Monti arbitro venduto
di Gianni Petrosillo - 15/02/2012Fonte: Conflitti e strategie
Forse abbiamo perso i giochi olimpici del 2020 ma le gare olimpioniche di autolesionismo sono tutte nostre. Il rush finale dell’imbecillità e della codardia ci vede sempre primi al traguardo, mentre siamo costantemente ultimi nella maratona del successo e della gloria. Consoliamoci, quindi, con il premio disciplina e con i riconoscimenti al fair play di cui Monti ha fatto incetta in Europa e nel mondo, grazie al suo loden nero e al suo modo di dirigere questa partita truccata come un arbitro venduto. L’operazione Roma 2020 secondo il Premier costerebbe troppo e ci sarebbero grossi rischi di non riuscire a coprire le spese. Poi però apprendiamo dai giornali e dalle fonti ufficiali che si buttano mld di euro nelle missioni militari all’estero, tutte riconfermate, le quali ci vedono immancabilmente gregari degli altri e quindi mai trionfatori ed incassatori di reali riconoscimenti. Solo medaglie di consolazione per aver aiutato i nostri partners a stravincere, anche a nostro danno. Come dire, pacche sulle spalle e prese per il culo, o se più vi piace, due pesi e due miserie corrispondenti per una nazione specialista nel lancio del martello sui coglioni. Evidentemente, da secchione qual è, Monti si disinteressa dello sport e dell’educazione fisica alla quale preferisce l’educazione e basta per marcare la differenza tra il buontemponismo superficiale di chi lo ha preceduto ed il suo mirabile bon ton. I mercati gradiscono poiché la sua moderazione istituzionale si traduce in inchini alle borse e adesioni incondizionate ai diktat degli organismi internazionali che hanno scommesso sulla disfatta dell’Italia, preparandosi a fare man bassa di trofei pubblici nel nostro Paese. Ha ragione l’economista La Grassa quando parla di pura propaganda dei tecnici in queste vicende che sono orientate a “creare ulteriore confusione e rottura del tessuto nazionale. Quelli di ‘Roma ladrona’ gongoleranno. Al centro-sud si incazzeranno. Si conferma che questo governo corrisponde in pieno, con l’altrettanta piena complicità del centro-destra berlusconiano, al disegno americano di creare pantano e palude dove appena si può. Non siamo al divide et impera per un disegno coloniale del tipo inglese ottocentesco, ma per diffondere il massimo marasma possibile: tutti contro tutti, un disfacimento molecolare, un pullulare di bande in un ambiente sempre più fatiscente e invivibile, magari tipo Blade Runner, in cui si scatenerà la caccia ai replicanti”. Tuttavia in qualcosa Monti è davvero un campione imbattibile, è l’asso assoluto delle trasvolate transoceaniche finalizzate a riportare la vittoria nelle gare di riverenze e di servilismo. Pare che, il Patrick De Gayardon della bergamasca, abbia confidato ai signori di Wall Street di voler tentare una missione no limits: tagliare la spesa statale cominciando dall’impiego pubblico. Non entrerà nel guinness dei primati poiché lo ha anticipato Papademos in Grecia ma il professore giura che sarà ancora più drastico e deciso del suo omologo ellenico. Questa combinata atlantica gli permetterà di scoccare frecce avvelenate contro le inveterate abitudini peninsulari del posto fisso e del reddito bastevole a far fermare il cronometro alla fine del mese. Cambierà gli italiani, lo ha garantito ad Obama come una minaccia e potrebbe anche fare centro perché la finanza speculativa ha reso il Belpaese un bersaglio immobile e facilmente abbattibile. Ma Monti non dimentichi, olimpiadi o meno, che l’unica disciplina sportiva veramente amata dai suoi connazionali è il football. Se fin qui siamo stati fuoriclasse nel tiro al pallone, potremmo diventare eccellenti anche in quello al pallone gonfiato. Pallonaro avvisato mezzo sgonfiato.
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