritti denuncia un sistema che sta ormai condannando all’emarginazione sociale migliaia di famiglie
Solo nel 2010 sarebbero più di 150 mila le case vendute all’incanto per un giro di affari di circa 10 miliardi. I proprietari vittime della disoccupazione, della bolla immobiliare e di prestiti bancari irresponsabili, migliaia di famiglie sono costrette ad abbandonare le proprie abitazioni. Di queste il 10 per cento transita per le aste giudiziarie: un business ricco e in costante crescita. Un sintomo della crisi che colpisce l’Italia, ma anche di un sistema da riformare.
Spesso e volentieri i proprietari che devono vendere per risanare debiti rientrano in possesso degli immobili persi. O capita ancora che i nuovi debbano pagare pesanti tangenti per concludere bene l’affare. C’è chi promette ai debitori, in cambio di soldi, di non partecipare alle aste giudiziarie sulle case pignorate. Talvolta riesce a raggirare i tanti disperati in procinto di perdere i propri beni. Li aspettano nei corridoi del palazzo di giustizia, li braccano fuori dal tribunale, anche in strada, oppure li seguono sino a casa. I cacciatori dei disperati con la casa all’asta le provano tutte per contattare le loro potenziali vittime. L’andazzo delle minacce e delle lusinghe e dei raggiri ai danni dei debitori coinvolge consulenti spesso senza scrupoli che offrono servizi relativi alle aste spesso agendo ai limiti delle regole, talvolta ne pilotano il risultato e fanno man bassa di occasioni a prezzi stracciati.
Insomma i senza tetto stanno invadendo l’Italia, a macchia d’olio pur non essendo né mendicanti né tossicodipendenti né immigrati clandestini. Hanno perso il lavoro, la casa, i mobili, le illusioni e le speranze. Ma in compenso si portano appresso un debito che rimarrà sulle loro spalle per il resto della vita.
Per quanto possa sembrare paradossale, perdere la casa non è la cosa peggiore. Il peggio arriva dopo quando non potranno riscuotere uno stipendio, stipulare un contratto telefonico, comprare una macchina o pagare un affitto senza essere pignorato.
Ci vuole dunque una massiccia offensiva su chi specula sulla disperazione di quanti non sono riusciti a pagare le rate del mutuo oppure stanno per perdere la loro azienda.
A sottolinearlo è Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, che denuncia una situazione di totale impunità, e chiede che sia fatta luce sulle formule di contrattazione ipotecaria, che secondo l’associazione in alcuni casi rappresentano una vera e propria truffa.
E’ un fatto che la macchina da guerra messa in campo per combattere evasione ed elusione anziché essere al servizio dei cittadini si trasforma spesso nel loro peggiore incubo. Angherie che di mese in mese hanno provocato, non da oggi, un’escalation di collera, amplificata dalle ennesime ingiustizie. Mentre gli esattori si accaniscono sui piccoli, colpevoli magari di non aver ricevuto la notifica di una multa, i grandi evasori, a quanto si legge sui giornali, continuano a restare impuniti..
Giovanni D’AGATA
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