Quod erat demonstrandum (9): triste España sin ventura
Forse perché troppo assorti a contemplare il passato, forse perché distratti dai due sconclusionati dilettanti della matematica, nessuno di voi (tranne i soliti noti: Basilisco e Santarelli) mi ha chiesto di commentare l'ultimo downgrade del debito spagnolo da parte di S&P: la notizia è stata data quattro giorni or sono dalle maggiori testate internazionali (Wall Street Journal), e anche dalla voce del padrone (La Repubblica).
Eppure l'evento una sua importanza ce l'ha.
Ma va detto, a vostra scusante, che se l'avete ignorato ci sono almeno due motivi.
Il primo è che probabilmente anche noi siamo ormai permeati da quello che ormai sembra essere il vero spirito europeista: quello che consiste nel fottersene allegramente di quanto accade a casa dei nostri vicini, accettando la spiegazione moralistica emessa dai media controllati dai grandi gruppi finanziari, secondo la quale quello che sta succedendo agli altri paesi è colpa dei loro governi spendaccioni, e quindi:
a) è giusto che gli succeda (fatti loro, dovevano stare più attenti!), e:
b) a noi non succederà se facciamo la cosa giusta (e la faremo perché abbiamo Super Mario).
Il secondo motivo è che in Italia la notizia è stata data abbastanza in sordina dai nostri media, i quali, ora che le cose si stanno mettendo molto ma molto male anche da noi (e ancora non abbiamo pagato l'IMU), stanno battendo la grancassa sulle serate di Berlusconi e sulla corruzione della Lega Nord. Una strategia comunicativa il cui evidente scopo è quello di fornire al popolino della sinistra, quello che da comunista si è fatto benicomunista (come dice un mio amico), una spiegazione preconfezionata per i mali che ci attendono: la colpa è della corruzione, e, naturalmente, di Berlusconi. Così almeno pare la pensi Staino, un comico che da molto tempo non mi faceva più ridere. Non leggendo più i giornali italiani, non sono in grado di sapere se faccia ancora quel lavoro che faceva sempre peggio, o se abbia invece avuto la dignità di un Watterson (per fare un esempio), ma certo, all'assemblea dei benicomunisti ha fatto una battuta molto divertente, che vorremmo ricordare come il suo canto del cigno: "non condivido comunque l'idea che Monti sia stato messo lì dal capitalismo finanziario, vorrei che ogni tanto qualcuno si ricordasse che il precedente premier era Berlusconi...".
Bravo, non condividere...
La notizia è stata data sì in sordina, ma in modo tutto sommato corretto. Ad esempio, Repubblica titola: S&P declassa la Spagna e la Fiat: "A rischio sistema bancario di Madrid". Impeccabile: a testimonianza del fatto che il potere sa benissimo con chi ha a che fare: con sprovveduti come quelli che ci descrive Marco (chiamandoli "istruiti e dotati di spirito critico"). Tanto spirito critico, hanno, questi sprovveduti, che nel leggere questo titolo avranno pensato "ecco, il governo spagnolo non è serio", e non si saranno resi conto, perché la loro "istruzione" non ci arriva, di cosa veramente dice questo titolo: il titolo dice che un'agenzia di rating ha punito, declassando il suo debito pubblico, un governo che sta facendo politiche di austerità, perché ci sono problemi nel sistema bancario... che a quanto mi risulta, però, è privato! Capite, persone istruite e dotate di spirito critico? Con queste persone istruite e dotate di spirito critico, effettivamente, vale quello che ci ricordano Marino, Claudio e Fabrizio sul loro blog, e prima di loro Edgar Allan Poe: il modo migliore per nascondere una verità è ostentarla.
E qual è questa verità?
Quella che vi ho detto fin dall'inizio: i commissari della signora Merkel stanno mettendo in opera salvataggi che non ci salveranno. Le persone che l'establishment finanziario (via Anghela) ha messo nei posti chiave stanno dando la risposta giusta alla domanda sbagliata, stanno cioè curando come se fosse un problema di debito pubblico quello che invece è un enorme problema di debito privato, che si traduce in una situazione di sofferenza del sistema bancario, non solo in Spagna. E le politiche di austerità, questi problemi di debito privato, li aggravano, perché impoverendo la popolazione (con tagli alle retribuzioni, alle pensioni, ai servizi...) rendono sempre più difficile ai tanti debitori privati rimborsare i creditori, cioè le banche. Le quali quindi vanno a gambe all'aria, e poi, tanto, si sa, too big to fail, non si può far fallire una banca: e allora ci si mette una pezza col debito pubblico (cioè, per le persone istruite e dotate di spirito critico: lo Stato si indebita per salvare, con soldi pubblici, le banche private. Si sa che con chi ha spirito critico è bene non omettere alcun passaggio).
Una dinamica che, come sappiamo, ha operato in tutti i paesi periferici (e non solo) dell'Eurozona.
Ecco, alle persone "istruite e dotate di spirito critico" qualcuno vuole cortesemente chiedere di spiegarci per quale accidenti di motivo, secondo loro, la Spagna sarebbe ora in una crisi di "debitosovrano debitosovrano debitosovrano", se prima del 2007 lo stava abbattendo a un ritmo impressionante, come mostra la Fig. 1 di questo post che qui riporto?
Il fatto è che in Spagna, come altrove (Italia compresa, Grecia compresa) il problema non era il debito pubblico, ma quello privato estero, cioè quello contratto da famiglie e imprese con operatori non residenti. Quando è arrivata la crisi dagli Usa, i privati (famiglie, imprese, banche) hanno collassato, e lo Stato si è dovuto indebitare per sostenerli, per evitare l'Armageddon.
Ribadisco il concetto per gli ultimi arrivati, magari anche loro "istruiti" (quindi totalmente digiuni delle più elementari basi di economia, musica e matematica, che non fanno parte del bagaglio dell'intellettuale italiano: quindi non è una colpa, per carità...). Spero però che non siate dotati di "spirito critico", cari ultimi arrivati, così mi starete a sentire.
Non sto dicendo che la famiglia spagnola ha preso l'aereo per andare a Berllino, entrare in una banca e accendere lì il mutuo, come certo non lo hanno fatto le famiglie greche o italiane. Sto dicendo che se le famiglie e le imprese dei paesi periferici si sono indebitate è evidentemente per carenza di reddito e quindi di risparmio. Di conseguenza, quando andavano nella loro banca, i risparmi che ci trovavano, e che potevano prendere in prestito, non venivano dal loro paese (dove di risparmio ce n'era poco), ma da altri paesi, quelli in surplus del Nord Europa (secondo vari canali). In contabilità nazionale anche un debito che contrai con la banca sotto casa (ormai sotto ogni casa c'è una banca, lo avrete notato) è un debito estero, se la banca ha fatto raccolta all'estero (o magari è posseduta da una banca estera).
Tutto questo era ampiamente visibile nei dati.
Era visibile (e si vede nella Fig. 1) che non c'era un problema di debito pubblico in Spagna: il debito pubblico stava scendendo a rotta di collo.
Ma era anche visibile, di converso, che c'era un enorme problema di debito privato estero. Ecco, guardatevelo qui, espresso in punti di Pil:
Una spiegazione per le persone istruite e dotate di spirito critico: in rosso vedete il debito pubblico, cioè i soldi che il governo spagnolo ha chiesto a creditori nazionali (famiglie, banche) ed esteri. In blu vedete il debito estero della Spagna (non del governo spagnolo: la capite, voi, persone istruite e dotate di spirito critico, la differenza fra una nazione e il suo governo? O da quando "nazione" è diventata una parolaccia questa differenza non vi è più chiara, care persone istruite e dotate di spirito critico, alla Staino, per intenderci?). Quelli in blu sono i soldi che tutta la Spagna: governo, famiglie e imprese, ha chiesto al resto del mondo.
Bene.
Lo capite, allora, che se, ad esempio, nel 2001 la Spagna (nel suo complesso) doveva restituire al mondo qualcosa come il 127% del suo Pil (774 miliardi di dollari dell'epoca), ma il governo aveva preso in prestito (all'interno e all'estero) solo un ammontare pari al 56% del Pil, allora almeno il 71% del debito con l'estero era privato? E dico almeno, perché il 56% di debito pubblico in parte era con debitori interni, esattamente come nel caso dell'Italia. E lo vedete cosa succede dopo? Il debito estero si impenna mentre quello pubblico scende: sono le famiglie e le imprese spagnole a indebitarsi con l'estero, non lo Stato. E questo cosa significa?Significa che al di là del perché e del percome il settore privato ha contratto i debiti, la cosa giusta da fare oggi non è certo impoverirlo con politiche recessive impedendogli di rimborsarli. L'unico esito di politiche simili, come dicevo a novembre, è quello di innervosire i mercati, che sanno benissimo che così non si va da nessuna parte.
Profeta? No, ho una calcolatrice a celle solari che mi hanno dato in omaggio dal benzinaio.
All'amico Marco, se non è un troll, vorrei dire: l'istruzione e lo spirito critico dei tuoi amici e parenti arriva fino al punto di capire che se tutto il debito pubblico di un paese è 56, ma tutto il debito estero è 127, allora almeno 71, di questo debito estero, deve essere privato? Quanto ci mette una persona istruita e dotata di spirito critico a fare una sottrazione (anche quando la differenza non se la mette in tasca lei)? E quanto ci vuole a capire che se il problema è il debito privato, il rimedio non può essere l'austerità pubblica?
Ma si sa, dopo il XIX secolo, dopo l'idealismo crociano, in Italia la figura dell'intellettuale, e più in generale della persona istruita e dotata di spirito critico, si è leggermente evoluta (non dico deteriorata per non offendere Schneider). Oggi basta, per essere "istruiti", un po' di "rosa, rosae", due imparaticci di filosofia, leggere (in traduzione) i romanzi consigliati da Repubblica, e estasiarsi per van Gogh (o quello che passa il convento: oggi a Roma credo passi Dalì). Si è però ampiamente scusati se non si è "portati" per la matematica, che poi sarebbe l'aritmetica, in questo caso, se non si conoscono le lingue, e se non si sa niente di musica.
Vedete: musica, matematica, lingue. Tre forme di linguaggio. L'intellettuale post-ottocentesco, in Italia, non deve comunicare, se non in un italiano possibilmente ampolloso e dalla lieve inflessione crociana. Non deve comunicare perché non deve capire. E infatti non capisce. Guarda Staino (al quale manca solo l'inflessione...).
Casanova suonava il violino, parlava diverse lingue, conosceva bene il calcolo delle probabilità, e faceva un'altra cosa dalla quale mi dicono che si astenga il nostro attuale primo ministro. Ciononostante (direbbe Staino, primatista mondiale del non sequitur) lo spread vola. Sarà mica che anche in Italia c'è un grafico tipo la Fig. 2?
Propongo un paio di semplificazioni: se permettete, come si fa in matematica, faccio una posizione:
persone istruita e dotata di spirito critico (PIEDSC) = irrecuperabile imbecille (II)
Dedico la Fig. 2 alla PIEDSC che su CDC ha fatto questo commento: "Ma Bagnai, torna ad occuparti di quello che conosci perchè quando parli di Storia è evidente che non sai di cosa parli. Come puoi trascurare che la situazione attuale di dipendenza dal capitale estero di quel paese è figlia di guerre civili devastanti nell'800 e 900 e poi della dittatura franchista, e non delle tue insinuazioni razzistiche?"
Come posso? Forse perché Franco è morto nel 1975, e il debito estero è decollato, guarda caso, dal 1999, come dice la Fig. 2, i cui dati tu non conosci, perché sei solo uno dei tanti II che vengono a dare lezioncine a chi ne sa più di loro? Sarà per questo. Cara PIEDSC dal simpatico nomignolo di RicBo, caro pallone gonfiato di metano, anche tu appartieni alla razza di quelli, come Staino, che non vedono il ruolo della finanza internazionale in quanto sta accadendo, e non capiscono quanto l'euro le abbia reso facile il compito. Quindi non per te, che non puoi capirlo, ma per gli altri, ribadisco la morale della Fig. 2: senza controlli dei movimenti internazionali di capitali non c'è salvezza, semplicemente perché, come Keynes ci insegna, in mercati dominati dalla logica della liquidità, i capitali sono condannati ad andare dalla parte sbagliata, seguendo il meccanismo delle bolle speculative, e lo Stato deve intervenire per impedirglielo. Eh, ma lo Stato è corrotto... Ah, grazie Repubblica per avermelo ricordato, allora facciamo come dici tu: proseguiamo con un bel governo Passera...
Triste España sin ventura. Non è morto l'erede al trono. No: è morto il buonsenso. Ma solo nel governo. Non, come in Italia, anche nei governati.
(ultima notazione metodologica: non sono permaloso. Ma il problema è che chi fa disinformazione, come quel RicBo, è oggettivamente fascista. Quindi io, da antifascista, lo sottopongo alla vostra attenzione. Almeno, fino a quando non modificheranno anche in questo la nostra costituzione).
Eppure l'evento una sua importanza ce l'ha.
Ma va detto, a vostra scusante, che se l'avete ignorato ci sono almeno due motivi.
Il primo è che probabilmente anche noi siamo ormai permeati da quello che ormai sembra essere il vero spirito europeista: quello che consiste nel fottersene allegramente di quanto accade a casa dei nostri vicini, accettando la spiegazione moralistica emessa dai media controllati dai grandi gruppi finanziari, secondo la quale quello che sta succedendo agli altri paesi è colpa dei loro governi spendaccioni, e quindi:
a) è giusto che gli succeda (fatti loro, dovevano stare più attenti!), e:
b) a noi non succederà se facciamo la cosa giusta (e la faremo perché abbiamo Super Mario).
Il secondo motivo è che in Italia la notizia è stata data abbastanza in sordina dai nostri media, i quali, ora che le cose si stanno mettendo molto ma molto male anche da noi (e ancora non abbiamo pagato l'IMU), stanno battendo la grancassa sulle serate di Berlusconi e sulla corruzione della Lega Nord. Una strategia comunicativa il cui evidente scopo è quello di fornire al popolino della sinistra, quello che da comunista si è fatto benicomunista (come dice un mio amico), una spiegazione preconfezionata per i mali che ci attendono: la colpa è della corruzione, e, naturalmente, di Berlusconi. Così almeno pare la pensi Staino, un comico che da molto tempo non mi faceva più ridere. Non leggendo più i giornali italiani, non sono in grado di sapere se faccia ancora quel lavoro che faceva sempre peggio, o se abbia invece avuto la dignità di un Watterson (per fare un esempio), ma certo, all'assemblea dei benicomunisti ha fatto una battuta molto divertente, che vorremmo ricordare come il suo canto del cigno: "non condivido comunque l'idea che Monti sia stato messo lì dal capitalismo finanziario, vorrei che ogni tanto qualcuno si ricordasse che il precedente premier era Berlusconi...".
Bravo, non condividere...
La notizia è stata data sì in sordina, ma in modo tutto sommato corretto. Ad esempio, Repubblica titola: S&P declassa la Spagna e la Fiat: "A rischio sistema bancario di Madrid". Impeccabile: a testimonianza del fatto che il potere sa benissimo con chi ha a che fare: con sprovveduti come quelli che ci descrive Marco (chiamandoli "istruiti e dotati di spirito critico"). Tanto spirito critico, hanno, questi sprovveduti, che nel leggere questo titolo avranno pensato "ecco, il governo spagnolo non è serio", e non si saranno resi conto, perché la loro "istruzione" non ci arriva, di cosa veramente dice questo titolo: il titolo dice che un'agenzia di rating ha punito, declassando il suo debito pubblico, un governo che sta facendo politiche di austerità, perché ci sono problemi nel sistema bancario... che a quanto mi risulta, però, è privato! Capite, persone istruite e dotate di spirito critico? Con queste persone istruite e dotate di spirito critico, effettivamente, vale quello che ci ricordano Marino, Claudio e Fabrizio sul loro blog, e prima di loro Edgar Allan Poe: il modo migliore per nascondere una verità è ostentarla.
E qual è questa verità?
Quella che vi ho detto fin dall'inizio: i commissari della signora Merkel stanno mettendo in opera salvataggi che non ci salveranno. Le persone che l'establishment finanziario (via Anghela) ha messo nei posti chiave stanno dando la risposta giusta alla domanda sbagliata, stanno cioè curando come se fosse un problema di debito pubblico quello che invece è un enorme problema di debito privato, che si traduce in una situazione di sofferenza del sistema bancario, non solo in Spagna. E le politiche di austerità, questi problemi di debito privato, li aggravano, perché impoverendo la popolazione (con tagli alle retribuzioni, alle pensioni, ai servizi...) rendono sempre più difficile ai tanti debitori privati rimborsare i creditori, cioè le banche. Le quali quindi vanno a gambe all'aria, e poi, tanto, si sa, too big to fail, non si può far fallire una banca: e allora ci si mette una pezza col debito pubblico (cioè, per le persone istruite e dotate di spirito critico: lo Stato si indebita per salvare, con soldi pubblici, le banche private. Si sa che con chi ha spirito critico è bene non omettere alcun passaggio).
Una dinamica che, come sappiamo, ha operato in tutti i paesi periferici (e non solo) dell'Eurozona.
Ecco, alle persone "istruite e dotate di spirito critico" qualcuno vuole cortesemente chiedere di spiegarci per quale accidenti di motivo, secondo loro, la Spagna sarebbe ora in una crisi di "debitosovrano debitosovrano debitosovrano", se prima del 2007 lo stava abbattendo a un ritmo impressionante, come mostra la Fig. 1 di questo post che qui riporto?
Il fatto è che in Spagna, come altrove (Italia compresa, Grecia compresa) il problema non era il debito pubblico, ma quello privato estero, cioè quello contratto da famiglie e imprese con operatori non residenti. Quando è arrivata la crisi dagli Usa, i privati (famiglie, imprese, banche) hanno collassato, e lo Stato si è dovuto indebitare per sostenerli, per evitare l'Armageddon.
Ribadisco il concetto per gli ultimi arrivati, magari anche loro "istruiti" (quindi totalmente digiuni delle più elementari basi di economia, musica e matematica, che non fanno parte del bagaglio dell'intellettuale italiano: quindi non è una colpa, per carità...). Spero però che non siate dotati di "spirito critico", cari ultimi arrivati, così mi starete a sentire.
Non sto dicendo che la famiglia spagnola ha preso l'aereo per andare a Berllino, entrare in una banca e accendere lì il mutuo, come certo non lo hanno fatto le famiglie greche o italiane. Sto dicendo che se le famiglie e le imprese dei paesi periferici si sono indebitate è evidentemente per carenza di reddito e quindi di risparmio. Di conseguenza, quando andavano nella loro banca, i risparmi che ci trovavano, e che potevano prendere in prestito, non venivano dal loro paese (dove di risparmio ce n'era poco), ma da altri paesi, quelli in surplus del Nord Europa (secondo vari canali). In contabilità nazionale anche un debito che contrai con la banca sotto casa (ormai sotto ogni casa c'è una banca, lo avrete notato) è un debito estero, se la banca ha fatto raccolta all'estero (o magari è posseduta da una banca estera).
Tutto questo era ampiamente visibile nei dati.
Era visibile (e si vede nella Fig. 1) che non c'era un problema di debito pubblico in Spagna: il debito pubblico stava scendendo a rotta di collo.
Ma era anche visibile, di converso, che c'era un enorme problema di debito privato estero. Ecco, guardatevelo qui, espresso in punti di Pil:
Una spiegazione per le persone istruite e dotate di spirito critico: in rosso vedete il debito pubblico, cioè i soldi che il governo spagnolo ha chiesto a creditori nazionali (famiglie, banche) ed esteri. In blu vedete il debito estero della Spagna (non del governo spagnolo: la capite, voi, persone istruite e dotate di spirito critico, la differenza fra una nazione e il suo governo? O da quando "nazione" è diventata una parolaccia questa differenza non vi è più chiara, care persone istruite e dotate di spirito critico, alla Staino, per intenderci?). Quelli in blu sono i soldi che tutta la Spagna: governo, famiglie e imprese, ha chiesto al resto del mondo.
Bene.
Lo capite, allora, che se, ad esempio, nel 2001 la Spagna (nel suo complesso) doveva restituire al mondo qualcosa come il 127% del suo Pil (774 miliardi di dollari dell'epoca), ma il governo aveva preso in prestito (all'interno e all'estero) solo un ammontare pari al 56% del Pil, allora almeno il 71% del debito con l'estero era privato? E dico almeno, perché il 56% di debito pubblico in parte era con debitori interni, esattamente come nel caso dell'Italia. E lo vedete cosa succede dopo? Il debito estero si impenna mentre quello pubblico scende: sono le famiglie e le imprese spagnole a indebitarsi con l'estero, non lo Stato. E questo cosa significa?Significa che al di là del perché e del percome il settore privato ha contratto i debiti, la cosa giusta da fare oggi non è certo impoverirlo con politiche recessive impedendogli di rimborsarli. L'unico esito di politiche simili, come dicevo a novembre, è quello di innervosire i mercati, che sanno benissimo che così non si va da nessuna parte.
Profeta? No, ho una calcolatrice a celle solari che mi hanno dato in omaggio dal benzinaio.
All'amico Marco, se non è un troll, vorrei dire: l'istruzione e lo spirito critico dei tuoi amici e parenti arriva fino al punto di capire che se tutto il debito pubblico di un paese è 56, ma tutto il debito estero è 127, allora almeno 71, di questo debito estero, deve essere privato? Quanto ci mette una persona istruita e dotata di spirito critico a fare una sottrazione (anche quando la differenza non se la mette in tasca lei)? E quanto ci vuole a capire che se il problema è il debito privato, il rimedio non può essere l'austerità pubblica?
Ma si sa, dopo il XIX secolo, dopo l'idealismo crociano, in Italia la figura dell'intellettuale, e più in generale della persona istruita e dotata di spirito critico, si è leggermente evoluta (non dico deteriorata per non offendere Schneider). Oggi basta, per essere "istruiti", un po' di "rosa, rosae", due imparaticci di filosofia, leggere (in traduzione) i romanzi consigliati da Repubblica, e estasiarsi per van Gogh (o quello che passa il convento: oggi a Roma credo passi Dalì). Si è però ampiamente scusati se non si è "portati" per la matematica, che poi sarebbe l'aritmetica, in questo caso, se non si conoscono le lingue, e se non si sa niente di musica.
Vedete: musica, matematica, lingue. Tre forme di linguaggio. L'intellettuale post-ottocentesco, in Italia, non deve comunicare, se non in un italiano possibilmente ampolloso e dalla lieve inflessione crociana. Non deve comunicare perché non deve capire. E infatti non capisce. Guarda Staino (al quale manca solo l'inflessione...).
Casanova suonava il violino, parlava diverse lingue, conosceva bene il calcolo delle probabilità, e faceva un'altra cosa dalla quale mi dicono che si astenga il nostro attuale primo ministro. Ciononostante (direbbe Staino, primatista mondiale del non sequitur) lo spread vola. Sarà mica che anche in Italia c'è un grafico tipo la Fig. 2?
Propongo un paio di semplificazioni: se permettete, come si fa in matematica, faccio una posizione:
persone istruita e dotata di spirito critico (PIEDSC) = irrecuperabile imbecille (II)
Dedico la Fig. 2 alla PIEDSC che su CDC ha fatto questo commento: "Ma Bagnai, torna ad occuparti di quello che conosci perchè quando parli di Storia è evidente che non sai di cosa parli. Come puoi trascurare che la situazione attuale di dipendenza dal capitale estero di quel paese è figlia di guerre civili devastanti nell'800 e 900 e poi della dittatura franchista, e non delle tue insinuazioni razzistiche?"
Come posso? Forse perché Franco è morto nel 1975, e il debito estero è decollato, guarda caso, dal 1999, come dice la Fig. 2, i cui dati tu non conosci, perché sei solo uno dei tanti II che vengono a dare lezioncine a chi ne sa più di loro? Sarà per questo. Cara PIEDSC dal simpatico nomignolo di RicBo, caro pallone gonfiato di metano, anche tu appartieni alla razza di quelli, come Staino, che non vedono il ruolo della finanza internazionale in quanto sta accadendo, e non capiscono quanto l'euro le abbia reso facile il compito. Quindi non per te, che non puoi capirlo, ma per gli altri, ribadisco la morale della Fig. 2: senza controlli dei movimenti internazionali di capitali non c'è salvezza, semplicemente perché, come Keynes ci insegna, in mercati dominati dalla logica della liquidità, i capitali sono condannati ad andare dalla parte sbagliata, seguendo il meccanismo delle bolle speculative, e lo Stato deve intervenire per impedirglielo. Eh, ma lo Stato è corrotto... Ah, grazie Repubblica per avermelo ricordato, allora facciamo come dici tu: proseguiamo con un bel governo Passera...
Triste España sin ventura. Non è morto l'erede al trono. No: è morto il buonsenso. Ma solo nel governo. Non, come in Italia, anche nei governati.
(ultima notazione metodologica: non sono permaloso. Ma il problema è che chi fa disinformazione, come quel RicBo, è oggettivamente fascista. Quindi io, da antifascista, lo sottopongo alla vostra attenzione. Almeno, fino a quando non modificheranno anche in questo la nostra costituzione).
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