Ditemi che è un pesce d’aprile
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La democrazia si basa sulla pluralità di voci e sul libero accesso di tutte le posizioni all’informazione. Dove tutto va bene per decreto non c’è più democrazia. Questo cercava di fare Berlusconi con i suoi editti e per fortuna in 10 anni non c’è riuscito.
Questo sono riusciti a fare in tre mesi i sostenitori di Monti. Le voci critiche contro il governo sono state cancellate, spazzate via o relegate dove non le vede nessuno: perché nessuno deve disturbare il manovratore.
Giornali e telegiornali sono diventati tanti cinegiornali Luce che ripetono solo quanto è bravo questo governo e quanto consenso ha nel Paese. Finalmente è arrivato il professore della provvidenza! Chiunque esca di casa e parli con i cittadini sa benissimo da solo quanto c’è di vero e quanto di bugiardo in questo consenso generale che secondo i media circonda il governo. Vorrei dire chequesta situazione ricorda i tempi di Berlusconi. Purtroppo però ricorda tempi anche peggiori.
Invece in termini di povertà, disagio sociale, disoccupazione, aziende che chiudono, tasse e bollette che mettono in ginocchio la popolazione, di tempi peggiori non ce ne sono mai stati. Il ministro Passera snocciola cifre tanto tragiche che a prima vista uno non ci crede, guarda il calendario e dice “Ma no, è un pesce d’aprile!”. Sei milioni di cittadini disoccupati, cassintegrati o sottoccupati.
Quando poi si guardano le misure con cui questo governo fronteggia la tragedia, ci si convince che può davvero essere solo un pesce d’aprile. Chiudono 15mila aziende, aumentano tasse e bollette, la benzina arriva a 2 euro al litro anche per colpa delle accise, il costo dell’elettricità cresce del 10%. Ma vedrete che non è finita qui, si preparano altre stangate, e il governo che fa? Taglia i fondi alle rinnovabili che sono il futuro, che hanno generato 100mila posti di lavoro, che hanno già restituito più di quanto avessero ricevuto come incentivi.
In dieci anni siamo finiti in fondo alla classifica dei Paesi dove le aziende estere investono. Tutte le inchieste dicono che è colpa della corruzione, della lentezza della burocrazia, dei trasporti che non funzionano, di Internet che o non c’è o è troppo lenta e il governa che fa? Cancella l’art.18, che a detta di tutte le aziende estere non c’entra niente.
Allora si capisce perché devono censurare tutte le voci critiche. L’unico modo che hanno per nascondere il loro fallimento e il danno che stanno provocando al Paese è che se la suonino e se la cantino tutta da soli.
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