lunedì 23 aprile 2012

Vado in pensione e scelgo un paradiso


Vado in pensione e scelgo un paradiso a poco prezzo

Aumentano i toscani che decidono di mollare tutto e stabilirsi in paesi dove si vive da nababbi con poco
http://iltirreno.gelocal.it/regione/2012/04/10/news/vado-in-pensione-e-scelgo-un-paradiso-a-poco-prezzo-1.3794090di Stefano Bartoli
Un salto al di là dell’Oceano e la vita ti cambia. Poche ore di aereo per scoprire che la tua pensione, compressa tra importi sempre più bassi ed un costo della vita praticamente senza freni, ti può proiettare all’improvviso nel mondo dei benestanti, di coloro che si possono permettere di vivere senza guardare ogni volta con apprensione il display del registratore di cassa o quello della pompa del benzinaio.
Effetti di un mondo sempre più piccolo, ma soprattutto conseguenze imprevedibili della crisi economica: sono infatti sempre di più coloro che, dopo avere magari contato e ricontato i soldi allo sportello della Posta o osservato con crescente attenzione l’estratto del proprio conto corrente, decidono il grande passo e cioè emigrare verso paesi dove si può spendere meno o comunque migliorare la qualità della propria esistenza.
Un poliziotto in fuga. «Sì, parlerei proprio in questi termini, visto che se uno vuole fuggire, soprattutto dopo una vita all’insegna dello stress, cerca sempre un posto dove può stare bene», commenta Giorgio, 56 anni, ex agente di polizia di origine romana, ma di stanza a Pisa: la sua voce, da cui traspare una grande serenità, arriva via telefono da Isla Margarita, uno dei posti più belli del Venezuela, il luogo scelto per il suo buen retiro insieme alla moglie Loretta, pisana doc, di quattro anni più giovane. «Ho lavorato per anni stando più in giro per l’Italia che a casa mia in Toscana - prosegue Giorgio. Avevo compiti pesanti, come altri miei colleghi, ho sequestrato armi, arrestato persone. Alla fine ho dovuto combattere con una forma di depressione e mi sono trovato in pensione con il minimo: 1.600 euro per vivere, cifra con la quale si arriva a malapena in fondo al mese. Poi una vacanza in Venezuela mi ha fatto conoscere questa agenzia (l’Italcaribeclub, gestita da Maurizio Centofanti, abruzzese, e Guido Rabà, piombinese, di cui parliamo a parte, ndr) ed ho iniziato ad apprezzare il paese, la sua gente, il suo modo di vita. Insomma, con questa prima visita e dopo una settimana in cui mi sono trovato bene, circa due anni fa ho deciso di restare qui».
Nuova vita. «È così che con mia moglie abbiamo iniziato una nuova esistenza - prosegue Giorgio -. Il posto è bellissimo, mi posso dedicare alla pesca che è la mia passione, c’è un mare stupendo ed è caldo tutto l’anno. Dalla sopravvivenza che mi avrebbe dato la mia pensione in Italia, sono passato a giornate da benestante: adesso ho una barca, mentre l’auto non l’abbiamo comprata perché non ci serve e, se ci dobbiamo spostare, prendiamo un taxi che al massimo costa tre o quattro euro. Le dico anche, almeno una decina di volte al mese, ci possiamo permettere una cena in un buon ristorante. Insomma, i miei 1.600 euro, in un paese dove lo stipendio medio è 200, sono veramente un capitale. Pensi che qui la benzina costa un centesimo di euro al litro, una spigola freschissima tre euro e mezzo, il filetto di vitello quattro, la birra dieci centesimi, cioè lo stesso prezzo di un chilo di pane. Naturalmente c’è sempre qualcuno che parla dei problemi di sicurezza - conclude Giorgio -. Ebbene, visto che facevo il poliziotto e che un po’ di esperienza in questo campo me la sono fatta, posso dire che non ci sono più pericoli di Milano, Roma o Firenze. Il turista danaroso con l’orologio d’oro rischia qui come in Italia. Di una cosa comunque siamo sicuri: non abbiamo alcuna intenzione di tornare indietro. Siamo una coppia senza figli, in fondo a Pisa troveremmo soltanto grandi difficoltà economiche».
Paradiso dietro l’angolo. Ma il proprio angolo di paradiso al di fuori dei confini della Penisola si può ritagliare anche molto più vicino, come hanno fatto ad esempio altri due pensionati adesso felicissimi: Laura Vivaldi, livornese, e il marito Franco Luppi, ex dirigente d’azienda di origini emiliane. «Guardi, le racconto la nostra storia, ma non metta l’età sul giornale, dica solo che siamo anziani - esordisce, ridendo, Laura da Tenerife, arcipelago delle Canarie, dove il fuso orario, a differenza di Isla Margarita (cinque ore e mezzo in meno rispetto all’Italia) si calcola togliendo dall’orologio appena sessanta minuti. «La nostra è una scelta fatta con l’obbiettivo di una vita migliore. Lo dicevamo sempre, in attesa della pensione: io abitavo ad Ardenza, nella zona sud di Livorno, ma in fondo quella città mi stava un po’ stretta, era davvero troppo provinciale. Così, con mia figlia, che adesso lavora e vive con noi, iniziammo a viaggiare, un po’ per vacanza, un po’ per renderci conto di dove potevamo andare. Insomma, abbiamo visto mezzo mondo con questa scusa. Alla fine sul tavolo c’erano Melbourne, in Australia, dove però servivano documentazioni complicate per ottenere la residenza; e poi la Martinica, nei Caraibi, un posto bellissimo che però non prometteva molto dal punto di vista della sicurezza personale. Quindi uscirono fuori le Canarie ed in particolare Tenerife: un’isola non chiusa in se stessa, molto internazionale, dove tra l’altro potevo coronare almeno in parte un mio sogno: avere un ranch, un po’ come in America, una struttura che in spagnolo chiamano finca, cioè fattoria. Adesso, da circa 13 anni, abbiamo questi 8mila metri quadrati di terreno che, visto che si tratta di un’isola brulla, abbiamo riempito di alberi. Tante, tantissime piante con cui abbiamo creato il nostro paradiso. All’inizio qui si spendeva davvero poco, poi con l’euro (le Canarie fanno parte della Spagna, ndr) le cose si sono un po’ riequilibrate, ma rispetto all’Italia il risparmio c’è sempre: un euro per un litro di benzina, tasse inferiori, prezzi più bassi un po’ per tutto. Per questo arrivano tanti stranieri, inglesi, svedesi, russi, molti anziani, che si trattengono a volte per sette-otto mesi, quasi sempre per tutto l’anno. D’altra parte, non saremo ai Caraibi, ma il tempo è bello e le temperature sulla spiaggia non vanno mai al di sotto dei 18-20 gradi neanche in inverno».
Italia addio. «No, neanch’io tornerei in Toscana - conclude Laura -. Sono venuta recentemente a Livorno e tutto mi sembrava così caro. Ovvio che la nostra è stata una scelta economica, ma le assicuro che per noi si è anche rivelata una vera e propria botta di vita».
di Stefano Bartoli

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